Varsavia: ecco la Polonia europeista
Cronaca di Francesca Basso
Testata: Corriere della Sera
Data: 11/10/2021
Pagina: 14
Autore: Francesca Basso
Titolo: Varsavia, sfila il popolo che sceglie l'Europa
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/10/2021, a pag. 14, l'articolo di Francesca Basso dal titolo "Varsavia, sfila il popolo che sceglie l'Europa".
Centomila in piazza a Varsavia. Nonni e nipoti, genitori e figli uniti da un solo slogan: «Io resto in Europa». Ma cittadini polacchi di tutte le età hanno manifestato anche in altre trenta città del Paese per ribadire l'appartenenza all'Ue e protestare contro il governo nazionalista ultra-conservatore guidato dal premier Mateusz Morawiecki del Pis (Diritto e Giustizia) di Jaroslaw Kaczynski. Le scelte del governo stanno facendo crescere il rischio di una Polexit. Specie dopo la sentenza della Corte costituzionale di giovedì scorso che ha stabilito il primato del diritto nazionale sul diritto comunitario aprendo lo scontro con Bruxelles. Nonni con i nipoti, genitori e figli. Artisti e attivisti. E tante bandiere dell'Ue. I polacchi di tutte le età hanno manifestato in decine di migliaia a Varsavia (in centomila) e in oltre cento città e paesi, anche all'estero, per ribadire l'appartenenza all'Unione Europea, scandendo lo slogan «Io resto nell'Ue». E di fatto per protestare contro il governo nazionalista ultra-conservatore guidato dal premier Mateusz Morawiecki del Pis (Diritto e Giustizia) di Jaroslaw Kaczynski. Il governo sta facendo crescere il rischio di una Polexit, anche se dice di non volerla, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha stabilito il primato del diritto nazionale sul diritto comunitario, mettendo in discussione il principio giuridico su cui si basa l'Unione Europea e aprendo uno scontro gravissimo con Bruxelles. Ancora ieri il primo ministro Mateusz Morawiecki ha difeso la propria posizione affermando, in un videomessaggio alla convention nazionale degli ultranazionalisti spagnoli di Vox, che «il ruolo dell'Ue è sostenere lo sviluppo dei Paesi, non di imporre idee contrarie alla loro storia e identità e soluzioni legali incompatibili con il loro ordinamento giuridico». Per Morawiecki «non possiamo lasciare questo aspetto nelle mani di chi non comprende che l'unità non è omologazione. Dobbiamo proteggere le differenze delle comunità nazionali». La manifestazione è stata convocata da Piattaforma Civica, il maggiore partito dell'opposizione, di cui ha ripreso la leadership l'ex presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, in vista della sfida elettorale del 2023: «Dobbiamo salvare la Polonia — aveva twittato sabato per invitare in piazza i suoi concittadini — nessuno lo farà per noi». Alla manifestazione hanno aderito anche le altre forze dell'opposizione. «Vogliamo una Polonia indipendente, europea, democratica, rispettosa della legge e giusta — ha detto ieri sera Tusk parlando davanti al Castello Reale, circondato da migliaia di manifestanti e dai furgoni della polizia —. Questi principi sono oggi schiacciati da un potere privo di coscienza e moralità». Poi Tusk ha attaccato il governo: «Vogliono uscire dall'Ue, violare i diritti dei cittadini». La mobilitazione è stata generale, la maggioranza dei polacchi è a favore della permanenza nell'Ue, anche tra gli elettori del Pis. Un momento toccante è stato l'intervento di una veterana di 94 anni dell'insurrezione di Varsavia del 1944 contro gli occupanti nazisti: «Siamo sempre stati in Europa, nessuno ci porterà fuori. Questa è la nostra Europa». E da quando il Pis è andato al potere nel 2015 che la Polonia ha cominciato a mettere in discussione le regole europee e a scontrarsi con la Commissione. Sono diverse le procedure di infrazione aperte contro Varsavia per il non rispetto dello Stato di diritto. Quella per la mancata indipendenza dei giudici, dopo la riforma della magistratura introdotta dal governo, è solo uno degli esempi insieme alla discriminazione della comunità Lgtb. Varsavia non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. La Commissione ha anche attivato nel 2017 l'articolo 7 del Trattato, l'ultima fase della procedura di infrazione sul sistema giudiziario ordinario, ma la pratica è ancora ferma al Consiglio. Il governo polacco ha introdotto ulteriori modifiche al sistema giudiziario e sono seguiti nuovi scontri. Lo stesso Recovery plan non ha ancora ottenuto il via libera perché il governo non recepisce le raccomandazioni Paese rivolte a Varsavia dalla Commissione, tra le quali ristabilire l'indipendenza della magistratura.
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