Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/10/2021, a pag. 2, con il titolo 'L’attacco era pianificato. Volevano Palazzo Chigi e poi colpire altre città' la cronaca di Giuliano Foschini, Andrea Ossino, Fabio Tonacci.
Una immagine della manifestazione contro il Green Pass organizzata dall'estrema destra
Chi sabato è venuto a Roma per protestare contro il Green Pass, aveva in mente un’altra capitale. Washington. E, in particolare, l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio scorso, quando una folla arrabbiata per la mancata rielezione di Trump sfondò le porte del Congresso degli Stati Uniti, occupandone le stanze in diretta Facebook. Roma, poi, doveva essere solo il primo step, la prima tappa di un tour guidato dai neofascisti in altre città d’Italia dove esportare furore e devastazione. «Perché ora non si gioca più: le persone come noi la testa non la chinano ».
La premeditazione
Le parole sono di una donna, Pamela Testa, romana 39enne, esponente di Forza Nuova considerata dagli investigatori il trait d’union tra la destra eversiva e il tumulto cieco dei No Vax e dei No Green Pass. «Si è concretizzato quel timore che avevamo comunicato alle istituzioni nelle scorse settimane e di cui il ministro Lamorgese aveva parlato», spiega una fonte qualificata della nostra intelligence. «E cioè che i neofascisti potessero sfruttare quel disagio, in apparenza apolitico, per generare rivolte violente». Non c’è dubbio, infatti, che il tentato assalto a Palazzo Chigi e la devastazione alla Cgil fossero premeditati. Prova ne è un audio di sei minuti che Pamela Testa — la voce però è di un suo amico — ha fatto girare sui gruppi Telegram aperti per raccogliere adesioni contro il Green Pass.
L’audio con le disposizioni
«Cari, in vista della manifestazione di sabato abbiamo creato un gruppo whatsapp nel quale andrà inserito il nome, il cognome e gli indirizzi mail. Inoltre sarà importante scrivere cosa sapete fare, in modo da mettere a disposizione di tutti quanti le vostre capacità: chi è avvocato, chi è meccanico, la professionalità o un hobby che può essere utile. Se avete un’attività commerciale, segnalatela anche perché potrà essere utile per il percorso che faremo in questa lotta». Roma è solo l’inizio, dunque. «Questa manifestazione è soltanto un simbolo ma l’obiettivo è crescere, finché ci sarà la libertà da difendere », spiega la voce del messaggio inviato da Testa. Andare nel resto d’Italia, «continuare a fare sentire la nostra voce». Restando a Roma, spiegano, «le piazze devono essere gestite in maniera dinamica». Altro che un raduno immobile in piazza del Popolo, come era stato comunicato alla questura. «Cambieremo percorso da un momento all’altro», per evitare la reazione della polizia. Ogni zona deve un responsabile, il cui nome viene indicato nelle chat. È previsto anche lo scontro: «Perché noi siamo contrari a ogni forma di violenza, ma sappiamo perfettamente cosa sia la legittima difesa. E noi saremo gli angeli custodi di quelle mamme, di quegli uomini che combattono la loro battaglia per la libertà». «Con tutti i mezzi».
Obiettivo la sede del governo
Fare casino e puntare ai Palazzi sono le parole d’ordine. È ciò che alcuni gruppi, istigati da caporioni di Forza Nuova, provano a fare poco prima dell’ora di pranzo. Torniamo a quella fase della giornata. Il popolo composito dei #nogreenpass sta calando su Roma, filtrato — per quanto possibile — dalla polizia che fuori e dentro il Grande raccordo anulare individua e controlla 56 minivan, 5 pullman e numerose moto, per un totale di 600 manifestanti che provengono da Reggio Emilia, Padova, Mantova, Brescia, Verona, Torino, Milano, Bergamo, Pesaro, Ancona, Firenze, Trieste, Bolzano, Modena, Treviso, Rovereto e Arezzo. Nel cuore della Capitale, però, qualcuno si sta già muovendo. Ciò che è stato autorizzato è una manifestazione fissa, promossa da “Liberi Cittadini” per protestare contro il Green Pass e le misure sanitarie anti-Covid disposte dal governo. A depositare la richiesta alla questura di Roma è stata Pamela Testa, già militante di Forza Nuova Nuova che sarà poi arrestata per “manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale”. L’appuntamento in piazza del Popolo è alle 14. Ma un paio di ore prima diversi gruppi si avvicinano a Palazzo Chigi. Dalla sala operativa della questura di Roma li vedono attraverso le telecamere, sono manipoli ridotti ma, in apparenza, agguerriti. Il cordone dei poliziotti messo a protezione del Parlamento e della sede del governo li riesce a respingere. Spiega una fonte qualificata della questura: «Quelli di Forza Nuova tentano sempre di raggiungere Chigi, per loro è come un feticcio. Il successivo attacco alla Cgil è stato una sorta di piano B».
La mediazione fallita
Attacco preceduto da una mediazione, fallita, tra i leader fascisti padroni dell’umore della massa, e i poliziotti della Digos. Alle 17 in piazza del Popolo ci sono diecimila persone, forse anche di più. Alle 17.30 in tremila si incamminano verso Villa Borghese e puntano alla sede nazionale della Cgil. In piazzale del Brasile è posizionato l’ultimo baluardo di una certa consistenza composto dalle forze di polizia che, però, non riesce ad arginare l’onda. Da lì in avanti, i tremila seguono il canovaccio visto a Washington lo scorso gennaio: sfondano l’ingresso, entrano, si riprendono coi telefoni, spaccano l’arredo. Il ristoratore Biagio Passaro, leader di “IoApro” e brand manager del franchising Regina Margherita che nei mesi scorsi si è incontrato con Salvini e Sgarbi, attiva una diretta Facebook sulla pagina del movimento. Ne esce una cronaca live di come i locali del più antico sindacato dei lavoratori siano stati vandalizzati. «L’invasione è cominciata dalla Cgil...stiamo entrando dentro...hanno sfondato…abbiamo sfondato ragazzi, questo è il primo! Poi tocca a qualcun’altro!». A fine giornata sarà arrestato anche lui.
I vertici decapitati
Testa, Passaro. È notte quando la polizia, filmati alla mano, li va a prendere a casa. Non sono i soli. Vengono fermati in 12. Sei in flagranza, durante gli scontri: sono accusati di violenza, resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale (il bollettino parla di 38 feriti tra agenti di polizia e finanzieri, oltre a giornalisti e passanti picchiati). Due, molto giovani, vicini a Forza Nuova: uno è Fabio Corradetti, 20 anni, figlio della compagna di Giuliano Castellino, il capo. Finito per l’ennesima volta in manette insieme con il suo mentore, Roberto Fiore. Castellino e Fiore sono il nuovo leader e il fondatore di Forza Nuova. Ed è bizzarro, visti i precedenti, pensare che siano ancora lì a organizzare manifestazioni in piazza. Castellino è stato condannato a 4 anni nel 2019 per aver aggredito un poliziotto durante un corteo. A gennaio di quest’anno è stata disposta per lui la sorveglianza speciale proprio per le violenze di cui si è reso protagonista durante proteste contro il lockdown. A settembre a ricevuto il Daspo, dopo aver assistito a una partita della Roma: pur di entrare all’Olimpico, il “fervente” nogreenpass aveva fatto il tampone ed esibito il certificato. Fiore, 62 anni, è uno dei fondatori di Terza Posizione. Condannato nel 1985 dalla corte d’Appello di Roma per associazione sovversiva e banda armata, si trasferisce a Londra dove fa l’imprenditore. Nel 2008 è europarlamentare. Tra gli arrestati di ieri c’è una sua vecchia conoscenza: Luigi Aronica, detto “Er Pantera”, classe ‘56, ex Nar protagonista della stagione nera romana tra gli anni ‘70 e ‘80, condannato a 18 anni e 2 mesi. «Non sai chi sono io, me so’ fatto venti anni di carcere», ha detto a un agente.
La violazione della legge Scelba
È possibile che se ne faccia degli altri. La procura di Roma contesterà loro i reati, gravi, di devastazione e saccheggio. Del caso si occuperà un pool di magistrati che da tempo indaga sulla galassia del neofascismo ed è possibile che il procuratore capo Michele Prestipino applichi all’indagine anche un pm dell’Antiterrorismo. Non è neanche escluso che venga contestata la violazione della legge Scelba, che punisce la ricostituzione del partito fascista. D’altronde, da Capitol Hill a Roma, il punto è sempre quello.