'Terezin 17/10': musica per la Memoria
Commento di Paolo Conti
Testata: Corriere della Sera
Data: 10/10/2021
Pagina: 6
Autore: Paolo Conti
Titolo: Memoria e musica per Terezin. Lager degli artisti e dei bambini

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/10/2021, a pag.35, con il titolo "Memoria e musica per Terezin. Lager degli artisti e dei bambini" il commento di Paolo Conti.

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Paolo Conti

Terezín 17/10 concerto per “il treno degli artisti

Il nostro intento è “certamente ricordare l'atroce simbolo di Terezin, l'esperienza di quegli artisti deportati e poi uccisi: ma anche trasformarlo in una riflessione sul rapporto tra arte, libertà di espressione e i tanti totalitarismi, le innumerevoli situazioni in cui chi fa musica, teatro, letteratura, poesia viene perseguitato per le proprie idee e per la propria creatività». II musicista Bruno Dal Bon, direttore d'orchestra e docente al Conservatorio di Como, è uno dei fondatori del Comitato «Terezin 17/10». Con lui ci sono altri musicisti, docenti di conservatorio, musicologi come Guido Barbieri, Guido Giannuzzi, Renato Principe, accanto all'avvocato Luciano Belli Paci, da sempre vicino al gruppo, figlio della senatrice a vita Liliana Segre, e all'operatrice culturale milanese Barbara Maria Romano. La costituzione del Comitato rappresenta un salto di qualità di un'esperienza nata nel 2o15: ora l'obiettivo è coinvolgere enti, istituzioni pubbliche, realtà culturali, accademie per strutturare in modo più durevole, gli appuntamenti di «Terezin 17/10». Dal 2015, e così quest'anno, vengono organizzati eventi nell'anniversario di uno dei capitoli più tragici della Shoah. Quel giorno viene ricordato, come spiega il documento di «Terezin 17/1o», per «la più massiccia strage di artisti mai avvenuta in Occidente».

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Il 17 ottobre 1944, ben 1.390 uomini, donne e bambini vennero uccisi a Birkenau. Erano stati caricati dal campo di Terezin sul Künstlertransport, ovvero «il treno degli artisti» pieno di musicisti, scrittori, poeti, attori, compositori, accademici e scienziati di entrambi i sessi che avevano animato l'esperienza di Theresienstadt. Ovvero il Lager usato dalla propaganda nazista come vetrina per sostenere che i campi di concentramento fossero luoghi vivibili e addirittura allietati da spettacoli. A Terezin vennero eseguiti concerti e organizzati spettacoli, persino l'opera per bambini e ragazzi Brundibár, che citava Aristofane, del compositore Hans Krása. Dopo un «programma di abbellimento», Theresienstadt ospitò il 23 giugno 1944 un'ispezione della Croce Rossa e diventò il set del filmato di propaganda nazista di Kurt Gerron, regista e attore ebreo che apparve accanto a Marlene Dietrich ne L'angelo azzurro: collaborò in cambio della promessa di aver salva la vita propria e di sua moglie Olga ma vennero uccisi ad Auschwitz il 28 ottobre 1944. In uno dei concerti filmati a Terezin appare il direttore d'orchestra ceco Karel Ancerl, uno dei pochi scampati che poi, dopo la Primavera di Praga, lasciò la Cecoslovacchia comunista, emigrando nel 1969 in Canada dove diventò direttore musicale della Toronto Symphony Orchestra. Tra gli internati ci furono musicisti come Viktor Ullman, Zikmund Schul, Pavel Haas, Gideon Klein, Hans Krása, Rudolf Karel, Alice Herz-Sommer (scampata e scomparsa nel 2014), Rafael Schächter. E poi la filologa austriaca Elise Richter, il letterato francese Robert Deseos, il cantante e attore ceco Honza Treichlinger. Quasi tutti morirono il 17 ottobre, altri immediatamente dopo. Come spiega Marcello Pezzetti, studioso della Shoah e già direttore della Fondazione Museo della Shoah dal 2008 al 2o15, Terezin fu il frutto dell'intuizione propagandistica di Joseph Goebbels che inventò il "campo modello". Un inganno pazzesco che convinse tutti, inclusa la Croce Rossa. Purtroppo fu una delle più grandi vittorie della propaganda nazista. Era molto difficile credere che quello fosse un transito verso la morte».

Ora «Terezin 17/10» col nuovo Comitato prosegue l'opera non solo di memoria ma anche di sguardo verso l'oggi e verso il futuro. Ancora Bruno Dal Bon: «Vogliamo condividere l'idea di opposizione che emerge dall'esperienza di Terezin. Un modo per resistere certamente al nazismo, ma anche a ciò che avveniva in quel periodo storico». Si legge nel documento: «Attraverso Terezin intendiamo raccontare le esperienze storiche in cui arte e libertà, nel Novecento, sono entrate in conflitto, in cui gli artisti si sono trovati di fronte alla brutale alternativa tra resistenza e rinuncia, tra creazione e silenzio. Gli artisti di Terezin hanno risposto con la forza, la fantasia, la profondità del loro pensiero. "Non ci siamo seduti a piangere sulle rive del fiume di Babilonia perché il nostro rispetto per l'arte era forte quanto la nostra voglia di vivere", ha scritto il compositore Viktor Ullman, una delle vittime della strage».

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