L'Occidente dovrà presto fare i conti con la cancel culture
Analisi di Diego Gabutti
Testata: Italia Oggi
Data: 30/09/2021
Pagina: 1
Autore: Diego Gabutti
Titolo: L'Occidente dovrà presto fare i conti con le sette apocalittiche
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 30/09/2021, a pag.2 con il titolo "L'Occidente dovrà presto fare i conti con le sette apocalittiche", il commento di Diego Gabutti.

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Diego Gabutti

Cancel culture, che cos'è davvero la

Non se ne vede la fine: il secolo delle sette apocalittiche, cominciato con il golpe del 1917 a San Pietroburgo, genera sempre nuovi conigli dal suo cappello e non finisce mai. Non mancano i precedenti, naturalmente: i puritani di Cromwell nell’Inghilterra delle guerre di religione, Giovanni Calvino Big Brother a Ginevra, i giacobini francesi e la loro campagna di decapitazione degli aristocratici e degli ennemis du peuple. Ma erano brevi stagioni: il partito millenarista non restava mai troppo a lungo al potere. Furono per primi Lenin e i suoi commissari del popolo a conquistare e mantenere il potere per decenni. I bolscevichi arrivarono a governare quasi mezzo pianeta, e i loro pronipoti sono ancora saldamente al potere in vaste regioni del mondo. Solo a loro è riuscito il miracolo. Anche il gemello nazifascista del bolscevismo, salito al potere in Germania e in Italia ispirandosi proprio al modello comunista, finì rapidamente fuori scena (anche se non prima d’aver provocato le devastazioni che si propongono, in vista d’un «reset» universale, tutte le sette apocalittiche).

Oggi il fondamentalismo novecentesco – l’eredità di Lenin e di Stalin, o per così dire l’ultimo volume delle Opere complete di Marx ed Engels – sopravvive al tracollo dell’Unione sovietica nella Cina neomaoista dei gelidi capitalisti «al servizio del popolo», nella repubblica degli ayatollah atomici, all’Avana e nella Corea del nord, nell’Afghanistan talebano. Finché l’Occidente non tornerà, come nei romanzi di Ian Fleming e nei saggi di Karl Popper, ad accettare la sfida delle tirannie nate per filiazione diretta o indiretta dalle tempeste del 1917 e dalla funesta utopia dei rivoluzionari di professione, le sette apocalittiche continueranno a infiltrare e minacciare d’estinzione le società libere, oltre che a occupare come eserciti alieni da film di fantascienza ampie porzioni del pianeta. Ma non è tutto. Non ci sono, infatti, soltanto russi e cinesi là fuori, né c’è da temere soltanto la guerra asimmetrica del terrorismo islamista.

Oggi c’è un nemico non meno mortale e insidioso, ma soprattutto interno, e per di più insediato ai piani alti della società e non nelle banlieu che circondano le metropoli: la cancel culture, le vernici che imbrattano le statue nei parchi, le teorie complottistiche, la destra armata che prende d’assalto il Congresso americano e la sinistra radicale che, come i suoi antenati leninisti, parla in nome della «libertà sostanziale» garantita dalla psicopolizia contro la «libertà formale» difesa dal diritto. Anche con queste nuove sette apocalittiche, se vuole sopravvivere, l’Occidente deve fare i conti al più presto.

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