Afghanistan, università talebana: 'Via le donne'
Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera
Data: 29/09/2021
Pagina: 16
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: Un guerrigliero rettore a Kabul: 'Atenei senza donne, per ora'
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/09/2021, a pag.16, con il titolo "Un guerrigliero rettore a Kabul: 'Atenei senza donne, per ora' " l'analisi di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

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Mohammad Ashraf Ghairat, nuovo rettore dell'Università di Kabul

Un giovane guerrigliero ignorante, che di recente esaltava l'assassinio dei giornalisti, nominato al posto di un professore laureato a Parigi e conosciuto nelle migliori accademie internazionali. I docenti dell'Università di Kabul hanno postato sulle loro chat la foto di Mohammad Ashraf Ghairat, il nuovo rettore voluto dei talebani, a fianco di quella di Mohammad Osman Boburi, appena dimesso per ordine inappellabile del nuovo Emirato. II contrasto è terrificante. Ne accennano preoccupati. Sono trascorsi pochi giorni dalla sua nomina e già il neo «magnifico» fa parlare di sé. «Finché un vero ambiente islamico non sarà garantito per tutti, alle donne non sarà permesso di venire all'università o di lavorarci. L'Islam viene per primo», annuncia via Twitter. II social figlio della modernità globalizzata solo in apparenza fa a pugni con il ritorno dell'oscurantismo della lettura talebana del Corano, in realtà ne centuplica la brutalità. II timore tra studenti e docenti è che ora Ghairat approfitti della situazione per eliminare del tutto la presenza femminile nell'ateneo. I leader talebani un mese fa avevano lasciato capire che le donne potevano tomare in classe, «secondo le norme della legge islamica». Nessuno però ha mai chiarito con precisione cosa ciò comporti. Era seguito una sorta di decalogo, dove si enunciava per esempio che le classi con più di 15 studentesse andavano scomposte in due, assieme a regole estremamente complesse per evitare che uomini e donne si mischiassero durante gli intervalli. Poi, però, i capi dell'Emirato avevano ordinato che le elementari miste potevano continuare, mentre a ragazze e donne insegnanti delle superiori e nelle università era assolutamente vietato tornare in classe, sino a nuovo ordine. L'attesa si protrae. Non sono pochi a paventare che sia un modo per vietare del tutto la scuola alle donne, cercando tuttavia di non annunciarlo formalmente ed evitando così lo scontro frontale con la comunità internazionale. «A causa della carenza di professoresse, stiamo lavorando ad un piano che garantisca ai docenti maschi, se possibile non troppo giovani, di insegnare da dietro una tenda alle ragazze», continua Ghairat. L'incertezza prevale. «L'arbitrarietà è totale. Non c'è alcun sistema per influenzare le scelte dei leader talebani. Chiunque di noi può essere licenziato da un momento all'altro», ci diceva ieri un gruppo di docenti di fronte alla facoltà di Veterinaria. L'unica studentessa incontrata nel campus è una neolaureata riuscita a superare a fatica le sentinelle talebane all'entrata, spiegando che doveva ritirare l'attestato di laurea. «Non tornerò mai più. Mi trattano da criminale. Non invidio mia sorella più giovane che dovrebbe iscriversi al primo anno. Io vorrei emigrare», ci ha detto.

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