UN "INTERCOLUTORE" PER SHARON
UN "INTERCOLUTORE" PER SHARON
Testata:
Data: 14/02/2002
Pagina: 6
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: intervista
Riconosciuto dalla Comunità internazionale come partner di pace, unico interlocutore di Sharon, Arafat si presenta ai lettori de l'Unità di giovedì 14 febbraio in una intervista rilasciata a De Giovannangeli.
Molti sarebbero gli spunti di riflessione: ci limitiamo a quelli più significativi.
1) "I missili Kassam? Ma sono una barzelletta che viene ingigantita dalla propaganda israeliana!" Il governo israliano ha ogni ragione ad essere fortemente preoccupato dall'utilizzo di questi missili. Il giornalista non fornisce però ai lettori alcuna informazione, non spiega che il kassam ha una gittata di ben 10 Km e che consente ai palestinesi di sparare da distanze molto elevate su Israele, diventando una gravissima minaccia per centri urbani densamente popolati: non dispone di queste informazioni o preferisce lasciar credere che si tratti veramente di "propaganda israeliana"?


2) "Nessuno può chiedermi di più perchè sto facendo il 100% dello sforzo in condizioni rese impssibili dall'aggressione israeliana." Il giornalista non sottolinea che la serie continua di attentati a cui è stato sottoposto da oltre 16 mesi il popolo israeliano non consente realisticamente di credere a siffatto "sforzo" e nemmeno ricorda ad Arafat che quella che lui chiama "aggressione israeliana" è in realtà una azione preventiva per evitare il ripetersi di quelle stragi che lo stesso Arafat non è in grado di impedire.


3) Verrebbe da sorridere se non fosse drammatica l'affermazione che "Sono stato io ad ottenere gli arresti domiciliari dello sceicco Yassin" Dinanzi all'ostentazione di una simile prodezza il giornalista non ricorda (e nemmeno Arafat) che solo pochi giorni dopo l'arresto il povero sceicco aveva potuto recarsi a pregare alla moschea girando indisturbato per le strade di Gaza e che oggi i suoi "arresti" domiciliari sono una vera presa in giro.


4) Ancora. "L'aggressione israeliana ha provocato oltre 2000 morti e molti tra questi restano invalidi per tutta la vita!" Si tratta forse di una "delicatezza" che il giornalista riserva al leader palestinese non ricordandogli l'enorme numero di giovani israeliani rimasti invalidi (senza gambe, con la colonna vertebrale lesa, bruciati nel corpo, distrutti psicologicamente), grazie all'opera dei suoi kamikaze?


5) Il continuo ritornello che si legge sui giornali, e non ultima l'Unità, "del povero leader delegittimato e assediato ingiustamente" , "delle terribili condizioni in cui è costretto a vivere" viene direttamente smentito da una affermazione bellicosa dello stesso Arafat che oltre tutto dovrebbe mettere tranquille le pietose coscienze degli italiani tanto preoccupati dalla sorte del Rais: "Dopo tutto quello che mi è accaduto, lei pensa che possa avere paura di qualche carro armato piazzato fuori dal mio ufficio?" ............" La storia ha dimostrato che nessuno può fermarmi!"


Questo nei punti salienti il ritratto di colui che si pone come unico interlocutore di "pace" e con il quale Israele dovrebbe ritornare al tavolo delle trattative!


I lettori che desiderano esprimere sia il loro parere sulla figura di Arafat, sia il loro dissenso sulle omissioni del giornalista possono scrivere alla Direzione de l'Unità (si veda il link sottostante).

lettere@unità.it