COME SI ORIENTA UN'INTERVISTA
COME SI ORIENTA UN'INTERVISTA
Testata:
Data: 18/02/2002
Pagina: 6
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Intervista al signor Hanna Siniora
Dall'apprezzamento per lo sforzo "encomiabile" dell'Europa nel tentare una soluzione politica del conflitto israelo-palestinese Hanna Siniora, leader palestinese, passa ad una critica dura nei confronti dell'"inazione" degli USA.
Con queste parole si apre l'intervista di De Giovannangeli al signor Hanna Siniora, direttore fra l'altro del quotidiano in lingua araba "Al Fajir". Oltre ad omettere, come vedremo alcune informazioni, il giornalista ancora una volta orienta (senza troppa fatica peraltro) le risposte del leader palestinese.
Ecco alcuni punti salienti:
1) ???"senza un deciso intervento degli Stati Uniti ed un chiaro esercizio di mediazione super partes, è difficile pensare ad una inversione di tendenza in Medio Oriente".
Il giornalista omette alcune informazioni che potrebbero spiegare meglio l'atteggiamento americano:
a) i diversi tentativi compiuti dal mediatore Zinni per ritornare al tavolo delle trattative e regolarmente frustrati da nuovi attacchi palestinesi
b)il coinvolgimento di Arafat (del quale l'intelligence americana ed isreaeliana hanno le prove) nella vicenda della nave Karine A intercettata dagli israeliani il 3 gennaio carica di armi destinate all'ANP.
La freddezza o meglio l"inazione" degli USA non potrebbero significare sfiducia nei confronti di un leader che non fa assolutamente nulla per fermare il terrorismo, anzi lo incrementa?
2) ????"le parole da sole non bastano per ridare speranza ad un popolo, quello palestinese, sottoposto da oltre 16 mesi ad un assedio permanente". La gravità di questa affermazione non sembra stupire il giornalista il quale passa tranquillamente ad un'altra domanda.
Eppure il lettore non può fare a meno di chiedersi se il "popolo assediato" è solo quello palestinese. Il popolo israeliano invece non è sottoposto da ben 16 mesi ad attacchi terroristici su civili INERMI? CIVILI INERMI è questa la parola che fa la differenza: Israele non ha mai colpito volutamente palestinesi inermi: obiettivo delle azioni mirate erano sempre e solo terroristi!
3) Ancora. La richiesta di un maggior impegno contro il terrorismo che viene rivolta dall'Unione Europea ad Arafat non sarebbe fattibile perché: ?"lo chiedono ad un leader che da oltre due mesi è confinato a forza da Israele nel suo quartiere generale a Ramallah". Evidentemente il sig. Siniora non è al corrente delle affermazioni rilasciate dallo stesso Arafat proprio su questo quotidiano: "Dopo tutto quello che mi è accaduto, lei pensa che possa avere paura di qualche carro armato piazzato fuori dal mio ufficio?????..La storia ha dimostrato che nessuno può fermarmi. L'impressione che se ne ricava non è certamente quella di un leader debole o assediato. Senza contare che quando ha voluto, indipendentemente dai carri armati, ha saputo fermare la violenza per ben due settimane!
4) ????"una pace giusta, tra pari, passa per un duplice riconoscimento: il diritto all'autodeterminazione nazionale per il popolo palestinese (e questo non è mai stato messo in dubbio dai leader israeliani) e, il diritto alla sicurezza e all'esistenza di Israele." Purtroppo Israele è ancora lontano dal veder riconosciuto non solo il diritto a vivere senza l'incubo del terrore ma quello, altrettanto importante, alla sua esistenza. Nessun accenno al continuo incitamento alla violenza ed all'annientamento degli ebrei che si legge sulla stampa araba, che si ascolta alla televisione e perfino nelle moschee; Wafa Idris, la kamikaze che il 27 gennaio ha provocato una nuova strage, sta diventando una figura di culto per il mondo arabo.
Sarebbe stato illuminante a questo proposito conoscere l'opinione di Hanna Siniora: purtroppo il giornalista non "vuole" soddisfare la curiosità del lettore!!


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