L’amore occulto
Roberto Giardina
Giraldi editore
euro 15
La Germania all’epoca della Seconda Guerra Mondiale è di frequente lo scenario di opere che affrontano il dramma della Shoah. Ci sono i racconti delle persecuzioni naziste, dei campi di sterminio e dei gesti di coraggio di chi, non colluso con il regime, decide di offrire una possibilità di salvezza agli ebrei perseguitati. Nel suo ultimo libro Roberto Giardina, corrispondente da Berlino per il Quotidiano Nazionale e per Italia Oggi, autore di saggi e romanzi tradotti in molti paesi, racconta una vicenda dalle tinte forti, comune e originale al contempo, conducendo il lettore a interrogarsi sulla forza/distruttività dell’amore, sul valore dell’amicizia e sulle motivazioni che portarono alcuni tedeschi a nascondere, a rischio della vita, le famiglie ebree perseguitate. Non per tutti fu una scelta “ragionata”. Alcuni si trovarono davanti a situazioni impreviste e pericolose ma non si voltarono dall’altra parte e da uomini semplici, non da eroi, ascoltarono solo la voce della coscienza. In questo solco si inserisce “L’amore occulto”, una storia che spazia fra la Berlino nazista e la Gerusalemme degli anni Settanta con frequenti rimandi temporali che arricchiscono il racconto con un ritmo narrativo serrato.
Roberto Giardina
L’azione prende avvio con una lettera da Israele. Julia, un’agiata signora che vive a Berlino, riceve nel giorno del suo compleanno un invito a recarsi a Gerusalemme. “Elia Ludwig Montefiore desidera incontrarla per parlare del suo passato”. Julia e suo marito Manfred, un medico scrupoloso, nascosero per tre anni nella loro villa di Berlino una famiglia ebrea vivendo “come in prigione, sotto le bombe, per proteggere Joseph, Judith e la piccola Clea dalle camere a gas”. Furono costretti a condividerne la vita, diffidando dei vicini, evitando sguardi indiscreti, in una sfida continua per non essere scoperti. Ora Elia Montefiore, un ebreo livornese trasferitosi in Israele, è incaricato dal giudice Bejski di verificare gli eventi accaduti in quegli anni per poter concedere il titolo di Giusto fra le Nazioni a Manfred. Eppure quella di Julia e Manfred non fu una storia a lieto fine. Qualcuno si macchiò di tradimento: la famiglia di ebrei venne deportata e il medico si tolse la vita. Julia, dinanzi alle domande di Elia, garbate ma pur sempre dolorose, si trova a rievocare un passato che torna spesso nei suoi incubi e di cui non riesce a liberarsi. Cosa nasconde Julia nel segreto del suo cuore? Con una prosa fluida e una cifra linguistica elegante l’autore dipinge uno scenario dove la Storia si insinua con eventi e personaggi realmente esistiti - come Marlene Dietrich, Oskar Schindler, Moshe Landau (il giudice di Eichmann), il cancelliere tedesco Willy Brandt – nelle storie private create o rielaborate dall’immaginazione dell’autore.
In effetti Giardina non conferma la veridicità della storia che narra e nella postfazione la presenta ai lettori come “raccontata da un amico, o da un’amica anni fa….se mai sia avvenuta sarà stata valutata negli ultimi giorni di guerra come un fatto di cronaca di scarsa importanza”. Lo scrittore delinea con sapienza i rapporti, ora turbolenti ora enigmatici, che si instaurano fra le donne che gravitano nella villa penetrando con sensibilità nella psiche femminile: Julia, la padrona di casa, preferisce lasciare a Judith, più esperta, la gestione della casa per non incrinare un equilibrio già di per sé precario; Judith, si ostina a seguire, nonostante le ristrettezze alimentari e la difficoltà di procacciarsi cibo, le tradizioni religiose perché “avevano quasi dimenticato di essere ebrei, ma se ti perseguitano, se vogliono ucciderti perché lo sei, allora diventi ebreo, e un ebreo rispettoso e religioso”; Clea dopo tre anni di reclusione non è più la bambina un po’ maliziosa che cantava nel cabaret del padre, ma un’adolescente irrequieta e ribelle. Prigioniera, suo malgrado, nella villa dove trascorre il tempo dedicandosi a letture poco adatte agli adolescenti, Clea subisce il fascino di un’idea romantica dell’amore che la rende imprudente e troppo audace nei comportamenti. Nel romanzo spicca un altro personaggio tanto affascinante quanto enigmatico: Kurt, un colonnello delle SS che occupa un posto speciale nel cuore di Julia. Un sentimento ricambiato che induce l’ufficiale tedesco a proteggere (forse in modo inconsapevole ma non è detto…) la famiglia di Julia fino agli ultimi eventi drammatici.
C’è una tela senza cornice che Julia conserva dal suo passato, raffigurante la giovane Clea nello splendore dei suoi capelli, rossi come i fiori di Giuda, “i primi a fiorire alla fine dell’inverno a Gerusalemme”, un colore che ricorda sia l’amore che il tradimento. Questo quadro tornerà nelle ultime intense pagine del libro insieme ad una scoperta sconvolgente che ci rivela come il germe del tradimento possa annidarsi nelle anime più insospettabili. Ne “L’amore occulto” Giardina coniuga con perfetto equilibrio Storia e letteratura, “due fiumi che si sfiorano, a volte si incrociano, altre si allontanano, ma che muovono nella stessa direzione e si alimentano a vicenda” (G. Van Straten).
Giorgia Greco
takinut3@gmail.com