Il giardino
«Un luogo di cultura e umanità, che siamo fieri e orgogliosi di presentare». Così Dario Nardella ha iniziato il suo discorso durante la cerimonia di intitolazione del giardino di Borgo Allegri a Wanda Lattes, staffetta partigiana e giornalista e Alberto Nirenstein, storico della Shoah, marito e moglie, che si è svolta ieri. Alberto Nirenstein è stato uno dei primissimi storici della Shoah. Nato nel villaggio polacco di Baranov, è giunto in Italia dalla nascente Israele nelle file della Brigata Ebraica per contribuire alla guerra alleata per la liberazione dal nazifascismo. A Firenze ha incontrato Wanda Lattes, partigiana combattente, uscita dalle leggi razziali divenendo una delle prime giornaliste della storia italiana, sempre in prima fila nella difesa della grande cultura fiorentina. «Da molto tempo - ha spiegato il sindaco - lavoravamo a questo progetto che ci consentisse di riconoscere ad Alberto Nirenstein e Wanda Lattes un luogo di particolare significato, a suggellare un rapporto che è nato, cresciuto e che non si è mai affievolito tra la famiglia e la nostra città. Un rapporto fatto di amore per questa città e comunità che Alberto e Wanda dimostravano con le loro iniziative culturali, con la loro attività sempre rivolta alla promozione della città, un rapporto fecondo che continua a vivere attraverso le figlie e tutta la famiglia, la comunità ebraica, gli intellettuali di questa città, gli organi di informazione».
Wanda Lattes, Alberto Nierenstein
«Questa è un'occasione meravigliosa, di cui ringrazierò per sempre la città che ci ha cresciuto - dice una delle figlie di Alberto e Wanda, Fiamma Nirenstein -. Mio babbo, dalla Polonia arrivò a liberare l'Italia dal nazifascismo, e in queste circostanze conobbe mia madre. Entrambi erano innamorati dell'Italia e di Firenze, oltre che di Israele. I miei genitori si sono conosciuti nella lotta, e così hanno continuato a vivere. II riconoscimento in questa strada meravigliosa ci riempie di gioia». «Abbiamo tantissimi ricordi con i nostri nonni, dall'estate in Versilia alle loro storie - hanno raccontato le nipoti di Alberto e Wanda -. Non erano i classici nonnini, tutt'altro, erano pieni di intelligenza. Ricordo bene il nonno cantare l'aramaico, e la nonna che ha voluto fare la giornalista fino alla fine, col suo carisma e la sua intelligenza». Alla cerimonia hanno partecipato anche Ernesto Galli Della Loggia, Daniel Voghelmann a nome della Comunità Ebraica di Firenze, Paolo Ermini, Franco Camarlinghi e Maurizio Degli Innocenti, presidente della fondazione Turati.