UN "PRUDENTE" OTTIMISMO
UN "PRUDENTE" OTTIMISMO
Testata:
Data: 27/02/2002
Pagina: 13
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Una nuova luce si è accesa
Il piano di pace avanzato dal principe saudita Abdullah per una soluzione del conflitto mediorientale sta incontrando pareri favorevoli, sia da parte palestinese che israeliana.
Questo in sintesi il contenuto dell'articolo apparso su l'Unità a pagina 13 del 27 febbraio.
Tuttavia alcune riflessioni possono aiutare a capire meglio i termini della questione.
Scrive De Giovannangeli: "Il piano saudita che preved, in cambio del ritiro di Israele dai Territori occupati nel 67 - inclusa Gerusalemme Est - , il riconoscimento dello Stato Ebraico da parte dei paesi arabi e la conseguente normalizzazione dei rapporti, ha incrinato il MURO DELLA DIFFIDENZA ISRAELIANA (!!).
Non sarebbe meglio usare il termine più appropriato e meno fazioso di "PRECAUZIONE"?
Dopo gli ultimi atti di violenza che hanno seminato ancora una volta morte e sangue fra gli israeliani, basti ricordare:
la morte della poliziotta israeliana di 21 anni, ferita nell'attacco terroristico (De Giovannangeli scrive "attacco palestinese": evidentemente il termine "terroristico" è tabù!!);
l'arresto di un palestinese trovato in possesso di un fucile automatico e pronto ad uccidere;
la giovane kamikaze quindicenne uccisa dai soldati contro i quali si stava scagliando armata di un coltello;
una bomba esplosa all'ingresso di un tunnel mentre passava un autobus israeliano fra Gerusalemme ed una colonia ebraica vicino a Betlemme appare del tutto comprensibile e oltre modo giustificato da parte dell'esercito israeliano adottare un atteggiamento quanto meno di "vigile attesa".

"L'ostacolo maggiore" (al piano saudita) scrive ancora De Giovannangeli, è la pregiudiziale che Sharon pone sulla ripresa dei negoziati: la cessazione di ogni violenza"
Chiedere di fermare le stragi, gli attacchi terroristici ed anche la propaganda antisemita non è certo una richiesta "esosa".
Del resto sarebbe assurdo riprendere i colloqui di pace sotto la continua minaccia rappresentata dai kamikaze.
Ancora. "Arafat ha detto di apprezzare e sostenere totalmente gli sforzi di pace del principe saudita"
Dove era questo magnanimo Arafat quando a Camp David Barak gli proponeva un piano di pace del tutto analogo a quelle del principe saudita e che ora suscita il suo plauso?
Il giornalista non appare interessato a porsi questo dilemma, lasciando briglia sciolta alla "curiosità" del lettore.
"Potenza dei legami religiosi e dei munifici finanziamenti provenienti da Ryad"! - scrive ancora De Giovannangeli.
Sarà anche vero, rimane comunque il dubbio che la "positiva apertura" di Arafat (della quale è ancora da verificare l'attendibilità) sia da ascriversi alla sua consapevolezza che l'Intifada che ha scatenato 18 mesi fa ( e che ha portato distruzione e morte non solo fra gli israeliani ma anche fra i palestinesi), non gli abbia consentito di raggiungere quegli obiettivi che si era prefisso: "distruggere lo Stato ebraico e buttare a mare tutti gli ebrei".


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