Afghanistan: la voce delle donne
Commento di Viviana Mazza, Marta Serrano
Testata: Corriere della Sera
Data: 17/09/2021
Pagina: 35
Autore: Viviana Mazza, Marta Serrano
Titolo: 'Vogliamo continuare con la nostra vita'
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/09/2021, a pag.35, con il titolo 'Vogliamo continuare con la nostra vita' il commento di Viviana Mazza, Marta Serrano.
Viviana Mazza
“Vogliamo continuare con la nostra vita, vogliamo continuare a giocare a caldo e a studiare perché è un nostro diritto». Inizia con una dedica il Tempo delle Donne 2021. Ed è per le donne afghane perché — come ha spiegato la vicedirettrice vicario del Corriere della Sera Barbara Stefanelli in Triennale — «sono loro l'esercito della democrazia, la nostra forza». Ragazze come le tre calciatrici della squadra femminile di Herat, arrivate in Italia con i primi voli di evacuazione e che, collegate assieme al loro allenatore da una località segreta, grazie alla collaborazione di Cospe, Polizia di stato e Caritas, spiegano cosa significhi innamorarsi del pallone in Afghanistan, dove ora alle donne non è permesso praticare sport e anche prima del ritorno dei talebani chi decideva di diventare un'atleta affrontava ostacoli enormi. «L'allenatore ci ha dato uno spazio sicuro per ritrovarci prima che allenarci. Per noi il caldo è come il cibo, è naturale come mangiare». Le donne afghane «Vogliamo continuare le nostre vite» La regista Sahraa Karimi, nel 2019 a Venezia con il «Hava, Maryam, Ayesha», dedicato al tema della maternità in Afghanistan, ha lasciato al pubblico una testimonianza intensa e onesta. Ora è in Europa per restarci. «Se fossi rimasta mi avrebbero ucciso». Ha fatto parte dell'Afghan Film Organization di proprietà dello Stato fino a un mese fa. È l'unica afghana ad avere un dottorato in cinematografia. Il 15 agosto, mentre i talebani erano alle porte di Kabul, si trovava in banca. «Stavo cercando di prelevare denaro, sono iniziati gli spari: il direttore mi ha detto di andarmene». Poi la fuga raccontata in diretta sui social. «In un'ora ho lasciato tutto, il mio Paese, il lavoro. L'ho fatto per le mie nipoti». E alla domanda cosa possiamo fare noi per sostenere le donne afghane, Karimi trattiene le lacrime di rabbia ma non esita: «Chiedete ai vostri governi di non riconoscere il governo dei talebani. Non legittimateli. Solo così potete salvarci».
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@corriere.it