"L'INGENUITA'" PALESTINESE
"L'INGENUITA'" PALESTINESE
Testata:
Data: 28/02/2002
Pagina: 11
Autore: Hanna Siniora
Titolo: Tel Aviv non si illuda di scavalcare l'ANP
Il titolo è un monito: "Tel Aviv non si illuda di scavalcare l'ANP". Con queste parole si apre l'intervista che l'intellettuale palestinese Hanna Siniora, direttore di un quotidiano in lingua araba rilascia a l'Unità del 28 febbraio a pagina 11.
Ecco alcuni punti salienti di questa intervista.
1) Dice Hanna Siniora: "Se Sharon è davvero interessato a quel piano di pace (il piano saudita) dovrebbe manifestare una qualche apertura che al momento è del tutto aleatoria".
Evidentemente nè la palestinese e neppure (cosa molto più grave) nè il giornalista hanno letto quanto è stato riportato su Haaretz e cioè che Sharon ha detto subito a Solana di essere pronto ad incontrare sia formalmente che informalmente , pubblicamente o in modo riservato qualsiasi rappresentante dell'Arabia Saudita" perchè reputa l'idea interessante. E questa cosa sarebbe se non una chiara apertura?
(del resto, come si è avuto modo di constatare più volte, sia il giornalista che i leader palestinesi leggono con molta più attenzione i quotidiani israeliani quando riportano la notizia di riservisti che si sono rifiutati di prestare servizio militare nei Territori).
2) "Quel piano serve ad unire il fronte arabo attorno alla questione perchè l'obiettivo primario del piano saudita è proteggere il popolo palestinese dalle aggressioni israeliane"
L'ingenuità (o la faziosità, dipende dalle opinioni) di una tale affermazione avrebbe dovuto far saltare sulla sedia il giornalista; quando mai (e la storia ce lo insegna!!) il mondo arabo si è occupato delle sorti del popolo palestinese?
Migliaia di palestinesi sono stati tenuti per anni nei campi profughi, sono stati buttati fuori dalla Giordania, non gli è mai stato concesso di acquisire la cittadinanza nei paesi arabi che li avevano accolti. Ha forse la memoria corta la Sig.ra Siniora?
Il giornalista avrebbe potuto evidenziare che (forse!!) l'intento dei sauditi non è proprio quello di trasformarsi in una associazione benefica a favore del popolo palestinese.
Ciò che spinge i sauditi a portare avanti questo nuovo progetto di pace è innanzitutto il timore che una guerra, magari al seguito di un attacco americano all'Iraq, possa determinare una forte polarizzazione nell'area con conseguente crescita dell'estremismo.
Da ultimo c'è anche il desiderio dei sauditi, dopo i fatti dell'11 settembre, di ripresentarsi al mondo occidentale (America compresa) con il volto di un paese moderato che cerca la pace per l'intera area medioerientale.
3) "Non è confinando Arafat a Ramallah che Israele riuscirà a garantire la sicurezza dei suoi cittadini"
E' vero, ma non è questo l'obiettivo di Israele. Arafat, se ancora vuole essere un interlocutore di pace, deve decidersi ad adottare una linea dura e ferma contro il terrorismo eliminando le infrastrutture di Hamas e della Jihad, abolendo tutti i video che vengono proiettati alla televisione palestinese e che inneggiano all'odio contro gli ebrei ("Ammazzateli tutti dovunque si trovino," questo predica il mullah ogni venerdì nei suoi sermoni alla moschea!).
E' solo questo che chiede Sharon ad Arafat. E' troppo?


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