Afghanistan: i misteri della guerra del Panshir
Analisi di Francesco Palmas
Testata: Avvenire
Data: 12/09/2021
Pagina: 4
Autore: Francesco Palmas
Titolo: 'Il Daesh colpirà il governo'. Guerra dei droni nel Panshir
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 12/09/2021, a pag.4 con il titolo " 'Il Daesh colpirà il governo'. Guerra dei droni nel Panshir", l'analisi di Francesco Palmas.
Francesco Palmas
Resistenti anti-talebani nel Panshir
Si dissolvono piano piano i misteri intorno alla conquista taleban del Panshir. Perché gli studenti coranici, privi di aviazione, sono riusciti in cinque giorni ad espugnare una provincia impervia, mai presa prima dai sovietici in 10 anni di guerra, né dagli stessi taleban nel conflitto del 1994-2001? II Panshir è circondato dalle catene montuose dell'Hindukush. È un continuo svettare di cime inaccessibili, che favoriscono i difensori. L unico asse di avanzata possibile è il fiume omonimo, a sud. Passando da li, senza copertura aerea, i taleban non avrebbero avuto scampo, perché la valle fluviale è sormontata da alture che i resistenti avevano imbottito di artiglierie e di posti di osservazione. Molte fonti iraniane, indiane e tagiche accusano il Pakistan di aver combattuto al fianco dei taleban anche questa battaglia decisiva. Islamabad avrebbe alzato uno scudo protettivo intorno all'avanzata delle forze speciali taleban e ai suoi stessi commando, infiltrati nell'area con una ventina di elicotteri. A 10mila metri di altezza, sfuggenti e letali, incrociavano, e volano tuttora, i droni che il Pakistan si è procurato dall'alleato di ferro cinese. Molto ben armati, questi velivoli, hanno permesso di aggirare le difese dell'Alleanza del Nord, bombardandone i nidi di volpe, le postazioni di artiglieria e i nuclei di osservazione. Quei giorni concitati, il comandante del servizio segreto militare pachistano era a Kabul. Ufficialmente stava sbrogliando la matassa per la formazione del nuovo governo taleban. Ma aveva anche un'altra missione: seguire da vicino gli sviluppi della battaglia del Panshir. C'era da tenere d'occhio la reazione delle potenze regionali. Dall'Iran stavano piovendo parole di fuoco contro l'offensiva taleban. Media afghani e persiani raccontano che aerei non identificati avrebbero bombardato le colonne taleban in avanzata sul fiume Panshir. Il sito Saham News, ben informato sulle vicende iraniane, suggerisce che l'aviazione dei pasdaran abbia spedito suoi droni armati. Teheran avrebbe lanciato un monito ai taleban, avvisandoli che non resterà con le mani in mano se gli studenti coranici useranno le maniere forti anche con la minoranza sciita hazara. È una prima linea rossa, cui si sommano altri indizi. Dal Tagikistan e dall'Uzbekistan si sarebbero mobilitati per la "battaglia aerea' del Panshir anche i piloti dell'ex aviazione afghana, fuoriusciti dal Paese il 15 agosto. Avrebbero inferto perdite ai taleban e impedito la conquista completa della provincia. SecondoAnalisiDifesa, potrebbe essere entrata in scena l'aviazione tagika stessa, mossa dalla fratellanza di etnia con i resistenti del Panshir. Il ministro degli Esteri tagiko, ha detto chiaro e tondo, che non accetterà in Afghanistan «governi unilaterali, non inclusivi di tutti i gruppi etnici, in cui i tagiki abbiano il loro giusto posto». Si prefigurano un asse di resistenza regionale all'efferatezza dei taleban e una nuova guerra civile per proxy? Molti resistenti del Panshir sono oggi trincerati sui monti circostanti. Stanno riorganizzando le forze, per la guerriglia di domani. Diversi miliziani tagiki sono alla macchia sulle cime più alte della valle, arroccati in posizioni ancora presidiate dalla bandiera verde, bianca e nera dell'Alleanza del Nord. C'è un Afghanistan che non si arrende al dispotismo taleban.
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