Testata: Panorama Data: 14/02/2002 Pagina: 14 Autore: Sergio Romano Titolo: Alla lettera
Lettera intitolata "Israele e l'Olocausto", pubblicata su Panorama del 14/II/02, pag. 14
L'opinione pubblicata senza alcun commento in "Alla lettera" - rubrica diretta da Sergio Romano - necessita una breve riflessione, proprio per evitare di fornire al lettore la solita informazione incompleta e fuorviante. Secondo la tesi della signora Daniela Dal Pozzo - autrice genovese della lettera - l'intervento dell'ambasciatore di Israele in Italia sulla Giornata della Memoria - pubblicato da Panorama del 31/I/2002 ("La terribile lezione della storia") - è fuori luogo. La signora ammette di non essere ben preparata sull'argomento, ed infatti lo dimostra, quando afferma che "a 50 anni dalla fine della guerra è giusto smettere di guardare al passato solo col sentimento della pietà e del rimorso, e senza approccio scientifico", come se fin'ora non si avesse fatto altro. L'atteggiamento sulla Shoah di cui parla la signora non è presente nè nei testi storici, pubblicati anche di recente, nè nei mass media. La Giornata della Memoria, come è scritto nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000, è stata istituita "al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati". Tutto ciò non ha nulla a che vedere con sentimenti di pietà, ma con il conoscere la storia per evitare che si ripeta: questo è un fatto che riguarda il mondo intero, non solo gli ebrei. L'accusa fatta ad Israele, secondo la quale esso nasconde le sue colpe verso i palestinesi sotto "il velo" della Shoah, è assolutamente falsa ed è spesso usata da personaggi che mascherano il loro antisemitismo sotto l'aspetto dell'antisionismo. Non è possibile, come vorrebbe fare l'autrice della lettera, "distinguere attentamente tra popolo ebraico e stato israeliano" in quanto sono uno legato indissolubilmente all'altro, come sa chiunque abbia approfondito abbastanza l'ebraismo. Molti israeliani di oggi sono i figli dei sopravvissuti alla Shoah: è assurdo ed insensato chiedere a loro di non parlare di un argomento che - purtroppo - appartiene loro. L'intervento dell'Ambasciatore israeliano su Panorama è stato un monito a che ciò che è accaduto una volta, non accada mai più: non ha fatto altro che esprimere concetti che dovrebbero essere propri di tutto il mondo. Ma forse ancora non è così. E questo è davvero molto triste, ma soprattutto preoccupante, per noi tutti.
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