Arafat, un problema? Ma da quando?
Arafat, un problema? Ma da quando?
Testata:
Data: 11/06/2002
Pagina: 12
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Sharon e Bush d’accordo sul "problema Arafat"
L’articolo "Sharon e Bush d’accordo sul "problema Arafat" apparso su l’Unità dell’11 giugno a pagina 12 riporta la notizia del vertice alla Casa Bianca fra il presidente americano e il leader israeliano.


"Il vertice dei no" lo definisce De Giovannangeli intendendo chiaramente che se nessun passo avanti si sta facendo la responsabilità è ancora una volta di Sharon.

E lo ribadisce ulteriormente nel prosieguo dell’articolo.

"Nessuna novità, nessun passo in avanti. Il premier israeliano ribadisce quanto più volte sostenuto alla vigilia: "Non abbiamo un partner per discutere di pace"

Si può forse confutare con argomentazioni plausibili siffatta affermazione??

"Una cosa è certa incalza Sharon: nessuna trattativa sarà mai possibile finchè a guidare i palestinesi sarà l’"inaffidabile", "irrilevante", "irresponsabile" Arafat."

I tre aggettivi, che definiscono perfettamente il leader palestinese, sono come al solito posti fra virgolette. Il giornalista vorrebbe suggerire altri modi per indicare la figura di Arafat? Affidabile nelle azioni che promette di intraprendere, rilevante nella lotta al terrorismo, responsabile dinanzi alle necessità del suo popolo? Perché se così fosse non sarebbe Arafat!!

"Le considerazioni dell’alleato israeliano portano il presidente Usa a constatare che: "Non ci sono ancora le condizioni per convocare una Conferenza internazionale di pace"

Evidentemente, secondo il giornalista, il presidente americano non ha televisione né radio, non sente le notizie delle stragi, né vede lo scempio dei corpi di donne, giovani e bambini fatti a brandelli per le strade di Israele. Povero Bush, senza le "considerazioni" di Sharon non avrebbe mai potuto "intuire" la strategia del terrore di Arafat!!

A proposito dell’incursione dei soldati israeliani a Ramallah scrive De Giovannangeli:

"I soldati hanno poi isolato la sede di "Voce della Palestina", avviando rastrellamenti alla ricerca di "sospetti miliziani" palestinesi. In tutto ne sono stati catturati 27, tra i quali il capo locale della Jihad islamica che ha rivendicato l’attentato suicida di mercoledì scorso a nord di Tel Aviv e due aspiranti kamikaze pronti ad entrare in azione"

Perché per l’Unità i palestinesi sono sempre "sospetti" anche quando dichiarano espressamente la responsabilità degli attentati?

La parola "terroristi" è forse bandita dal vocabolario de l’Unità?



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