Zvi Yehezkeli è da anni uno dei più noti giornalisti investigativi israeliani. Fra le molte inchieste, quelle che coinvolgono le relazioni con i palestinesi. Forse era stato stimolato da una dichiarazione di Arafat che recitava “c’è la verità e c’è suo fratello”. Sul canale 13 della Tv israeliana è uscita di recente una sua inchiesta svolta tra i palestinesi – circa 100.000, nella zona C a conduzione mista Israele/Anp- su come giudicano il rapporto con Israele. A dimostrazione della veridicità del suo lavoro, aveva indossato un paio di occhiali collegati a una minuscola telecamera. In alcuni casi la ripresa veniva, se richiesto, mantenuta anonima l’identità dell’intervistato, ma la maggioranza non aveva alcun timore a esprimere la propria opinione, a viso aperto, incurante delle possibili reazioni. Il tono delle conversazioni, in modo particolare se avvenivano in gruppo, era particolarmente vivace e privo di ambiguità. L’Anp, con un proclama dello stesso Abu Mazen, aveva appena annunciato manifestazioni di piazza contro l’annunciato progetto di annessione da parte di Israele di alcuni territori, così come era avvenuto per il trasferimento dell’Ambasciata Usa a Gerusalemme e la minaccia di una nuova intifada lanciata da Hamas. Tutti tentativi miseramente falliti. Yehezkeli voleva mettere a confronto le dichiarazioni ufficiali con quelle di palestinesi incontrati per strada per capire perché quel fallimento. Ebbene, la verità è venuta fuori, bastava avere la volontà di cercarla e ascoltarla. Accompagnati da forti accuse di corruzione nei confronti dell’Anp, nessuno è sceso in piazza a dimostrare contro il Progetto di Pace tra Israele e gli Emirati, al contrario ciò che vogliono è la ‘Carta Blu’, il permesso di lavoro in Israele, neanche una parola sullo Stato che non c’è, tutti vorrebbero invece la Carta d’Identità israeliana. L’inchiesta ha avuto un livello di ascolto molto alto, ripresa da molti canali Tv in lingua araba, non solo nei paesi sunniti, era la prima volta si potevano vedere e ascoltare le opinioni dei palestinesi comuni, al punto da indurre Canale 13 a sottotitolare tutto il servizio nelle lingue più diffuse. Incluso l’italiano. Non sono mancate le polemiche, anzi, il video ne ha tratto ulteriore pubblicità. Chi ne ha trascurato persino l’esistenza è l’Italia. Che esista ancora l’accordo che evitava la diffusione di notizie che potevano mettere in cattiva luce prima l’Olp e poi l’Anp nel nostro paese? Il video originale con sottotitoli italiani dura 10 minuti, si può vedere su
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