Cambio di casacca, o meglio canotta, golfino... 28/09/2019
Autore: Diego Gabutti
Cambio di casacca, o meglio canotta, golfino...
Commendo di Diego Gabutti

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Nel paese in cui a cambiare casacca, come si dice con espressione smorta, sono interi partiti, un giorno alleati con la destra estrema e il giorno dopo con la sinistra radicale, ci vuole un demagogo svergognato, come il capo politico delle mezze pippe, per invocare una modifica della costituzione che vieti ai singoli parlamentari di cambiare partito. Senza contare che da noi, in uno stesso partito, ci sono sempre state più casacche (cappotti, giacchette e giacconi, impermeabili double face, mantelli da supereroe) che sull’attaccapanni d’un ristorante. Ai suoi tempi, la Democrazia cristiana conteneva, da sola, le moltitudini (per citare il poeta) d’un intero arco costituzionale, come all’epoca era chiamata, esagerandone la finesse, la buona società parlamentare. Qualcosa di simile, nel crepuscolo della prima repubblica,tentò il povero Berlusconi, naturalmente senza neanche sfiorare l’obiettivo: al posto dell’arco costituzionale, un’«accozzaglia».
Messi alla porta i liberali – di cui il Cavaliere diffidava istintivamente, come ogni politico dopo la fine della guerra fredda e le tempeste di Tangentopoli – cooptò nel cerchio magico post fascisti senza tetto né legge, exsocialisti allo stato brado, papisti per tutte le stagioni, sorrisi a sessantaquattro denti da televisione commerciale, funzionari di Publitalia e giovinotte e giovinotti «senza scrupoli», come cantava Fred Buscaglione.
Dai lombi populisti, canzonettistici, pornosoft, trasformisti e nazionalpopolari di Forza Italia derivano tutte le nostre attuali peculiarità istituzionali, compresa anche la pratica, su scala gigante, del cambio di casacca da parte d’interi partiti di governo e d’opposizione (più precisamente, un giorno di governo e un giorno d’opposizione). Diciamo (anzi, dicono) «cambio di casacca», ma se con «casacca» intendiamo (anzi, intendono) «identità politica» (un’idea del mondo, una Weltanschauung) allora «casacca» è una parola grossa, esagerata. Basta meno: una canotta, un golfino, una brachetta. Che «casacca» potrà mai cambiare un berlusconiano? E un democratico zingarettiano? E una mezza pippa? E un soldato post lumbard agli ordini del Capitano? Senza offesa, ma non uno di loro ha una casacca da cambiare o anche soltanto da portare al Monte dei Pegni. Se una parlamentare, com’è successo l’altro giorno con la senatrice Gelsomina Vono, passa dai 5stelle al partito di Matteo Renzi (Italia Viva, ultimo nato dei raggruppamenti politici senza sugo) non è come quando Gabriele D’Annunzio, nel 1897, passava dai banchi della Destra moderata a quelli della Sinistra riformista al grido di «vado verso la vita».
Io non c’ero ancora, ma immagino che nel 1897, con «destra» e «sinistra» s’intendesse qualcosa di preciso, mentre adesso ci sono, e sono certissimo che con Italia Viva e Movimento ½ Pippa non s’intende assolutamente niente, né di preciso né di vago.
S’intende ancor meno, se possibile, col PD e con la Lega (quest’ultima campa perché ha un leader «faccioso», con la testa a forma di cocomero, come Charlie Brown, dunque televisivamente riconoscibile, mentre il PD non ha nemmeno questo, ma solo ZingarettiChi, GentiloniCo-osa e Rosy Bindi Co-o-o-osa).
Giusto Gigio Di Maio, l’unico ministro degli esteri al mondo che abbia provocato per pura bêtise una grave crisi diplomatica con una nazione alleata, può gridare allo scandalo se una parlamentare della sua banda passa a un’altra banda, e oltretutto a una banda alleata di governo.
Ulteriore bêtise: la sua grottesca pretesa di far pagare alla fedigrafa 100.000 euro di multa da versare (che prezzi!) nella cassa senza fondo della Grillo e Casaleggio Associati. E quanto dovrebbe pagare alla Casaleggio e Grillo Associati l’intero movimento pentastellare, passato in quattro e quattr’otto a una maggioranza che comprende due versioni due del «partito di Bibbiano» (PD e Italia Viva)?
Renziani e democratici, invece, che fino al mese scorso non volevano neppure sentir parlare di mezze pippe e pippe intere, non devono pagare niente a nessuno quando c’è un contrordine, pertanto è gratis et amore dei che sono diventati culo e camicia con i 5stelle (chi sia il culo e chi la camicia non è facile dire).
Anche Gelsomina Vono non pagherà un copeco di multa. A pagare sarà (come sempre) soltanto Pantalone.


Diego Gabutti
Già collaboratore del Giornale (di Indro Montanelli), di Sette (Corriere della Sera), e di numerose testate giornalistiche, corsivista e commentatore di Italia Oggi, direttore responsabile della rivista n+1 e, tra i suoi libri: "Un’avventura di Amedeo Bordiga" (Longanesi,1982), "C’era una volta in America, un saggio-intervista-romanzo sul cinema di Sergio Leone" (Rizzoli, 1984, e Milieu, 2015); "Millennium. Da Erik il Rosso al cyberspazio. Avventure filosofiche e letterarie degli ultimi dieci secoli" (Rubbettino, 2003). "Cospiratori e poeti, dalla Comune di Parigi al Maggio'68" (2018 Neri Pozza ed.)