Gentilissima Signora Fait, ho appena letto il Suo commento sul bene fatto ai malvagi e condivido il Suo sdegno e comprendo l'amarezza. Tuttavia, mi sono innamorata di Israele anche per la straordinaria capacità degli israeliani di amare, con i fatti, perfino dei nemici implacabili quali quelli che si ritrovano intorno da almeno un secolo, anche quando sono costretti a metterli nell'impossibilità di nuocere. Spero e prego che venga presto il giorno in cui gli israeliani non debbano più esercitare ogni giorno tanto eroismo, ma auguro ad Israele di non perdere mai questa straordinaria capacità di altruismo e tenerezza (sempre espressi in modo concreto e molto efficace). Mi pare un suo tratto non meno distintivo del coraggio in una guerra secolare, dopo un esilio bimillenario, o della capacità di fare fiorire il deserto e le paludi malariche. Un tratto molto amabile e rincuorante sulle possibilità del genere umano. Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca
P.S.: Vedo che continua la polemica sul termine Terra Santa. Con riferimento all'articolo di Avvenire sulle opere salesiane, osservo che Betlemme non è in territorio israeliano e lo stesso vale, almeno in parte, se non del tutto, per la valle di Cremisan. Tutte le istituzioni religiose cattoliche operano in modo unitario sull'intero territorio fra il Mediterraneo ed il Giordano o addirittura nel più ampio territorio del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Un'area politicamente non omogenea, che è unificata dalla sua caratteristica spirituale di essere la terra della storia della salvezza, appunto la Terra Santa.
Gentile Annalisa,
Lei ha ragione, Israele si ama anche perché ha la grande capacità si essere generoso nonostante sia continuamente attaccato da terrorismo, guerre, boicottaggio e nonostante un passato bimillenario di persecuzioni. Lo è talmente tanto da rasentare, a volte, l'ingenuità proprio per il grande senso di umanità e l'immensa pazienza che lo contraddistinguono. Lo ha dimostrato anche nel caso delle due donzelle antisemite. Esiste una legge, varata nel 2017, che vieta l'entrata nel paese agli iscritti al BDS, cioè a chi auspica non solo il boicottaggio ma anche la fine dell'esistenza di Israele. Eppure quando Rashida Tlaib ha fatto la sceneggiata della vecchia nonna da visitare per l'ultima volta, il ministro degli interni ha consentito a farla entrare per "ragioni umanitarie". La Tlaib, appena ricevuto il benestare, ha risposto con uno sprezzante rifiuto aggiungendo che Israele opprime i palestinesi. Questo atteggiamento ha dimostrato che il fine della deputata non era la nonna ma la propaganda, cioè mettere in imbarazzo Israele, coprirlo di ridicolo e insultarlo. Dalle mie parti si dice che ad essere tre volte buoni ci si rimette sempre perché inevitabilmente qualcuno userà la tua bontà per i suoi scopi non sempre nobili. Riguardo al termine Terra Santa, sono d'accordo che questo sia il nome con cui vengono chiamati da secoli le opere salesiane e i frati custodi ma quando si apre un bar( mi riferisco alla polemica con la Segafredo), che non è un'istituzione religiosa, a Gerusalemme è anche bene aggiungere il paese dove questa città si trova, Israele di cui ne è la capitale. Sarebbe stato semplice, bastava annunciare l'apertura di un bar a Gerusalemme, Israele, con la cooperazione dei "Frati Custodi di Terra Santa". Risolto il problema. Lei scrive che Betlemme non fa più parte di Israele, vero, ma Gerusalemme e Nazareth, nominati nell'articolo cui si riferisce, si. http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=1&sez=120&id=75640.
Vede, noi siamo molto sensibili all'uso di questi termini perché ancora oggi c'è chi disconosce l'esistenza di Israele perciò ogni volta che gli si gira intorno senza nominarlo, ci sentiamo offesi. Tempo fa le feci una domanda che lei forse non ha letto poiché non ho mai ricevuto risposta. Le chiedevo se lei scrive a volte ai giornali cattolici quando legge delle inesattezze e anche qualche bugia su Israele. E' una mia curiosità dovuta al suo grande impegno e al suo encomiabile desiderio di verità. Naturalmente lei è libera di non rispondere se non le fa piacere.
Un cordiale shalom