Boualem Sansal - 2084. La fine del mondo - 20/03/2019
Autore: Giorgia Greco & Angelo Pezzana

2084. La fine del mondo
Boualem Sansal
Neri Pozza

Per Boualem Sansal due realtà destinate a non incontrarsi mai esistono, ma non sono Oriente e Occidente. «Dubbio e fede sono incompatibili», ha ripetuto ieri lo scrittore algerino al Festivaletteratura di Mantova, ribadendo le sue personali convinzioni sull'inconciliabilità tra fede e religione. O, meglio, tra lo spirito dei Lumi e la religione monoteista in tutte le sue manifestazioni, non solo quella dell'immaginario fondamentalismo che domina sull'Abistan, la totalitaria terra desolata descritta nel suo 2084. La fine del mondo (Neri Pozza). D'accordo, nel romanzo l'Inviolato si chiama Yölah e non Allah, il suo profeta ha nome Abi anziché Muhammad e via di questo passo, ma non ci vuole molto per capire che la distopia di Sansal si ispira alle vicende dell'islam nostro contemporaneo.
«Da giovane ero rimasto folgorato da 1984 di Orwell - confessa il narratore - e, quando in Algeria ha iniziato a diffondersi l'integrismo, mi sono domandato come mai nessuno pensasse a scrivere qualcosa di simile ambientato nel Maghreb. Alla fine quel libro l'ho scritto io».
2084 si è presto trasformato in un successo intemazionale, guadagnando all'autore sia la condanna come apostata in patria sia la malriposta ammirazione dell'estrema destra francese. «Non pretendo di essere un profeta - dice - ma penso che le mie previsioni abbiano un crescente margine di affidabilità». A proposito di pronostici: Sansal è stato candidato al Nobel per la Letteratura. Ma di questo, nel caso, si parla fra qualche settimana.

Alessandro Zaccuri - Avvenire