La popolazione ebraica e araba nella Palestina ottomana e mandataria 13/06/2018
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Gentilissima Signora Fait, la Sua risposta di ieri su “Palestinese/palestinista” mi suscita perplessità su due punti: 1) il fatto che non esista un’antica nazione palestinese di lingua araba non significa necessariamente che essa non esista oggi: popoli nuovi si sono continuamente formati nel corso della storia, in seguito agli eventi più diversi, ed altri verosimilmente se ne formeranno in futuro. E’ al sentimento nazionale attuale che si deve guardare, anche se, naturalmente, è doveroso smontare le pretese dei palestinesi di essere ‘il popolo originario’ dell’area; 2) nella Sua ricostruzione storica, ovviamente succinta, sembra che non vi fossero arabi in Terra d’Israele sino a cent’anni fa. Gli arabi sono arrivati in Israele (da conquistatori, non da lavoratori immigrati) nel VII secolo e vi sono rimasti, lentamente arabizzando anche le popolazioni locali cristiane, di lingua greca o siriaca (aramaica) che fossero, incluse quelle rimaste cristiane, le cui lingue originarie si sono col tempo ridotte a mere lingue liturgiche. Certo, fra Ottocento e Novecento vi è stata immigrazione di arabi da altre regioni del Medio Oriente e Nord Africa e sarebbe per me molto interessante sapere se esistono studi relativi alla consistenza di tale immigrazione e, in sostanza, se si sappia quanti degli arabi (sia musulmani che cristiani) attualmente residenti fra il Mediterraneo ed il Giordano (e, magari, quanti di quelli divenuti profughi nel 1948) discendano da tali immigrati e quanti, invece, possano vantare una presenza plurisecolare o, magari, ultramillenaria in Terra d’Israele. Mi piacerebbe anche sapere in che senso Gerusalemme non sia, a Suo parere, “mai stata una città araba”, dato che, anche se non è mai stata una capitale araba, è stata per secoli sotto diverse dominazioni arabe, prima dei quattro secoli di dominazione ottomana, e la Città Vecchia ne porta l’impronta. Con i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

P.S.: Ho appena letto sul Jerusalem Post la conferma che il quindicenne Mahmud Badran, ucciso intorno al 20 giugno di due anni fa, ed i suoi amici non erano, contrariamente alle supposizioni di un commento di IC, ‘lanciatori di pietre’ o imprudenti spettatori dei lanci. I ragazzi ebbero solo la sfortuna di viaggiare, di sera, su un’auto che fu scambiata da una pattuglia militare israeliana per un’altra auto i cui occupanti, poco prima, in un’altra strada della zona, si erano dati a veri e propri atti di terrorismo, versando olio sull’asfalto e lanciando grandi pietre contro i veicoli di passaggio. I militari aprirono il fuoco mirando alle gomme per fermare quello che credevano il veicolo dei terroristi, ma sbagliarono mira e uno o più proiettili colpirono mortalmente il ragazzo e ferirono diversi suoi amici. Ora, l’indagine delle Forze Armate si è conclusa, stabilendo che i militari non devono essere processati, dato che le circostanze giustificavano il tiro alle gomme (per prevenire la possibile commissione di ulteriori attacchi terroristici), ma confermando che, come già dichiarato dalle stesse Forze Armate poco dopo il fatto, i ragazzi colpiti erano passanti innocenti e, dunque, Mahmud Badran non meritava di essere bollato come un possibile lanciatore di pietre o spettatore, più o meno connivente, di lanci di pietre.

Gentile Annalisa,
Nessuno nega che oggi i palestinesi si sentano popolo, liberissimi di farlo purchè non in casa d'altri. Il Medio Oriente è grande e anticamente la regione Palestina ospitava vari popoli arabofoni quindi non si capisce bene perchè si siano intestarditi su quello che fu ed è Israele. In verità sappiamo perchè lo fanno. Dopo Maometto gli arabi conquistarono gran parte del Medio Oriente, Il califfato degli omayyadi arrivò a conquistare anche il nord Africa e l'Andalusia però è molto significativo il fatto che questa potentissima tribù avesse come capitale prima Damasco e in seguito Cordova. Gerusalemme non è mai stata importante per loro, in questo senso non fu mai una città araba e nessun califfo ne fece la propria capitale. La sottomisero subito dopo il crollo dell'Impero bizantino e ridussero alla dhimmitudine gli ebrei. Il grosso degli arabi dai paesi circostanti arrivò però a fine 800 e lo dimostrano i censimenti dell'epoca. Secondo i censimenti ottomani e britannici:
Popolazione araba in Palestina 1895: 180 mila
Popolazione ebraica in Palestina 1895: 450 mila
Popolazione ebraica in Palestina 1946 680 mila
Popolazione araba in Palestina 1945: 1 milione 200 mila.
E' chiaro quindi che in circa 60 anni sono arrivati più di un milione di arabi. Oggi Israele ha più di 8 milioni di abitanti, il 20% sono arabi, circassi, cristiani, drusi, beduini. Quanto al ragazzo ucciso, la storia non è così semplice. L'auto dove viaggiava il ragazzo si trovava vicino al luogo dove dei palestinesi stavano colpendo le macchine e moto israeliane in transito, il comandante dell'operazione diede l'ordine di sparare alle gomme del veicolo. L'ufficiale è già stato punito nel senso che la sua carriera finisce qui ed è già stato congedato dall'esercito ma non sarà processato perchè l'ordine non era di uccidere ma di sparare alle gomme per fermare il veicolo, cosa che i soldati hanno fatto. Dispiace che un giovane ragazzo sia morto ma la chiarezza fatta dall'esercito gli ha tolto l'etichetta di terrorista perchè è questo che sono quelli che lanciano pietre e bombe.
Un cordiale shalom