Pizzabala e i suoi discorsi 26/05/2018
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Padre Pizzaballa è un monumento all'ipocrisia. Vuole una pace che sia accoglienza sincera e cordiale dell'altro, ma SA che nessuna accoglienza sia essa sincera e cordiale può eliminare o solo sopire l'istinto omicida dell'altro (quale migliore accoglienza, per esempio, è quella in ospedali e strutture sanitarie israeliane, sempre mal ripagata); il predetto auspica una volontà tenace di ascolto e dialogo, ma SA che solo da Israele sono venute istanze di ascolto e dialogo alle quali hanno fatto seguito rifiuti e volontà tenaci all'assassinio dell'ebreo, in quanto tale; il frate chiede che la paura e il sospetto cedano il passo alla conoscenza, all'incontro e alla fiducia ma SA che proprio la conoscenza del mondo palestinese alimenta la paura e il sospetto degli israeliani e ne annulla ogni fiducia; infine, il predetto uomo di Chiesa si avventura a supporre che esista un rifiuto reciproco dell'altro ma SA, SA ASSOLUTAMENTE, che il rifiuto è solo di parte palestinese. Da questa riserva mentale, è escluso che una sua eventuale (ma attesa) decisione di recarsi in quel di Gaza possa sortire effetti positivi, più di quanto abbia potuto ottenere il grande San Francesco presso il Sultano: in quella sede, potrà difatti verificare l'assillo alla pace dei palestinesi e comunicarlo Urbi et orbi.

Angelo Costanzo

Gentile Angelo,

Padre Pizzaballa fa discorsi retorici e privi di senso, oltre che ipocriti, come tutti quelli che invocano la pace ogni volta che Israele si difende e non proferiscono parola quando sono gli israeliani a morire per terrorismo. Questo è proprio uno strano fenomeno, stare in perfetto silenzio quando i terroristi entrano in Israele e fanno, come negli anni della seconda intifada, migliaia di morti civili e svegliarsi sempre e soltanto quando Israele reagisce per difendere la propria popolazione. Se non è ipocrisia questa!

Un cordiale shalom

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