Dio degli ebrei, Dio dei cristiani 28/04/2018
Autore:

Gentilissima Signora Fait, sarei più che curiosa di sapere a quali "falsi libretti" si riferisca il commento di Giorgio Pavoncello pubblicato ieri. Dal contesto, parrebbe riferirsi ai quattro Vangeli canonici e, in assenza di spiegazioni, sembra di capire che siano falsi in quanto non collimanti con la concezione ebraica dell'unità di Dio. Sono, dunque, a mia volta autorizzata a dichiarare falso qualunque scritto neghi esplicitamente o implicitamente la Santissima Trinità senza che alcuno si offenda? Per quanto, poi, riguarda gli aggettivi per me non trascrivibili che l'Autore applica a Dio Padre (che è il Santo d'Israele e, contemporaneamente, per i cristiani, il Padre di Cristo), chiunque li usi è, per la Chiesa cattolica e per le confessioni cristiane a me note, un blasfemo ed eretico. La santità di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, è verità di Fede indiscutibile per i cristiani credenti. Quegli aggettivi offensivi possono forse esprimere il pensiero, eretico, di Marcione, non quello della Chiesa cattolica o della cristianità in generale. La rappresentazione di Gesù con gli occhi azzurri ed i capelli biondi può essere diffusa nel Nord Europa, come i presepi peruviani Lo rappresentano con fattezze andine, ma non è certo la regola: si pensi alle icone bizantine ed a gran parte della pittura italiana. Per inciso, il caso di India e Pakistan non mi sembra un esempio di esodo pacifico di popolazioni. Con i più cordiali saluti ed auguri di shabbat shalom da un'ebrea per (controversa) adozione spirituale *,

 * In quanto sorella di Gesù in forza del Battesimo

Annalisa Ferramosca  ___________________________________________________________________ P.S.: L'aggettivo "terribile" è stato usato (ma si usa poco oggi, per evitare fraintendimenti per gli usi linguistici attuali) per indicare l'irresistibile onnipotenza divina: caso classico, la liberazione di Israele dalla schiavitù in Egitto.
N.B.: Non scrivo a IC di teologia se non quando leggo rappresentazioni non corrette della Fede cristiana.

 

Gentile Annalisa,

Non credo che Giorgio Pavoncello volesse dare una lezione di teologia. Secondo me, il suo pezzo è una rappresentazione, scritta con una nota di leggera ironia per un'ingiustizia subita, di quella che fu ed è la storia, a volte difficile, tra ebrei e cristiani. Forse i "falsi libretti" sono i Vangeli, lo posso supporre, bisognerebbe chiederlo all'autore, ma non trovo nulla di offensivo a parte l'aggettivo –falsi-. Semplicemente spiega come si sia tentato di sostituire gli ebrei con "altro" E' vero che fino a non molti anni fa molti sacerdoti parlavano della "Vera Israele" riferendosi al cristianesimo e negando così l'importanza dell'ebraismo. E' vero che nell'immaginario popolare cristiano il D*o degli ebrei era un cattivo e violento guerrafondaio. Quanto alla rappresentazione di Gesù, ricordo le "immaginette" delle mie compagne di scuola dove era bello e biondo e ricordo quanto fossi invidiosa che loro avessero un D*o di così piacevole aspetto. Nel mondo occidentale è così che la fantasia popolare lo vede. Gli ebrei hanno in genere un rapporto tutto speciale con la divinità che viene spesso considerata alla stregua di un parente col quale dialogare, anche arrabbiarsi se necessario. Spesso D*o è il "personaggio" principale dell'umorismo ebraico ashkenazita senza, per questo, sentirsi blasfemi. Il pezzo di Giorgio Pavoncello, racconta in poche righe quella che è stata la storia dei contenziosi tra ebrei e cristiani, dall'antichità ai nostri giorni (Gesù con la kefiah) e lo fa dal punto di vista ebraico ma, ripeto, con grande ironia e leggerezza. Mi dispiace che lei si sia sentita offesa perchè non credo fosse questo l'intento dell'autore.

 Le auguro shabat shalom