Quel video incriminato 13/04/2018
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Gentilissima Signora Fait, mi scuso della frequenza delle mie lettere, ma vorrei esprimere tutta la mia solidarietà ai militari israeliani, inclusi quelli che, secondo gli articoli pubblicati oggi su IC e un commento di Vincenzo Nigro sul sito di Repubblica, avrebbero (non ho visto il video) esclamato “Wow” dopo che un commilitone aveva sparato ad un dimostrante palestinese in procinto di violare il confine fra Gaza ed Israele. Spero di non avere il cuore di pietra, ma fatico a considerare quel “Wow” ed altre consimili esclamazioni un terribile crimine di guerra o anche solo un segno di insensibilità di quei militari: che sono giovani anche loro, per lo più molto giovani (18-21 anni quelli di leva), e devono sostenere una tensione inimmaginabile per la maggior parte di noi. Di certo, contrariamente a quanto sembra ritenere qualche commentatore, i militari israeliani che hanno applaudito il colpo riuscito (alle gambe, per fermare senza uccidere) sanno distinguere benissimo fra la guerra ed i videogiochi (che non uccidono, non mutilano, non acciecano, e non si è neppure obbligati a giocare). Non sono invece sicura di ciò che vedano e capiscano alcuni giornalisti, se, di fronte alla reazione emotiva di persone in situazione di pericolo potenzialmente mortale, pensano ad “adolescenti che gioiscono dietro una consolle”. Molto cordialmente,

Annalisa Ferramosca

Gentile Annalisa,
La sua lettera mi ha commossa perchè in questi giorni non si sentono che parole di condanna, anche derisione (videogiochi) quando non insulti contro i nostri ragazzi. E' consolante sapere che c'è chi, come lei, capisce e ragiona senza preconcetti. I nostri soldati sono giovanissimi, sono i figli, i nipoti, i fratelli/sorelle di ognuno di noi e devono difendere la patria con una tensione tremenda, devono restare immobili quando alcuni facinorosi palestinesi li provocano in tutti i modi sperando in una reazione da diffondere al mondo per ottenere altro odio contro Israele. L'esercito di Israele è il più controllato e fotografato al mondo, reporter di tutti i paesi sono sempre a disposizione dei palestinesi, pronti a filmare ogni movimento dei nostri soldati. E' uno stress inimmaginabile e pensare a ragazzi che dovrebbero divertirsi e che stanno là al freddo e al caldo, tra la sabbia, con la nostalgia di casa, la paura di essere uccisi o rapiti (e questo è l'incubo di tutti, essere rapiti) e in più sono trattati con disprezzo e superiorità da chi se ne sta in poltrona o comodamente dietro a un computer, tutto questo fa male al cuore. Quel fatto, avvenuto il 22 dicembre, si è verificato dopo ore di sommosse palestinesi e dopo ore di tensione nervosa terribile. Quel WOW non è stato altro che un grido di liberazione. La ringrazio ancora per la sua solidarietà e scriva senza problemi, le sue lettere sono sempre interessanti e molto piacevoli.
Un cordiale shalom