Conoscere la storia degli ebrei e degli arabi 07/04/218
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Rispondendo ad un lettore, Lei giustamente respinge come falsa la tesi che lo stato di Israele si sia fondato su una sorta di genocidio nei confronti della popolazione autoctona. Il dato demografico che Lei correttamente riporta è lì a dimostrarlo con estrema chiarezza. Questo non significa tuttavia che con la nascita dello stato ebraico la popolazione araba non abbia subito repressioni e ingiustizie, vedendosi spesso privata dei più elementari diritti. Ma da qui a parlare di genocidio ce ne corre!. Non sono però assolutamente d'accordo quando Lei sostiene che a fine '800 il sionismo nasce come conseguenza al clima di persecuzione delle minoranze ebraiche nell'Europa occidentale (a parte il caso Dreyfuss). Non mi pare proprio! Sul finire del XIX secolo, semmai, in Germania, impero austroungarico, Francia Regno Unito,Italia, l'elemento ebraico era assolutamente integrato nelle diverse società e, anzi, fondamentale per il loro sviluppo economico, scientifico, culturale. Diverso il discorso nell'Europa dell'Est dove i frequenti progrom scandivano, ahimè, la vita delle comunità da secoli ivi insediate. In sostanza mi permetto di dire che la realtà storica è un pò diversa, anche in questo caso, da quella sommariamente raccontata.
Cordialità.

Alessandro Bortolami

Gentile signor Bortolami,

Con la nascita dello stato ebraico gli arabi viventi in Israele subirono i disagi di ogni popolazione che, nello stesso periodo, stava vivendo situazioni analoghe. Dopo la seconda guerra mondiale un gran numero di popolazioni europee dovette vivere l'esperienza traumatica del cambio di confini o addirittura di nazioni. Per restare vicini a noi, potrei raccontarle l'esperienza, che personalmente conosco molto bene, degli istriani che furono letteralmente scaraventati fuori dalle proprie case, derubati delle proprie terre e costretti ad andarsene con qualche sedia legata ai carretti. Li fecero salire sulle navi o sui treni e portati in Italia dove furono accolti malissimo, umiliati, offesi e maltrattati fisicamente. Fu un trauma enorme anche perchè oltre a perdere le loro radici e i loro beni, moltissimi furono costretti ad emigrare in Australia e pochi ritornarono.
Non ho mai sentito di un solo istriano andato a fare terrorismo nell'ex Jugoslavia per vendicarsi della vita perduta. Si sono tirati su le maniche e hanno ricominciato a lavorare. Il sentimento che provavano era nostalgia, non odio.
Gli arabi che vivevano nella Palestina Britannica, non erano gli unici abitanti, c'erano anche gli ebrei, quindi parlare di popolazione autoctona riferendosi ai primi è sbagliato dal momento che in questa terra gli ebrei sono stati autoctoni da tempi immemorabili, molto prima dell'avvento di popolazioni arabe conquistatrici.
Quando è avvenuto il grande ritorno degli ebrei in Erez Isarael nessuno voleva mandare via gli arabi, non sono arrivati come conquistatori ma come persone che cercavano un po' di pace, erano poveri e deboli dopo tutto quello che avevano vissuto e quasi nessuno sapeva maneggiare le armi. Eppure furono accolti dagli arabi con un odio tremendo, molti furono ammazzati, poi, nel 1948, la prima guerra per l'eliminazione di Israele in culla. Quando scoppiano le guerre, lei mi insegna, succedono cose tragiche e accadde anche qui. Niente di nuovo sotto il sole.
Al terrorismo fu risposto con azioni di guerra perchè gli ebrei avevano giurato "Mai più". Se lei legge la dichiarazione di indipendenza letta da Ben Gurion il 14 maggio 1948, non potrà negare le parole di pace che vi sono scritte, cito a memoria: "Tendiamo la mano ai popoli arabi circostanti affinchè cessino la guerra, tendiamo la mano ai nostri connazionali arabi affinchè vivano e lavorino con noi".
Nessun'altra nazione al mondo ha mai fatto simili inviti alla pace a alla collaborazione a popolazioni di altra etnia viventi nel nuovo stato.
Riguardo alla situazione degli ebrei nel secolo XIX, non era proprio così felice come lei pensa. Esistevano ancora le persecuzioni nonostante l'invito di Napoleaone ad uscire di ghetti. Solo nel 1871 gli ebrei d'Europa furono emancipati. e non tutti allo stesso modo.
Nonostante l'integrazione, a fine 800 nacque una nuova forma di antisemitismo basata non più solo sulla religione ma sulla razza. Si sosteneva che gli ebrei fossero una razza distinta e inferiore a quella ariana e molti partiti politici in Francia, Austri-Ungheria, Germania, chiesero la revoca dell'emancipazione. Il caso Deyfuss, la popolazione francese che correva per le strade urlando "A morte gli ebrei", le associazioni ginniche in Germania che parlavano di razza superiore e volevano l'eliminazione degli "inferiori", che un secolo prima il buon Voltaire aveva paragonato alle ostriche, i continui pogrom in Russia, portarono gli ebrei a credere che sarebbero stati al sicuro solamente in una propria nazione.
Tra il 1890 e il 1920 2 milioni di ebrei emigrarono in altri paesi, America, Argentina e Uruguay. Tra l'altro negli USA l'emancipazione ebraica si concluse solo nel 1877. Come vede lo sviluppo degli ebrei in Europa, nel XIX non fu proprio paradisiaco e, nonostante fossero culturalmente avanzati rispetto alle altre popolazioni europee, nonostante alcune famiglie avessero raggiunto la ricchezza, il pericolo per la maggior parte del popolo era "sei ebreo quindi fuori o a morte".

Un cordiale shalom