Obama: otto anni di politica estera, retorica e omissioni 13/11/2016
Autore: Manfred Gerstenfeld

Obama: otto anni di politica estera, retorica e omissioni
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Nei prossimi anni usciranno molte analisi sull’amministrazione Obama. Dato che la retorica è una delle sue specialità, occorrerà studiare anche le dichiarazioni rilasciate durante gli otto anni della sua presidenza. Dovrà essere analizzato anche ciò che non ha detto, visti i fatti che deliberatamente ha ignorato. Rimanendo in silenzio ha contribuito a distorcere la realtà. Quanto ha detto sul Medio Oriente e sui musulmani, ciò che ha fatto e ciò che non detto né fatto, non interessa soltanto agli israeliani e agli ebrei.
In questo breve spazio citeremo alcuni esempi, tutti da approfondire.
Il poster “Speranza”, creato nel 2008 dallo street artist Shepard Fairey, era diventato un’icona, anche se non venne mai adottato ufficialmente nella sua campagna elettorale.
Lo slogan più diffuso era “In America sta arrivando il cambiamento”, come disse nel discorso dopo essere stato eletto nel novembre 2008, Disse anche di voler cambiare il mondo, nel 2008 e nel 2016. Ma Obama non ha portato nessuna speranza in Medio Oriente, all’incontrario, tutto è peggiorato durante la sua presidenza, la regione è sprofondata nel caos, centinaia di migliaia di persone sono state uccise, soprattutto in Siria, Iraq e nei paesi vicini.
Gli Usa, dal 2009, hanno condotto attacchi aerei contro sette paesi: Afghanistan,Iraq, Pakistan,Somanli, Yemen, Libia e Siria.
Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica alla fine del 1991, la posizione della Russia in Medio Oriente era molto debole, ma la politica di Putin ha permesso alla Russia di diventare il protagonista più importante nella guerra civile siriana. Ora dispone di navi anti-aerei nel mare mediterraneo a riprova della sua ambizione, resa possibile dalle deboli politiche della amministrazione americana.
Nel 2011 gli Stati Uniti abdicarono dalla loro funzione decennale di paese sostenitore del presidente egiziano Hosni Mubarak, facilitando così l’arrivo al potere della Fratellanza Musulmana, che è tuttora considerato in Egitto un movimento terrorista.
Nel 2013, il generale Abdel Fattah al-Sisi ha rovesciato il regime del presidente Mohamed Morsi, dopo le proteste di massa contro il governo dei Fratelli musulmani. L’esercito egiziano e Sisi, diventato presidente dell’Egitto, hanno ridotto di molto il pericolo rappresentato dalla Fratellanza musulmana.
Eppure il suo governo è stato largamente escluso dalla Amministrazione Obama, mentre è continuata la vicinanza alla Fratellanza, il centro della maggior parte dei movimenti terroristi, Isis incluso.
Il giudizio distorto sul mondo musulmano era presente fin dall’inizio della sua presidenza. Nel discorso del 2009 al Cairo, Obama aveva chiesto scusa per il “colonialismo” occidentale, sottovalutando l’enorme criminalità in molte componenti del mondo musulmano.
Obama ha applicato il doppio standard quando ha ignorato costantemente molti fatti e avvenimenti in merito al conflitto israelo-palestinese, per esempio quando chiese al governo israeliano di non costruire più nei territori contesi. Divenne chiaro quando venne in visita in Israele e nei territori palestinesi con il suo comportamento e la retorica delle dichiarazioni.
Una approfondita indagine sarebbe opportune per verificare l’ingerenza americana nelle elezioni israeliane del 2015. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu aveva dichiarato che Israele non avrebbe più costruito nessun villaggio nel West Bank, invece l’amministrazione Obama condanna regolarmente ogni costruzione nei territori contesi, anche quelle di entità minima.
In una importante intervista a Jeffrey Goldberg sull’ Atlantic , tutto quello che a Obama venne in mente di dire sui palestinesi sapeva di caricatura: “ I palestinesi non sono dei partner facili”.
Neanche una parola sul fatto che il partito più forte, Hamas, è un movimento genocida islamico-nazista. Neanche una parola sulla glorificazione degli assassini di civili israeliani da parte dell’Autorità palestinese. Né ha mai chiesto ai vari paesi arabi/islamici di non incitare più con i mortali attacchi antisemiti. Obama si è giustificato per le critiche al Primo Ministro Netanyahu, dicendo che lo aiutavano dandogli credibilità quando difendeva lo Stato ebraico sulla scena internazionale. Obama nel condannare Israele rimaneva del tutto in silenzio sugli enormi crimini classificati come antisemiti commessi in molte parti del mondo musulmano.
Andrebbe investigato nei dettagli quanto peso hanno avuto le frequenti critiche di Obama a Israele alla trasformazione dell’antisemitismo in anti-israelismo nei campus degli Stati Uniti.
Altro tema da indagare, per capire quanto sia stato largamente ignorato,come la retorica di Obama ha favorito la accresciuta persecuzione dei cristiani nel mondo musulmano durante la sua presidenza. La tecnica usata era al di là di ogni dubbio, dire che Isis e Al Qaeda rappresentavano un islam distorto.
Obama rimase in silenzio quando l’odio estremo, antisemita, emergeva di frequente in gran parte del mondo musulmano.
Obama si rifiutava di collegare terrorismo con l’islam, non usando mai le parole “terrore islamico” nel descrivere l’estremismo mediorientale. La sua amministrazione definiva “attacchi di lupi solitari” gli atti di terrorismo commessi da musulmani.
Le espressioni “islam” e “jihad”, “estremismo islamico”, “terrorismo islamico” erano state bandite dai documenti della Sicurezza Usa. Obama evitava di citare la criminalità islamica non perché fosse ignorante in materia. Nell’intervista citata dell’ Atlantic, Goldberg scrive che Obama ha nascosto la enorme criminalità prodotta in gran parte nel mondo musulmanio per non “ esacerbare la xenofobia anti-musulmana”.
Appena eletto, durante la prima visita a una moschea, Obama disse che i musulmani americani erano “accusati e incolpati per atti commessi solo da pochi”.
In un discorso alla Assemblea Generale dell’Onu nel 2012, disse “ Il futuro non deve appartenere a chi calunnia il Profeta dell’islam”. Evidente il contrasto con il silenzio adottato verso l’odio antisemita e le molte calunnie nei paesi del mondo islamico. In un discorso al popolo americano dopo il crudele assassinio del giornalista Jim Foley da parte dell’Isis, Obama disse:” Nessuna fede insegna a massacrare gli innocenti”.
C’è solo da sperare che l’Amministrazione Trump dica chiaramente che molta parte del terrorismo mondiale è collegata all’islam e che è questa la causa per cui il mondo sta cambiando in peggio.
Ho citato solo alcuni esempi, che richiederebbero altre indagini e analisi più approfondite.
Per finire, un argomento molto importante, che non appartiene alla retorica, grazie a quale titolo Obama ha messo a rischio il mondo intero attraverso un accordo con l’Iran che diventerà un enorme problema nel prossimo futuro. Molto dipenderà in ogni caso da quale scelta deciderà di compiere su questo tema l’amministrazione Trump.

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Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte, recensita alla pagina http://jcpa.org/book/the-war-of-a-million-cuts-the-struggle-against-the-delegitimization-of-israel-and-the-jews-and-the-growth-of-new-anti-semitism/