A destra: Vladimir Putin con Hassan Rohani, i leader dell'asse contro Israele e la pace in Medio Oriente
Cari amici,
mentre il mondo è in attesa di vedere come finirà la telenovela delle elezioni americane, esso non si ferma, anzi. Sotto i nostri occhi si sta svolgendo un cambiamento importante degli equilibri strategici del Medio Oriente, che coinvolge naturalmente lo spazio mediterraneo e dunque anche il futuro dell’Europa che ne è confinante. La Russia sta continuando con determinazione la costruzione di un potere militare dominante su questo spazio geopolitico cruciale. L’ultimo passo è l’arrivo di una flotta potente intorno a una portaerei - una forza che fino a qualche tempo fa solo gli Stati Uniti avevano il potere di schierare (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=64326). E’ fermamente alleata dell’Iran e di Assad, ha risolto il conflitto con la Turchia, che da settant’anni era il principale bastione dell’Occidente sul fianco sudovest del gigante russo e oggi invece è fuori controllo, ossessionata da un sogno di dittatura ottomana islamista come vi ho raccontato ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=64322.
C’è stata anche una trattativa con Israele, come sapete, da cui è uscito una sorta di patto di non aggressione. Israele e la Russia si consultano sulle azioni reciproche ai confini di Israele e cercano di non scontrarsi. Ma naturalmente è una posizione molto precaria, perché per Israele Assad, gli iraniani e soprattutto Hezbollah che è la loro longa manus in Libano e Siria sono dei nemici pericolosi cui bisogna impedire di accumulare armamenti e truppe vicino al confine, mentre per la Russia sono alleati da armare. Prima o poi il rischio di uno scontro si materializzerà. Ma già ora Israele, che era la potenza regionale più forte deve fare i conti con armi più potenti che le si contrappongono. Questo vale in particolare per l’aviazione, che non è più libera di agire quasi senza rischi come fino a qualche mese fa. Gli SS300 che la Russia ha portato a Tartus possono seriamente impensierire i cacciabombardieri israeliani. E’ vero che entro l’anno Israele avrà i primi F35, che sono aerei assai avanzati; ma sulla loro efficacia vi sono molti dubbi. Vi consiglio di leggere questo articolo di Caroline Glick (http://www.jpost.com/Opinion/Netanyahus-critical-foreign-tour-471341) per rendervi conto del rovesxciamento strategico in corso.
Russia e Iran
La ragione di fondo è l’abbandono del Medio Oriente da parte di Obama; peggio, l’accordo di Obama con l’Iran per favorire il passaggio a Teheran dell’egemonia regionale. Israele deve cercarsi altri interlocutori, altri mercati, altre alleanze, perché l’Europa lo antagonizza e l’America lo abbandona. Certo, una vittoria di Trump potrebbe cambiare le cose; ma se vince Clinton che è stata l’esecutrice principale delle politiche di Obama il processo di ritirata strategica degli Stati Uniti proseguirà su questa strada. Per fortuna Netanyahu è un politico navigato e previdente, che non si fa illusioni sulla pace e cerca di trovare nuovi alleati in estremo oriente e di mantenere un accordo con Putin, cui neppure conviene uno scontro frontale con Israele.
Questo quadro è noto da tempo a chi si occupa di Medio Oriente, anche se i giornali difficilmente ne parlano e non discutono del rischio che il Mediterraneo orientali diventi un altro Mare Nostrum dei russi. Fino a poco tempo fa però si pensava che allo schieramento Iran-Russia-Assad-Hezbollah-Iraq-ribelli yemeniti si contrapponesse un altro schieramento sunnita guidato dall’Arabia Saudita, coi paesi del golfo, la Giordania e l’Egitto che ne era il nucleo più forte sul piano militare e demografico. In qualche misura anche la Turchia faceva parte di questo gruppo. L’Isis ne era un frammento impazzito, ma sempre rispondente alla logica di lottare per la tradizione sunnita contro gli sciiti che stanno cercando una rivincita storica dalla loro condizione di piccola minoranza oppressa nel mondo arabo.
Bashar Al Assad
Di questo schieramento Israele sarebbe stato alleato naturale, anche se più o meno tacito. Ci sono state trattative con sauditi e altri paesi del Golfo, si è raggiunta una qualche ricucitura del rapporto con la Turchia e c’è una buona collaborazione con l’Egitto sul fronte del Sinai. Quel che è successo di imprevisto è che l’Egitto, abbandonato anche lui dall’Occidente, ha capito che il suo nemico principale è l’Isis nel Sinai e ha scelto di schierarsi in un paio di occasioni cruciali con la Russia contro l’Arabia Saudita, suscitando le ire e il boicottaggio dei sauditi (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_opinion.php?id=17531). Dunque il fronte sunnita è rotto, la Russia ha un alleato sempre più stretto anche a Sud di Israele, oltre che a Nord in Siria e Libano (dove l’elezione di Aioun alla presidenza della repubblica e la nomina del sunnita Hariri a capo del governo segnano una sconfitta per l’influenza dell’Arabia Saudita a favore dell’Iran). Anche con l’Egitto attualmente l’equilibrio con Israele regge e la collaborazione continua; ma non si può sapere, di recente vi sono state notizie di trattative con Hamas.
La situazione strategica è molto critica, lo ripeto, non solo per Israele. La Russia può ritrovarsi con una egemonia a Sud dell’Europa mentre continua la pressione a Est sull’Ucraina e i paesi baltici; non è detto che la sua economia sia in grado di reggere questo attrito su tre fronti; ma neppure è garantito che l’Unione Europea regga come blocco politico e che qualche paese (non di quelli minori, ma per esempio la Germania) non decida che le conviene allearsi con il potente vicino invece che con l’alleato tradizionale che si sta richiudendo in se stesso. Questa è l’eredità avvelenata degli otto anni di Obama, la presidenza probabilmente più disastrosa della storia americana. Noi siamo concentrati sulle piccole schermaglie di grillini e neocomunisti che con la colpevole complicità del centrodestra cercano di deragliare dopo la tav, le olimpiadi e la metropolitana di Roma anche la modernizzazione politica del paese. Ma non viviamo più in un quartiere pacifico e tranquillo. Siamo oggetto di una vera e propria invasione musulmana, cui nessuno si oppone e abbiamo sempre più vicino un bullo del quartiere che non fa sconti a nessuno. Sarebbe ora di svegliarci e capire che la nostra pace è in pericolo.
Ugo Volli