A destra: Barack Obama con Ban Ki-Moon
Cari amici,
permettetemi di tornare a un argomento che ho già trattato qualche giorno fa in una mia cartolina, il video di Netanyahu che denuncia la pulizia etnica richiesta a Israele dai palestinisti e dai loro alleati come precondizione per la “pace” (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=63746). E’ un tema importantissimo, perché smaschera l’antisemitismo di fondo della “comunità internazionale” riguardo a Israele, il suo atteggiamento pericolosamente parziale. Che è stato confermato dalle reazioni scomposte successive al video, non solo quelle della comunità internazionale, di cui vi ho già parlato, ma anche quelle del segretario dell’Onu Ban Ki-Moon, che ha definito le parole di Netanyahu “inaccettabili e scandalose” (http://www.lemondejuif.info/2016/09/colere-chef-de-lonu-propos-de-netanyahu-inacceptables-scandaleux/).
Per chi mente abitualmente e insiste a mentire, non vi è nulla di più inaccettabile della verità, ovviamente. Ma chi dà scandalo è lui. Ma che cosa ha detto Netanyahu esattamente? Potete vedere il video qui, anche con i sottotitoli in italiano: https://youtu.be/4gSBhXh0moQ. Ma per vostra comodità, vi trascrivo le sue affermazioni: “Sono sicuro che molti di voi hanno sentito dire che le comunità ebraiche nel West Bank sono un ostacolo alla pace. E’ una cosa che mi lascia perplesso, perché nessuno potrebbe sostenere che i quasi due milioni di arabi che vivono in Israele lo siano. Perché non lo sono, anzi: la diversità di Israele mostra la sua apertura e disponibilità alla pace. Ma la leadership palestinese chiede uno stato con una precondizione: Nessun ebreo. C’è un nome per questo: pulizia etnica. Questa richiesta è scandalosa. E ancora più scandaloso è il fatto che il mondo non la consideri scandalosa. Anche alcuni paesi cosiddetti illuminati promuovono questo oltraggio. Chiedetevi questo: accettereste una polizia etnica nel vostro stato? Un territorio senza ispanici, senza ebrei, senza neri? Da quando l’ipocrisia è un fondamento per la pace? In questo momento alunni ebrei in Giudea e Samaria stanno giocando coi loro amici. La loro presenza rende impossibile la pace? Non credo proprio. Io credo che ciò che rende impossibile la pace sia l’intolleranza degli altri. Le società che rispettano tutte le persone sono quelle che vogliono la pace. Le società che domandano la pulizia etnica non la vogliono. Io ho una visione del Medio Oriente in cui giovani arabi ed ebrei studiano assieme, lavorano assieme, vivono assieme, fianco a fianco, in pace. La nostra regione ha bisogno di più tolleranza, non di meno. Dunque la prossima volta che sentite qualcuno dire che “gli ebrei non possono vivere” in qualche luogo, tanto meno nella loro antica patria, prendetevi un momento per pensare alle implicazioni. Prendere la pulizia etnica per pace è assurdo. E’ arrivato il momento di dirlo. L’ho appena fatto io.”
Benjamin Netanyahu
I punti chiave di questo ragionamento sono difficilmente contestabili. Primo: E' vero o no che l’Autorità Palestinese, Hamas, e tutti gli altri palestinisti vogliono eliminare fino all’ultimo ebreo dalle zone che amministreranno (l’hanno già fatto da quelle che sono in loro controllo)? Ci sono infinite dichiarazioni su questo punto. Mi limito a citarvene una, ma con poco sforzo ne trovate decine in rete: Mahmud Abbas dichiara “quando ci sarà la soluzione finale [bella scelta di parole, UV] noi non accetteremo neppure un solo israeliano civile o militare, sulle nostre terre” (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/170404). E per israeliano è chiaro che si intende ebreo, perché gli arabo-israliani per Abbas sono palestinesi (trovate una serie di altre citazioni, anche dei video, qui: http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/19490).
Secondo: espellere una popolazione da dove vive, per via della sua cittadinanza, religione o appartenenza etnica è pulizia etnica, cioè un crimine di guerra molto grave. La Treccani la definisce così: “Programma di eliminazione delle minoranze, realizzato attraverso il loro allontanamento coatto o ricorrendo ad atti di aggressione militare e di violenza, per salvaguardare l’identità e la purezza di un gruppo etnico” (http://www.treccani.it/enciclopedia/pulizia-etnica/). Per Wikipedia l'espressione pulizia etnica denota una varietà di azioni atte a rimuovere forzosamente (anche ricorrendo ad atti di violenza o di aggressione militare) da un territorio la popolazione di una minoranza etnico-culturale per salvaguardare l'identità e la purezza di un gruppo etnico” (https://it.wikipedia.org/wiki/Pulizia_etnica). La richiesta palestinista rientra esattamente in queste definizioni.
Terzo: la pulizia etnica non è la pace, la pace può basarsi solo sull’accettazione reciproca fra vicini che erano nemici, questo mi sembra ovvio.
Quarto: i palestinesi a chiedere la pulizia etnica stanno esplicitando i loro obbiettivi di guerra. E’ un obiettivo eticamente inaccettabile o “scandaloso”, ma la guerra è appunto questo, il tentativo di imporre la propria volontà ai nemici, giusta o sbagliata che sia. Ci sta, dunque, a patto che si riconosca che si tratta di un atto di guerra e si capisca che gli attaccati hanno diritto di resistere. Quel che è davvero “scandaloso” è che degli stati che si dicono amici e delle istituzioni che per statuto dovrebbero essere neutrali appoggino questo atto di guerra. Ban, Obama e chi la pensa come loro hanno quanto meno un “distorto senso della realtà” (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=36485) e del lessico. O più probabilmente confondono apposta la loro volontà politica col diritto.
C’è però un argomento da parte di costoro che va considerato e discusso. Non si tratterebbe di eliminare una popolazione ma delle “colonie”. La distinzione è bizzarra perché le “colonie” sono in realtà luoghi dove vive una popolazione, villaggi e cittadine. Dunque sempre di eliminare una popolazione si tratta. Anche ammesso (e non concesso) che Giudea e Samaria siano “territori occupati” (il che è falso, basta chiedersi a che stato sarebbero stati occupati e magari dare un’occhiata agli accordi di Oslo che li assegna all’amministrazione provvisoria israeliana) e che gli insediamenti ebraici che vi sorgono (inclusa Gerusalemme!) siano colonie “illegali” (il che non è vero, dato che l’amministrazione israeliana in accordo a Oslo ha autorizzato le costruzioni dei nuovi insediamenti e quelli vecchi, a Hebron, Gerusalemme, ma anche nel Gush Etzion) erano abitate da ebrei da prima dell’occupazione, migliaia d’anni o solo decine, ma comunque furono oggetto di una prima illegale e criminale, pulizia etnica giordana nel ‘67, questo non autorizzerebbe affatto una nuova pulizia etnica. Qualche volta la pulizia etnica è stata applicata di fatto in seguito a cambi di confine: in Istria, per esempio o in Bosnia, in Kossovo, a Cipro. Ma non è mai stata rivendicata come tale, anche quando si diceva che gli sconfitti erano stati degli occupanti. E sempre è stata condannata dalla comunità internazionale. Il fatto che certe popolazioni siano il frutto di insediamenti definiti coloniali, anche con ragioni che non ci sono per la Giudea e Samaria, come in Sudafrica, non ha mai autorizzato la pulizia etnica. Per chiarire questo punto essenziale, vi invito a leggere questo articolo divulgativo (http://www.tabletmag.com/scroll/213597/a-palestinian-state-free-of-jews) e questo approfondimento scientifico (http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2835908) di un noto specialista di diritto internazionale. Ah, dimenticavo, a questa regola di condanna della pulizia etnica un’eccezione c’è.
E’ la Germania di Hitler, che ha rivendicato esplicitamente il suo diritto a liberarsi dei sottouomini che insidiavano la sua purezza etnica e non lasciavano il popolo tedesco svilupparsi come voleva. Anche allora la pulizia etnica riguardava (soprattutto) ebrei. E c’erano grandi giuristi, come Carl Schmitt a sostenere queste tesi. Se avevate dei dubbi su chi siano i maestri di diritto cui si ispirano il presidente degli Stati Uniti e il Segretario dell’Onu (non solo il dittatore dell’Autorità Palestinese, il cui nome in codice come spia sovietica è “talpa”), adesso forse vi siete fatto un’idea. E per favore non chiedetemi perché hanno fatto quella scelta degli uomini che pretendono di essere così giusti e progressisti. Potrei ridervi in faccia, e non sta bene.
Ugo Volli