La spy story di Abbas e dell’OLP 11/09/2016
Autore: Ugo Volli

La spy story di Abbas e dell’OLP
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari Amici,

avete letto nei giorni su IC scorsi la notizia (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=260&sez=120&id=63680 ) dell’appartenenza di Muhammed Abbas, presidente dell’autorità palestinese, al Kgb, i servizi segreti sovietici e l’analisi che ne ha dato Fiamma Nirenstein sul Giornale ( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=253&sez=120&id=63690 ). Con non molto rilievo la notizia è stata data anche da altri quotidiani e qualcuno (Micalessin sul “Giornale” di venerdì) ha anche cercato di contestualizzare il ruolo di Abbas paragonandolo ad altri leader politici con esperienza d spionaggio: Bush senior, Tzipi Livni, ovviamente Putin (http://www.ilgiornale.it/news/politica/quanti-007-diventati-presidenti-grazie-scuola-sangue-freddo-1304755.html ).

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La differenza, piccola ma fondamentale anche sul piano morale, è che gli altri hanno lavorato per il loro paese, Abbas per una potenza straniera. Il dato sembra accertato, nonostante le negazioni dell’Autorità Palestinese (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=36271 ): nel 1983 Abbas fu reclutato col nome in codice - guarda un po’ - di “talpa” (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/document-shows-abbas-was-kgb-agent/2016/09/08/ ). Ma il problema va molto al di là del giudizio sul traballante dittatore dell’Autorità Palestinese (eletto per quattro anni ed già abbondantemente nel dodicesimo della sua “presidenza”). Non si tratta neanche di prendere atto che quando Abbas frequentava l’università Lumumba di Mosca, dove si addottorò con una tesi negazionista della Shoah, non vi si entrava senza un prezzo (politico, naturalmente: http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=36291 .

Il fatto è che Abbas “talpa” è nato nel 1935, è diventato membro di Fatah alla fine degli anni Cinquanta (https://www.britannica.com/biography/Mahmoud-Abbas ; secondo altre fonti nel 1961: http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/biography/Abbas.html ) dopo essersi già laureato in legge a Damasco. Nel 1968 era stato incluso nel Consiglio nazionale Palestinese e nel Comitato esecutivo dell’Olp, dalla fine degli anni Settanta divenne il capo delle relazioni internazionali dell’Olp. E proprio in quel momento si trasferì a Mosca nell’istituzione - l’università Lumumba - destinata a formare la leadership politica dei movimenti del Terzo Mondo legata a Mosca e si fece reclutare dal Kgb, secondo i documenti appena emersi.

Non era un ragazzino, aveva circa 45 anni, stava già nel vertice ristretto dell’Olp, andava in giro per il mondo a trattare con i governi (http://www.timesofisrael.com/soviet-documents-said-to-reveal-abbas-was-kgb-agent-in-syria/ ), era stato il responsabile organizzativo e finanziario, a quel che si è detto spesso, dei terroristi che avevano assassinato 11 atleti israeliani a Monaco e di chissà quali altri atti terroristici.
La “talpa” on aveva certo personalmente bisogno di soldi, l’Olp era lautamente finanziata dai paesi arabi e i capi delle organizzazioni palestiniste hanno sempre largamente attinto agli aiuti internazionali per i propri bisogni: basti pensare ai miliardi di dollari dell’eredità di Arafat contesi fra Fatah e la moglie, o alla grande carriera dei figli dello stesso Abbas. E dunque la sua affiliazione al Kgb non va letta come il gesto di un isolato avventuriero che si venda per soldi o per ricatto (il ricatto venne fatto ai danni di Arafat, a quel che si dice fotografato a Bucarest dai servizi segreti romeni durante i suoi incontri sessuali: http://www.wnd.com/2005/09/32263/ ).

E dunque si tratta di un’affiliazione politica, una scelta che non coinvolgeva solo lui ma tutta l’organizzazione. Il fatto è che il palestinismo è stato una costruzione del Kgb, la fondazione e la crescita dell’Olp è avvenuta in stati controllati a quel tempo da regimi “antimperialisti” (Egitto e Iraq, innanzitutto) ed è stato costruito progressivamente in seguito al rovesciamento delle alleanze deciso da Stalin all’inizio degli anni Cinquanta, reclutando prima avanzi del nazismo (o piuttosto dell’alleanza fra arabi reazionari e nazismo, come il Muftì di Gerusalemme Al Husseini, che era una specie di parente di Arafat, almeno a quanto lui raccontava e che certo fece molto per farne il suo successore) e poi estendendosi a giovani avventurieri di famiglie facoltose, come Arafat stesso e Abbas.

Mi permetto di citarvi qualche riga del capitolo di un libro molto interessante (trovate il capitolo e le indicazioni bibliografiche qui: http://archive.frontpagemag.com/readArticle.aspx?ARTID=29207 ) e al di là di ogni sospetto di manipolazione attuale, perché risale al 2007: “Come ha spiegato Ion Mihai Pacepa, ex direttore del servizio di spionaggio rumeno (DIE), l'OLP è stato concepito in un momento in cui il KGB stava creando organizzazioni del tipo "Fronte di Liberazione" in tutto il Terzo mondo, per esempio l'Esercito di Liberazione Nazionale della Bolivia, creato nel 1964 con l'aiuto di Ernesto "Che" Guevara, e l'Esercito di liberazione nazionale della Colombia, creata nel 1965 con l'aiuto di Fidel Castro. Ma l'OLP risultò più duraturo del KGB. Nel 1964, il primo Consiglio dell'OLP, composto da 422 rappresentanti palestinesi selezionati con cura dal KGB, approvò il progetto sovietico per una Carta Nazionale palestinese (documento redatto a Mosca) ed elesse Ahmad Shukairy, agente del KGB, come primo presidente dell'OLP. Al servizio di intelligence romeno fu assegnata la responsabilità di fornire all'OLP il supporto logistico. Fatta eccezione per le armi, che erano fornite dal KGB e dalla Stasi della Germania Est, tutto, secondo Ion Pacepa, "è venuto da Bucarest. Anche le divise OLP e la cancelleria OLP sono stati fabbricati in Romania a titolo gratuito, come un 'aiuto fraterno.'

In quegli anni, due aerei cargo rumeni pieno di materiali per l'OLP atterrava a Beirut ogni settimana. L'OLP è venuto sulla scena in un momento critico nella storia del Medio Oriente. Alla conferenza di Khartoum tenuta subito dopo la guerra dei Sei giorni, gli stati arabi si trovarono sconfitti e umiliati di fronte alla "nuova realtà" di un Israele che sembrava imbattibile nella guerra convenzionale.
I partecipanti alla conferenza decisero, tra le altre cose, di continuare la guerra contro Israele, con quello che oggi verrebbe chiamato un "conflitto a bassa intensità." Le forze di Fatah e dell'OLP erano perfette per svolgere questa missione. I sovietici non solo hanno armato e addestrato i terroristi palestinesi, ma anche li hanno usati per armare e addestrare altri terroristi professionali a migliaia. Il Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista (PCUS), il servizio segreto politico (KGB), e quello militare (GRU) hanno avuto i ruoli di primo piano svolto in questo sforzo.

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Dalla fine del 1960 in poi, inoltre, l'OLP ha mantenuto i contatti con altri gruppi terroristici, alcuni dei quali di destra neo-nazista e gruppi di estrema-offrendo loro supporto e forniture, la formazione e il finanziamento.” Ci fu poi un supporto politico anche in Europa al cui centro era la Germania Est, che influenzò profondamente l’atteggiamento giovanile, i movimenti politici e poi terroristici nati nel Sessantotto. Uno studio approfondito di questa influenza, che ancora dura e si prolunga nel BDS (ma anche nella percezione personale di eredi di quel periodo, Obama in testa) si trova in un libro che consiglio molto fortemente a chi è interessato a capire le radici dell’antisraelismo attuale Undeclared Wars with Israel: East Germany and the West German Far Left, 1967-1989. (trovate qui una recensione e i dati bibliografici: http://www.meforum.org/blog/2016/05/undeclared-wars-with-israel ).

Le campagne di indottrinamento a favore dei “poveri palestinesi” partono dai paesi comunisti che nel frattempo stanno fabbricando e armando il terrorismo palestinista, in primo luogo da quella Germania Est che non volle mai riconoscere il carattere antisemita della Shoah e mantenne continuità inconfessate col vecchio stato e la vecchia ideologia nazista. I palestinisti poi furono inflitrati (o si vendettero) a molti servizi segreti arabi, si divisero fra chi serviva i siriani e chi gli egiziani e chi gli iraniani o i qatariani (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Analysis-Abbas-the-KGB-and-the-world-of-Middle-East-espionage-467220 ) - e in fondo questa divisione regge ancora. E regge anche la loro illusione di non essere strumenti di provocazioni e complotti, ma eroi e protagonisti.

Dunque l’affiliazione di Abbas al KGB è solo una traccia, un indizio, di una relazione molto più profonda. Una relazione che continua ancora. La prova sta in un dettaglio che pochi hanno sottolineato. Le carte che dimostrano il reclutamento di Abbas nei servizi segreti dell’Urss fanno il nome del suo reclutatore: Mikhail Bogdanov, oggi viceministro degli Esteri della federazione russa, una carriera tutta passata a servire prima l’Urss e poi la Russia in Medio Oriente (http://www.mid.ru/en/about/structure/deputy_ministers/-/asset_publisher/7AT17IymWZWQ/content/id/647875 ), ancora oggi l’uomo chiave di Putin per la crisi siriana (http://carnegie-mec.org/diwan/55006 ).

Il cerchio si chiude. Il capo di Abbas nel 1980 è ancora quello che ha il potere determinante su di lui oggi (perché è chiaro che il potere in Medio Oriente è oggi della Russia, non degli Usa, a causa del suicidio politico organizzato da Obama, un suicidio nient’affatto casuale, come potete leggere qui: http://www.tabletmag.com/jewish-news-and-politics/212698/obamas-syria-policy , ma questa è un’altra storia). E, come spiega benissimo Caroline Glick in questo articolo, il progetto di sovversione sovietica dell’Occidente prosegue ancora oggi (http://www.jpost.com/Opinion/Column-One-Mahmoud-Abbas-and-other-Soviet-ghosts-467303 ), avendo avuto già moltissimo successo.

Ciò che vi ho raccontato potrebbe sembrare una spy-story alla Le Carré (lui stesso peraltro parte volonterosa di questa sovversione, almeno negli ultimi romanzi): una storia intricata, piena di complotti, colpi di scena e doppi agenti . E infatti, lo è proprio. Ci sono doppi agenti , trappole, infiltrazioni, false narrazioni, disinformazione nella storia contemporanea del declino dell’Occidente e soprattutto in Medio Oriente. La storia di come un movimento politico fu inventato e un “popolo” fu creato per mettere in difficoltà Israele, sola democrazia del Medio Oriente. Peccato che oltre ai comunisti e agli arabi, a questa invenzione credano oggi soprattutto gli occidentali perbene, laici e progressisti.

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Ugo Volli