Come l'informazione su Israele in Italia fiancheggia in parte il BDS 05/09/2016
Commento di Angelo Pezzana
Autore: Angelo Pezzana
Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità Ebraica di Milano di settembre, a pag. 10, con il titolo "Matteo Renzi, Stefania Giannini e gli accademici italiani in Israele: perché nessun Tg o giornale ne parla?", il commento di Angelo Pezzana.


Angelo Pezzana

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Come funziona la disinformazione: i media di tutto il mondo non descrivono i terroristi palestinesi come tali
e in Italia sta mettendo radici il BDS

Fare informazione su Israele, c’è un modo migliore fra tanti ? La domanda è lecita e le opinioni in merito sono numerose. Chi sostiene che è inutile spiegare come l’anti-sionismo non sia altro l’anti-semitismo di vecchia maniera, ma chi è rimasto vittima delle accuse che vengono diffuse contro lo Stato ebraico, le ha introiettate, dando la propria fiducia a chi da decenni non fa altro che disinformare, con menzogne e omissioni, per cui in genere non è disponibile a rimettersi in gioco. Questo vale soprattutto per i media, i primi responsabili. “Mi sono stufato di scrivere ai giornali, tanto non pubblicano”, è il leit motiv di tanti, che hanno smesso di protestare. Fra questi ultimi è subentrata la convinzione che si debba cambiare tattica, basta con gli argomenti divisivi, guerre, Tzahal, terrorismo, sicurezza, temi che non attirano la simpatia di chi ragiona già in base a pregiudizi.

Parliamo invece dell’Israele come paese dove progresso, ricerca scientifica, economia, cultura, diritti, democrazia sono all’avanguardia rispetto a tante nazioni occidentali, questa è l’Israele da far conoscere. Giusto, ottima idea. Anche perché c’è un movimento internazionale, il BDS -boicotta,disinvesti,sanziona- che delegittima Israele cercando di danneggiarne la società colpendone gli aspetti che più ne hanno garantito rispetto e successo in tutto il mondo. Ma allora perché quasi nessun media, giornali/radio/tv, ha mai raccontato come il BDS, in Italia, sia stato un clamoroso fallimento ? Avrebbe dato forza a chi racconta Israele per quello che è, non per ciò che vogliono farci credere che sia, mentre alcuni intellettuali che hanno cercato,invano, di mobilitare le università italiane con una intensa propaganda hanno sortito il risultato opposto. Ha aderito al BDS soltanto lo zero virgola qualcosa del mondo accademico, una notizia che, se opportunamente divulgata, avrebbe ristabilito la verità su una ‘adesione massiccia’ che non è mai esistita. Queste omissioni valgono anche per il nostro governo.

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Ai primi di giugno, il ministro Stefania Giannini ha guidato una delegazione di accademici italiani che da 15 anni intrattiene una collaborazione inter- governativa sul piano tecnico, scientifico e industriale con Israele, ma la notizia è sfuggita ai nostri media, così come uno spazio più che ridotto, spesso nulla, viene dato agli accordi i cooperazione fra università italiane e israeliane. Lo stesso avviene tra regioni e comuni italiani e i corrispettivi israeliani, nascono rapporti bilaterali sempre più diffusi. Ebbene, se è questa l’Israele da far conoscere, siamo d’accordo, ma c’è un ma, quel pregiudizio che intorbida l’immagine che c’è in Italia su Israele blocca soprattutto questo tipo di informazione, Israele deve continuare a essere il paese dove comandano i falchi, si opprimono i palestinesi, c’è l’apartheid, insomma un paese da diffamare e basta. Vediamo che cosa ci diranno i nostri disinformatori abituali quando il prossimo inverno Matteo Renzi guiderà una nutrita delegazione di accademici nostrani in Israele dopo l’invito di Bibi Netanyahu quando si sono incontrati a fine giugno, nel giorno in cui il ‘falco’ Netanyahu ha firmato un accordo di collaborazione – tra gli altri con la Turchia- che potrà contribuire a combattere il terrorismo. Una delegazione anche per dire no al BDS. È troppo chiedere di essere correttamente informati ?

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