Jihad locale e globale 06/08/2016
Autore: Mordechai Kedar
 Jihad locale e globale
Analisi di Mordechai Kedar

(Traduzione dall'ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

Talvolta sarebbe meglio separarsi temporaneamente per potersi unire ad altri, quel che basta purchè ognuna delle parti riesca a puntare all’obiettivo finale, in questo caso la dominazione dell’Islam globale Tutti conoscono l’espressione “matrimonio di convenienza”: si riferisce a quel tipo di matrimonio che non si basa su amore e affetto, ma che si contrae al fine di promuovere gli interessi finanziari, sociali o altro della coppia. Il divorzio, al contrario, può essere il risultato di un conflitto e generalmente ha conseguenze per entrambe le parti. Un “matrimonio di convenienza” può essere usato per indicare unioni organizzative, politiche o altro ancora, tra due corpi che hanno poco amore l’un per l’altro, ma che intendono promuovere i comuni interessi. Talvolta i divorzi portano ad un miglioramento dello stato di una o di entrambe le parti coinvolte, e quindi si può parlare di “divorzio di convenienza” se le due parti sono una coppia, ma anche quando si tratta di organizzazioni, partiti politici e Stati. Questa settimana si è verificato un episodio del genere tra due organizzazioni jihadiste, al Qaeda e Jabhat al Nusra, la prima è un’organizzazione del Jihad globale mentre la seconda è attiva solo in Siria. Fino ad oggi, le operazioni di Jabhat al Nusra erano state dirette da Ayman al-Zawahiri, capo di Al Qaeda, e il gruppo era stato considerato il braccio siriano di al Qaeda. Questa unione ha riconosciuto Jabhat al Nusra come un’organizzazione dotata di capacità e mezzi per agire come al Qaeda, ma ha dovuto pagare un alto prezzo per essere identificata più come un'organizzazione globale che come un’organizzazione di liberazione siriana. Questa settimana Abu Mohammed al-Jolani , il leader di Al Nusra, è apparso in un video in diretta, per la prima volta ha rivelato il suo volto mentre leggeva il seguente proclama (tra parentesi ci sono le mie spiegazioni, MK): Dopo i consueti saluti, al-Jolani ha detto: “Fratelli miei musulmani, ovunque voi siate, Salaam Aleikhum, la misericordia di Allah e le sue benedizioni scendano su di voi. Rendiamo grazie a tutti gli sceicchi di al Qaeda Al Jihad (nome completo di al Qaeda) e, soprattutto,allo sceicco Dr. Ayman al-Zawahiri, che Allah lo protegga, e al suo secondo in comando, lo sceicco Ahmad Hassan Abu al-Khayr, che Allah lo aiuti.” “Vi ringraziamo per venire in aiuto dei figli di Al Sham (il classico nome della Siria), per l’aiuto offerto sia per il loro jihad e la santa rivoluzione sia per il Jihad in generale (a livello mondiale). La storia narrerà l’audacia di al Qaeda con venerazione e in lettere luminose, perché questa benedetta leadership (di al Qaeda) ha garantito e fornisce ancora il magnifico modello di come gli interessi dei musulmani nel loro insieme sostituiscono interessi organizzativi limitati. Essi hanno messo in atto le parole dello sceicco Osama (bin Laden), la misericordia di Allah scenda su di lui, quando disse che gli interessi della Umma (nazione islamica) hanno la precedenza sugli interessi di ogni organizzazione privata, gli interessi della Umma hanno la precedenza sugli interessi di una nazione islamica, gli interessi della nazione hanno la precedenza su quelli di un gruppo, e il gruppo è più importante di un individuo. “Noi, i leader di Jabhat al Nusra, in collaborazione con le direttive e le tendenze generali della leadership benedetta (di al Qaeda) agiamo spinti da un senso di responsabilità per il bene dei figli di Al Sham e il loro Jihad, cercando di facilitare le loro fatiche senza venir meno alle esigenze immutabili della nostra religione, di difendere il Jihad nella terra di al Sham , di proteggerlo e utilizzare tutti i mezzi legittimi per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti, di colmare il divario tra noi e le altre organizzazioni del Jihad, nella speranza che sorgerà un gruppo unito, come risultato delle nostre consultazioni e discussioni a tal fine, che si unirà ai figli di al Sham, libererà la loro terra, proteggerà la loro religione e concederà il potere alla parola del dio unico in mezzo a loro. “Conformemente alla volontà dei figli di Al Sham di porre fine alle giustificazioni della comunità internazionale guidata da Russia e Stati Uniti che usano la nostra unione con al Qaeda come scusa per bombardare e disperdere i figli di al Sham, pretendendo di mirare ad al Qaeda e a Jabhat al Nusra, noi abbiamo deciso di cessare di agire sotto il nome di Jabhat al Nusra e abbiamo creato un nuovo fronte unificato detto Jabhat Fatah El al Sham ( Fronte di Conquista di al Sham) ed evitiamo che questo gruppo crei qualsiasi collegamento con organismi esterni. “Il nuovo gruppo si adopererà per raggiungere i seguenti obiettivi: 1. Agire in nome della religione di Allah, possa Egli essere esaltato, rafforzando la legge della Sharia e la regola di giustizia tra le persone, tutte le persone. 2.Le azioni devono essere condotte unitamente agli altri gruppi in Siria, in modo da avere tutti i combattenti del Jihad sotto lo stesso tetto, solo così saremo in grado di riuscire a liberare la terra di Al Sham dalla regola dei despoti (gli alawiti) e distruggere il regime e le sue coorti. Allah ha detto: “Attenetevi, tutti voi, alla religione di Allah e non temete” (Corano, Sura 3, versetto 103). 3. Proteggere il Jihad nella terra di Al Sham, perseverare in quella missione, con qualsiasi strumento legale che possa essere di aiuto. 4. Fare ogni sforzo per servire la popolazione musulmana, migliorare la sua capacità di resistenza e le condizioni in cui vive, e alleviare le sue sofferenze in ogni modo possibile. 5. Fare in modo che ci siano sicurezza, stabilità e una vita dignitosa per tutti. Lode ad Allah, Signore dell'Universo Tuo fratello, Abu Mohammed al-Jolani”. Così termina il discorso di al-Jolani,che ora è il leader del neo-nominato “Fronte di Conquista di al Sham”. Quel che più sorprende è la mancanza di qualsiasi rabbia nei confronti di al Qaeda, in realtà c'è molto rispetto e ammirazione, forse per lasciare intatto il futuro percorso di riunificazione, se le circostanze lo consentiranno, qualora venisse preso in considerazione o siano fatte pressioni sull’organizzazione. E’ chiaro che al-Jolani vuole creare una vasta coalizione di organizzazioni siriane, in particolare di quelle che non vogliono essere affiliate ad al Qaeda. Ayman al-Zawahiri, il leader di al Qaeda, ha risposto in un video con queste parole: “L’affetto per l’Islam che esiste tra di noi è più forte di tutti i legami organizzativi temporanei e mutevoli, mentre la vostra unità, che prende forma unendosi ad altri, diventa più importante e più cara a noi di qualsiasi legame organizzativo (con noi). La vostra unione e la ricerca di migliorare l’unità tra le fila, sono al di sopra di ogni fedeltà al partito e di qualsiasi attaccamento all’organizzazione. Senza esitare, dobbiamo sacrificare i legami politici e organizzativi che sono antitetici al serrare i ranghi tra di voi, in modo che possiate diventare un solido edificio, che vi permetta di rimanere ben saldi di fronte al vostro nemico etnico laico (gli alawiti) sostenuto da Iran (qui ha usato un termine dispregiativo per il Paese), Russia e Cina, e dai moderni crociati (cioè l’Occidente), che danno loro sostegno.” Il leader di al Qaeda proferisce queste parole da padre, leader, maestro e consigliere, che trae piacere dai suoi studenti-figli che mostrano indipendenza, che vogliono separarsi da lui per unirsi al fine di raggiungere un obiettivo in cui lui crede e che lui ha inculcato loro in modo che riuscissero a realizzarlo. Non c'è un briciolo di rabbia nelle sue parole circa lo strappo di al Jolani. Al contrario, per lui assume grande importanza il tentativo di al Jolani di voler stabilire un fronte comune con le organizzazioni siriane locali, anche se questo significa non identificarsi con al Qaeda, a condizione che questa unità riesca a raggiungere la meta suprema, la fine del regime dell’alawita Assad. Al-Zawahiri è ben consapevole della profonda sofferenza dei siriani e delle difficoltà che affrontano i ribelli a causa dell’intenso, spietato intervento della Russia, dell’Iran e di Hezbollah nella turbinosa tempesta siriana. La situazione sul terreno costringe i ribelli a unirsi, e al-Zawahiri capisce la sfida e si identifica con le esigenze dei ribelli. Lui è disposto a farsi da parte e a concedere loro gli auguri per un viaggio sicuro. Per lui è più importante liberarsi di Assad, sconfiggere gli iraniani, distruggere Hezbollah e spazzare via i russi, che avere legami di tipo organizzativo con i ribelli siriani. La separazione di Jabhat al Nusra da al Qaeda è un altro passo nel processo di privatizzazione del Jihad e nel suo divenire un fenomeno locale invece di uno globale. Il successo di Al Jolani ad unificare i ribelli in Siria, gli permetterà di resistere allo Stato Islamico in modo più efficace, e quella è la più grande sfida che si presenta ad al Qaeda, nonostante il fatto che entrambe le organizzazioni siano state allieve di Osama bin Laden e Ayman al Zawahiri. Il problema è decidere cosa è meglio: il Jihad locale che è affiancato da gruppi non-Jihadisti, o il jihad globale limitato ai soli Jihadisti. Questa è la domanda cruciale alla base dei dibattiti circa il carattere e la portata delle organizzazioni del Jihad. L’obiettivo – il dominio islamico su tutto il mondo - è lo stesso per entrambi, con la discussione che riguarda solo il modo migliore per raggiungerlo. E’ meglio lavorare a livello locale o internazionale? Questa domanda continuerà ad essere sollevata nelle varie organizzazioni del Jihad per il futuro prossimo. La risposta dipende da variabili che cambiano continuamente in ogni luogo e in ogni momento nel tempo. Ecco perché queste organizzazioni cambiano la loro strategia organizzativa ogni volta che le situazioni lo richiedano.

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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