Il metodo ultra difettoso di Freedom House 25/07/2016
Commento di Manfred Gerstenfeld
Autore: Manfred Gerstenfeld

Il metodo ultra difettoso di Freedom House
Commento di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Sono stati pochi i media a dare la notizia che Freedom House, l’organizzazione americana che monitora la stampa internazionale, ha ridotto da ‘liberi’ a ‘meno liberi’ i media israeliani nel suo rapporto 2016, anche se Israele rimane comunque, come paese, nella categoria ‘libero’. La ragione di questo declassamento è dovuta al crescente impatto di Israel Hayom, distribuito gratuitamente in tutto il paese, “destabilizza gli altri giornali, e l'incontrollata pubblicazione di pagine a pagamento, alcune pagate dallo stato, non consente ai lettori di rendersene conto”.

Israel Hayom è di proprietà di Sheldon Adelson, il multi miliardario americano che sostiene il Primo Ministro Netanyahu. Un altro argomento citato da Freedom House per abbassare il livello di libertà dei media israeliani, sta nell’aumento della pubblicità non esplicita dei maggiori media, incluso il sito online più popolare, Ynet. La decisone di Netanyhau di essere contemporaneamente primo ministro e ministro delle comunicazioni è stato un altro aspetto. Freedom House venne fondata nel 1941. Una delle sue attività più importanti è la classifica dei paesi basata sulle libertà di stampa e della politica. Se Israele avesse una agenzia di contro-propaganda dedicata esclusivamente agli attacchi contro il paese, il caso di Freedom House avrebbe offerto un’occasione ideale per una reazione profonda, evidenziando i principali difetti del suo metodo di classificazione. In più, il declassamento avrebbe fornito una opportunità per evidenziare le manipolazioni dei media in altri paesi classificati ‘liberi’.

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Inoltre Freedom House sa bene in quanto a metodologia e obbiettività, che i media stampati sono soltanto una delle tante forme di informazione nelle società occidentali. Una moltitudine di canali tv e social fanno informazione, spesso più diffusa di quella scritta. Freedom House dovrebbe saperlo. Come dovrebbe sapere che ci sono giornalisti israeliani che odiano il proprio paese, che pubblicano, anche in momenti di quasi guerra, degli articoli che indirettamente aiutano gli interessi dei nemici di Israele. Il governo israeliano è spesso e fortemente criticato sui quotidiani più importanti, come Ha’aretz e Yediot Acharonot. Non vi sono casi paragonabili in Norvegia, Svezia o Olanda. In molti paesi cosiddetti ‘liberi’, molti canali tv sono di proprietà statale, per esempio in Norvegia, la tv e radio NRK, la più diffusa, è proprietà dello stato. Ed è la più accanita nel trasmettere notizie contro Israele. L’ho vissuto personalmente. Dopo una intervista con NRK, la giornalista mi disse che aveva perduto il nastro, ma poi mise insieme una intervista che nulla aveva a che vedere con l’originale. Iniziò ricostruendo in alcuni secondi quello che avevo detto su internet ad altri, poi continuò con affermazioni che non avevo mai fatto, per finire analizzando le citazioni che falsamente mi aveva attribuito.

Questo le valse il premio’ Giornalista Disonesta’ da Honest Reporting, probabilmente l’unico premio internazionale attribuito a un giornalista norvegese. Continua a svolgere il suo lavoro a NRK. L’avvocato Trevor Asserson studiò nei dettagli come funziona la BBC, dimostrando come le stesse azioni militari compiute dall’Inghilterra e da Israele venissero riferite in maniera radicalmente opposta. Freedom House ha veramente suscitato un vespaio, indebolendo l’intero campo dei media. Come può un giornalismo essere libero in paesi dove esiste una sola agenzia stampa che fornisce le notizie alla carta stampata? L’Agence France Presse, di proprietà dello stato, la terza per importanza nel mondo, fornisce notizie esatte, equilibrate e obiettive ?

Uno studio del giornalista francese Claude Will Raynal ha dimostrato, per quanto riguarda il Medio Oriente, che l’AFP non dimostra queste qualità. Tagliando sempre più i pezzi dei corrispondenti stranieri, Francia inclusa, la diffidenza verso le notizie dell’AFP è aumentata ancora di più. Che dire poi dell’auto-censura? Dovrebbe essere tenuta seriamente in conto da Freedom House nel redigere i rapporti. Come la preponderanza dei giornalisti di centro sinistra nei media di molti paesi. Tutto questo dovrebbe essere valutato dettagliatamente in ogni rapporto. Freedom House si è auto-dichiarata arbitro di ciò che e ciò che non è ‘libero’, basandosi su un metodo falso e su osservazioni con i paraocchi. Il governo israeliano ha nuovamente offerto a una istituzione una ricetta gratuita contro Israele , perdendo una eccellente opportunità di mostrare i pregiudizi anti-israeliani di molti media dei paesi ‘liberi’.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.