Duma: la telenovela continua 25/07/2016
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Autore: Ugo Volli

Duma: la telenovela continua
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: il rogo di Duma

Cari amici,

la telenovela continua. Ve ne ho già parlato in tre cartoline l’anno scorso (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=61044;
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=61103;
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=61202) e una un mese fa (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=0&sez=280&id=62814), che vi cito semplicemente per rimandarvi alle puntate precedenti. E continuo a darvi notizie oggi, a costo di stancarvi. Ma che volete, credo di essere l’unico in Italia a interessarmi di questa faccenda, non solo sulla stampa che più o meno distrattamente conduce propaganda anti-Israele ma anche sui siti ebraici e dunque penso che valga la pena di tenervi informati.

Sto parlando di Duma, un villaggio arabo in Samaria vicino a Nablus di circa 2000 abitanti, salito all’onore delle cronache per il rogo che uccise nella loro casa un bambino piccolo e i suoi genitori. Del crimine (che ovviamente io condanno nella maniera più totale, chiunque l’abbia commesso) furono presto accusati (su imbeccata degli arabi locali) alcuni “giovani delle colline”, ebrei appartenenti al movimento piuttosto confuso e spontaneo che si sforza di estendere la presenza ebraica in Giudea e Samaria occupando con insediamenti provvisori la sommità di alcuni colli della regione, dove già tremilacinquecento anni fa era testimoniata una popolazione ebraica.

Ci furono degli arresti di alcuni di questi ragazzi (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/204355), alcuni dei quali furono sottoposti a detenzione amministrativa molto dura senza neppure cercare di dimostrarne la colpevolezza, altri trattati dalla sezione ebraica del servizio segreto di Israele con violenza tale da far parlare anche fonti ufficiali di “tortura”, nel tentativo di farli confessare. Un adolescente in effetti confessò la sua complicità nel crimine, ma la sua testimonianza si è rivelata del tutto inattendibile, tanto da essere scartata. Il suo compagno coinvolto nella sua confessione poi è stato scarcerato senza incriminazione e anche il leader del gruppo detenuto solo in via amministrativa è stato poi rilasciato. L’accusa ha in sostanza rinunciato al processo, non avendo trovato prove per condurlo, neppure in un anno di indagini condotte in una maniera del tutto non convenzionale, tanto da suscitare proteste molto generalizzate.

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Il rogo di Duma

Nel frattempo veniva fuori che c’erano stati altri due roghi in precedenza fra le case del villaggio, che nessuno aveva attribuito ad esterni, perché nel paese c’era una dura faida fra clan che si svolgeva da tempo con metodi mafiosi e criminali. A marzo c’è stato un ulteriore rogo che ha coinvolto un testimone chiave dell’indagine sulla strage, il quale ha tentato di dire che erano stati di nuovo “i coloni”, ma è stato smentito dalle prove e processato a sua volta per calunnia (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/210055). Trovate tutto il racconto dettagliato e i rimandi alle fonti di questa telenovela criminale nelle quattro cartoline di cui vi ho scritto sopra i link. Nell’ultima puntata di questa storia, che si è svolta tre o quattro giorni fa, c’è stato un nuovo incendio, di nuovo a Duma, di nuovo attizzato con bombe molotov, di nuovo a una casa del clan colpito dai roghi precedenti, i Dawabsheh, anzi esattamente nella stessa casa (http://www.jpost.com/Breaking-News/Palestinian-report-Duma-home-of-deadly-2015-firebomb-attack-again-torched-460889). Di nuovo c’è stato un tentativo di accusare “i coloni”; ma è emerso con chiarezza che si trattava di un altro episodio della guerra dei clan del villaggio (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/dawabsheh-clan-burns-another-home-in-duma-village/2016/07/20/) e la polizia non c’è cascata (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/215331). Si tratta del sesto episodio di questa saga di piromania (http://www.danilette.com/2016/07/duma-sixieme-incendie-criminel-touchant-la-famille-dawabsheh.html) e anche con il più grande pregiudizio nei confronti dei “coloni” non si capisce proprio perché dovrebbero prendersela proprio con un paese privo di valore strategico e simbolico, e ancor di più, con le proprietà e le vite di uno specifico clan al suo interno - anche dopo essere stati arrestati e disarticolati dai servizi segreti e dalla polizia.

Insomma, anche quest’ultima (per ora) puntata della telenovela di Duma ne conferma il senso complessivo: esiste certamente un attivismo politico visionario di una parte della gioventù ebraica, che si identifica profondamente nel sionismo religioso, sfidando i limiti che lo stato di Israele ha dovuto accettare sull’uso del territorio in Giudea e Samaria. Ma questi movimenti non hanno affatto una natura terroristica o criminale, non si possono confrontare, come certi soloni di sinistra vorrebbero, con il terrorismo arabo e non c’entrano nulla non solo con la faida di Duma ma neppure con la sola grave vendetta criminale da parte ebraica di questi anni, cioè l’ammazzamento atroce di un ragazzino arabo dopo il rapimento e l’esecuzione di tre studenti religiosi nel 2014.

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Ugo Volli