Shoah: la Polonia non nasconda la propria storia 25/07/2016
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Autore: Angelo Pezzana

Shoah: la Polonia non nasconda la propria storia
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

Anna Zalewska, ministro dell’educazione in Polonia e Michael Chajewski, sindaco di Jedwabne, sono stati accusati da Ronald Lauder, presidente del Congresso Mondiale ebraico, di voler cancellare le responsabilità dei polacchi nei terribili pogrom avvenuti durante la Shoah. In particolare la ministra, in una intervista televisiva ha avanzato la possibilità che non siano stati i polacchi a commettere il massacro degli ebrei di Kilece nel 1946, “la vicenda è oscura”, ha detto, “ lasciamo che siano gli storici ad occuparsene”.

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Le copertine dei libri di Gross

Ha poi messo in dubbio anche il massacro di centinaia di ebrei di Jedbawne, dove furono i concittadini a rinchiuderli in un fienile per poi bruciarli vivi. Su questo punto è intervenuto il sindaco, proponendo che vengano riesumati i resti della fossa comune per verificare se sia stato opera dei polacchi o dei tedeschi, malgrado l’Istituto Polacco della Memoria avesse sottoscritto quanto gli storici avevano già verificato. Fra i più noti, Jan Tomasz Gross, docente di storia alla Princeton University, autore “I carnefici della porta accanto: in massacro della comunità ebraica di Jedwabne in Polonia” ( Mondadori) e del recentissimo “Un raccolto d’oro” (Einaudi), sul saccheggio dei beni ebraici in Polonia.

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I funerali dopo il pogrom di Kielce

Se la ministra Zalewska attendeva il responso degli storici, legga Gross, è tradotto anche in polacco, anzi, sono stati originalmente scritti in quella lingua. Quest’ultimo è la testimonianza impressionante del saccheggio dei beni ebraici durante e dopo la seconda guerra mondiale in Polonia, la depredazione sistematica di una intera società.

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Ronald Lauder, Presidente del World Jewish Congress

Nel 2011, l’allora presidente polacco Bronislaw Komorowski aveva chiesto il perdono durante una cerimonia che ricordava il pogrom di Jedwabne di 70 anni prima. Nel centro di Varsavia è stato inaugurato nel 2014 il Museo della Shoah, dedicato alla millenaria storia della presenza ebraica in Polonia. Una sezione è dedicata anche allo sterminio dei tre milioni di ebrei polacchi. Le guide spiegano che l’intenzione del Museo è quella far conoscere lo stretto rapporto che è sempre esistito tra ebrei e cattolici, per arrivare a una riappacificazione. Un intento nobile se si guarda al futuro, ma che deve basarsi sulla verità storica. Anche la Germania ha seguìto un percorso simile, ma guai a chi vuole nascondere la verità. Anche in Polonia.


Angelo Pezzana