Io incito, quindi sono 12/07/2016
Analisi di Mordechai Kedar
Autore: Mordechai Kedar
Io incito, quindi sono
Analisi di Mordechai Kedar

A destra: terroristi palestinesi

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/19175

Molti, in Israele e nel resto del mondo, avvertendo l’incitamento anti israeliano da parte dell’Autonomia Palestinese (Anp) e la retorica delle istituzioni internazionali, che diffondono l’ odio del “leader moderato” Mahmoud Abbas, si pongono alcune domande precise: i palestinesi sono partner di pace o in realtà vogliono invece stabilire il loro Stato sulle rovine di quello ebraico? E se il loro obiettivo è la distruzione di Israele, perché non nascondono i loro piani fino a quando non avranno un loro Stato con la capacità di realizzarli?

Le risposte a queste domande sono parte della stessa essenza e ragion d'essere dell’Anp. Questa entità non fu istituita dalla Lega araba, fondata nel 1945 (ci si chiede perché), prima della costituzione dello Stato di Israele, né da Egitto e Giordania che hanno controllato Giudea, Samaria e Gaza tra il 1948 e il 1967, ma proprio da Israele, il cui governo aveva fallito nel tentativo di espellere la leadership di Hamas e della Jihad islamica in Libano nel 1992, e ingenuamente si aspettava che Arafat eliminasse Hamas e la Jihad islamica, “senza i tribunali e la ONG B’Tselem per i diritti umani”, come allora si espresse Yitzhak Rabin. Questo fu lo slogan che aveva permesso al governo di Rabin, Peres e Beilin di far accettare gli accordi di Oslo agli israeliani.

Di conseguenza, non può sfuggire il fatto che Israele pretendeva dall’Anp di essere un organo di governo che avrebbe fatto il suo lavoro sporco, dando ad Hamas ed ai Jihadisti quel che si meritavano. In questo, al contrario di Israele, non sarebbero stati controllati né da organizzazioni per i diritti umani né dalla Corte Suprema di Giustizia, i tutori auto-nominati di un’etica universale che consentono al terrorismo, dentro e fuori Israele, di agire quasi senza interferenze. In altre parole, Israele ha fatto sì che Arafat si sarebbe preso cura dei capi di Hamas senza vincoli morali, senza organizzazioni per i diritti umani che gli soffiassero sul collo e senza un sistema legale degno di questo nome. Guardando indietro, si cerca invano di capire a cosa pensassero esattamente il governo di Rabin e quelle persone di sinistra così morali e amanti della democrazia.

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Un terrorista palestinese

Che un arabo avrebbe ucciso un arabo per noi perché noi siamo incapaci di farlo ? C'è qualcosa di meno morale di tutto questo? Il problema per il governo di Israele e per l’intero popolo ebraico è che Arafat, i suoi consiglieri e coloro che tengono vivo il suo spirito in tutto il mondo, non hanno avuto alcuna intenzione di essere le “guardie di frontiera” di Israele per gli ebrei. Tutto quello che lui e loro hanno fatto, fin dal primo minuto in cui l’Anp è stata fondata nel 1994, è stata una farsa e la realtà è che hanno dato il via libera, in modo aperto e subdolo, ad Hamas e alla Jihad di fare quel che volevano; ma i leader dell’Anp, se non avessero dato a queste organizzazioni terroristiche abbastanza corda, le alte sfere di quel governo avrebbero perso quel poco di legittimità che conservavano ancora agli occhi dei loro membri, da quando con la morte di Arafat si era ridotto alquanto il loro centro di potere.

Per impedire che Hamas prendesse nelle sue mani tutto il sostegno popolare, l’OLP aveva creato i Tanzim, altrimenti noti come “Brigata dei martiri di Al Aksa”, un gruppo di terroristi che ha a suo “credito” un numero significativo di omicidi di civili israeliani durante la Seconda Intifada, scoppiata nel 2000. Gli israeliani hanno dimenticato che non sono stati altri che Arafat insieme al suo vice, Mahmoud Abbas, ad aver finanziato direttamente questo gruppo. Il presidente dell’Anp è stato direttamente coinvolto nel finanziamento del terrorismo e ciò nonostante ci sono degli israeliani che lo considerano un partner per la pace, solo perché si è reso conto ad un certo punto, che il terrorismo che lui aveva finanziato, colpiva principalmente gli arabi palestinesi e li faceva vedere al mondo intero come terroristi.

Ecco perché allora ha iniziato a ricorrere anche ad altre tattiche, apaprentemente non violente, come ad esempio all’istigazione e a mettere in discussione la legittimità di Israele, a intraprendere una guerra economica, morale e giuridica contro Israele e, naturalmente, al Movimento BDS. La spiegazione più profonda per la mossa dell’ Anp verso un altro tipo di guerra contro Israele, è che senza una guerra contro Israele, l’Autorità palestinese non ha sostanza. Sanno bene che non vi è nessun popolo palestinese, certo non uno che i libri di storia, anche quelli arabi, riconoscano. Sanno bene che l’Anp non ha modo di ampliare la sua base pubblica, perché è vista dal popolo come niente di più che un datore di lavoro che lo dà quando ha i soldi per pagarlo.

Quando il denaro si esaurisce, l’Anp può andare all’inferno, per quel che interessa i suoi dipendenti. La corruzione, il palese nepotismo, la massiccia appropriazione indebita di fondi e la lontananza dalla gente, hanno trasformato agli occhi della popolazione l’Anp e l’OLP in un corpo illegittimo e sacrificabile. Questo è il motivo per cui l’Anp crea la sua legittimazione attraverso l’attività anti-Israele, per non fare la fine di Gheddafi. La spaccatura tra Hamas e l’OLP dimostra che un numero molto significativo - vicino a due milioni, quasi la metà di coloro che si definiscono “palestinesi” - non si considerano parte dei piani politici e nazionali dell’OLP, nè si sentono rappresentati. La posizione dell’OLP come rappresentante degli arabi palestinesi si basa esclusivamente sulla negazione del diritto di Israele ad esistere, nella lotta contro lo Stato ebraico e nell’istigazione contro i suoi cittadini. Se non fosse per questa lotta e l’istigazione al terrorismo non ci sarebbero ragioni per l’OLP e l’Anp di esistere. Questa è la ragione per cui continuano a costruire piazze, strade e scuole titolandoli ai terroristi, chiamano tutta la Terra di Israele con il nome “Palestina”, riempiono ogni spazio con i colori della bandiera del’OLP e organizzano visite di condoglianze, insieme ai finanziamenti, alle famiglie dei terroristi uccisi o imprigionati da parte di Israele.

L’incitamento contro Israele è l’unica cosa che l’Anp e l’OLP possono fare, perché Israele non ha mai preteso un prezzo reale e tangibile per l’incitamento e le aggressioni contro Israele, come patria nazionale ebraica e dei suoi cittadini ebrei. Questo è il motivo per cui l’Anp ha fatto propri i simboli religiosi arabo-palestines, la moschea di El Aqsa per esempio, la cui area circostante era una volta chiamata “Al Haram Al Shairf”. Essi preferiscono chiamare l’intera area del Monte del Tempio con il nome di Al Aksa, perché nel Corano Gerusalemme non viene mai nominata, né il popolo palestinese. Tra l’altro, il Corano parla dei Figli di Israele e del popolo ebraico molte volte, ma non dei palestinesi. Chissà perché…

La conclusione è che Anp e OLP devono continuare il loro incitamento anti-Israele. Non hanno nessuna sostanza o legittimità senza questa lotta, divenuta il principio fondante di un altro Stato palestinese in Giudea e Samaria, in aggiunta a quello creato da Hamas oltre nove anni fa a Gaza. La prova che si tratta di una valutazione esatta, è quello che è successo in Siria sotto il regime della famiglia Assad: dato che sono stati considerati come eretici, collaborazionisti e adoratori di idoli, non avevano assolutamente alcuna legittimità e hanno fatto uso dell’incitamento anti Israele per tenere unite le varie tribù e le famiglie che erano sotto il loro dominio, senza che mai ci fosse stata una nazione siriana, unita, riconosciuta.

Un’amara verità rivelata dagli ultimi cinque anni di spargimento di sangue e massacri. E nello stesso modo, non c’è una nazione irachena, libica o algerina e non c’è nemmeno una palestinese. Questa è la ragione per cui la richiesta internazionale e di Israele che l’Anp si astenga dall’incitamento anti-Israele, è una richiesta che Abu Mazen non potrà accettare e non accetterà. La cessazione dell’incitamento tira il tappeto da sotto i piedi già traballanti dell’Anp. Questo non può essere accettato, dato che l’istigazione spinge al crimine, soprattutto i giovani, a prendere un coltello per colpire gli israeliani, o per sparare contro le auto nelle strade; questo è un risultato indispensabile alla stessa esistenza dell’Autorità palestinese, il cui intero essere è subordinato alla guerra totale contro Israele, che deve anche essere combattuta sui media, nel mondo accademico, nei tribunali e nei locali pubblici, in Israele e in tutto il mondo.

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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