Oltre la paranoia: l’anti-Israele come mutazione dell’antisemitismo 09/07/2016
Manfred Gerstenfeld intervista Monique Schwarz
Autore: Manfred Gerstenfeld
Oltre la paranoia: l’anti-Israele come mutazione dell’antisemitismo
Manfred Gerstenfeld intervista Monique Schwarz

(Traduzione di Angelo Pezzana)

Immagine correlata
Monique Schwarz

Monique Schwarz è una regista australiana che produce e distribuisce da trent’anni come indipendente film documentari. Fra i molti, “Mamadrama, la madre ebrea nel cinema”, girato nel 2001, è stato proiettato a livello internazionale in TV, centri culturali e cinema ed è in circolazione ancora oggi.

“ Il mio documentario ‘Oltre la Paranoia’ racconta come siano interdipendenti l’antisemitismo e l’anti-israelismo. Cominciai ad occuparmene nel 1987, durante la prima intifada, quando vivevo in Australia. Avevo notato come molti termini usati per descrivere Israele fossero simili a espressioni quali ‘gli ebrei controllano il mondo’ o che è la ‘lobby israeliana a controllare il presidente Usa’. Mi accorsi che i giudizi anti-Israele e anti- sionisti stavano diffondendosi in tutto il mondo. Questa percezione iniziale, gradualmente, mi invogliò a fare un film su come questi commenti su Israele e il sionismo coincidessero con il vecchio, tradizionale anti-semitismo, come anch’io l’avevo conosciuto.

Immagine correlata

Sono nata in Svizzera durante la Shoah, i miei genitori erano sopravvissuti e, dalla Francia, emigrarono in Australia nel 1950. Per spiegare l’odio verso Israele volevo fare un documentario dove, insieme alle immagini, vi fossero anche interviste con degli esperti. Avrebbero potuto descrivere e analizzare i vari aspetti rivelatori sia di anti-israelismo che di anti-semitismo, i motivi classici dell’odio come erano mutati e usati contro Israele. Mi sembrava il modo migliore per rivolgermi a un pubblico non soltanto ebraico. Allora, ma in molti ambienti ancora oggi, si ritiene che essere anti-sionisti e contro-Israele siano una critica normale, accettabile in una società aperta. Ho cercato i finanziamenti per realizzare il film, ma sia da parte ebraica che non, i commenti che ho ricevuto giudicavano il progetto eccessivamente estremista. Non volevano finanziare questa interpretazione, anche se i fatti erano reali. Nessuno diceva di non voler finanziare il film perché l’idea non era interessante, o perché il tema è già stato trattato.

Dopo l’uscita di “Mamadrama” ho iniziato a lavorare a “Oltre la Paranoia”, lo volevo quel film, per mandare un chiaro messaggio di quanto è pericoloso l’anti-semitismo nella veste di anti-israelismo. Con il mio co-produttore, Benzion Tidhar ho progettato un film a 16mm con diversi interpreti, ma ci siamo resi conto che i finanziamenti non sarebbero arrivati. Eppure mi rendevo conto di come Israele venisse raccontato in tutto il mondo in una maniera intollerabile. Con Benzion decidemmo che si doveva andare avanti con i nostri mezzi, lo sentivamo come un imperativo morale. Abbiamo quindi sacrificato molti di quegli aspetti che rendono la vita più confortevole. Ho acquistato una Video Camera professionale e abbiamo deciso di produrre il film. Benzion ha curato la musica, io le riprese e la direzione generale, un lavoro che avevo già svolto nei miei film precedenti, per i quali scrivevo anche i testi e ne curavo la produzione. Ci fu d’aiuto nel contenere i costi.

Immagine correlata
Una scena

Malgrado le ristrettezza, abbiamo ricevuto i complimenti per la nostra professionalità. Decidemmo che “Oltre la Paranoia” doveva essere visivamente scioccante, con immagini forti sulla Shoah, la musica intensa e sconvolgente, quasi come quella dei film horror. Tutto era voluto, perché l’obiettivo era evitare negli spettatori qualsiasi compiacimento. Gli intervistati diedero un quadro di come l’anti-semitismo si era sviluppato, quali erano le motivazioni che l’hanno trasformato in anti-israelismo.

Aderirono tutti, tranne uno. Un leader arabo musulmano, il quale decise per la sua stessa sicurezza di non poter partecipare al documentario. Diversi intervistati vennero esclusi dal montaggio finale del film, mi rincresce molto, dissi loro, sicuramente dispiaciuti, ma avviene abitualmente quando si monta un film. La prima è stata data nel febbraio 2016 alla Cinemateque di Gerusalemme, la dedicammo alla memoria di Robert Wistrich, uno dei più importanti studiosi del mondo di anti-semitismo, morto lo scorso anno. La sua è una intervista molto importante, mi colpì moltissimo.

Da tutte queste interviste ho imparato molte cose. La più drammatica è la somiglianza tra anti-semitismo e anti-israelismo, che ho analizzato per più di dieci anni e che è oggi persino in crescita. Prima, non avevo mai visto chiaramente gli elementi comuni nell’anti-semitismo cristiano, musulmano e nazista. Ne avevo mai valutato appieno quanto importanti erano gli elementi comuni nella ideologia di molti paesi arabi. In molti mi hanno detto quanto sono stata coraggiosa a girare questo film. Ma la preoccupazione più grande in queste reazioni è stato constatare quanto sia condizionata la libertà di parola nella società contemporanea.

Manfred Gerstenfeld è tra gli intervistati di “Oltre la Paranoia”


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90