A destra: John Kerry, Barack Obama
Cari amici,
Scusate se insisto. L’attentato di Orlando è stato terribile, e fa parte di una serie che continua, come dimostra l’assassinio del gendarme francese. E’ una guerra contro di noi, la nostra cultura, il nostro modo di vivere, la nostra libertà. Una guerra non solo politica, ma più profonda, estesa al livello della dimensione umana. Per gli assassini nessuno di noi ha diritto di vivere, siamo peccatori, nemici di Dio e dobbiamo tutti morire o sottometterci e convertirci. Essere poliziotti, essere ebrei, essere omosessuali, essere disegnatori satirici, essere scrittori, essere politici che difendono i valori dell’Occidente sono aggravanti; ma quel che basta è partecipare della forma di vita che si è formata nei secoli in Europa sulle radici bibliche e greche e che si è estesa a mezzo mondo. E’ la nostra libertà che costoro odiano, in nome della loro sottomissione. Perché Islam vuol dire sottomissione e musulmano è uno che si sottomette. Per questo i comunisti e i fascisti, gemelli anche in questo, hanno sempre avuto simpatia per l’Islam, perché anche la loro è una forma di sottomissione.
La libertà è superiore all’oppressione, gli esseri umani liberi sono più creativi, più produttivi, più felici e anche più capaci di difendersi dei servi sottomessi. Israele l’ha dimostrato in abbondanza e prima di esso la sconfitta del fascismo e l’implosione del comunismo hanno lo stesso senso. Ma la condizione di questa superiorità è la coscienza. Le persone libere devono sapere per chi combattono e chi è il loro nemico. Per questa ragione sono pericolosissimi i cattivi maestri che confondono le acque e creano nebbioni ideologici protettivi per gli assassini (e per i loro interessi politici e non). Leggete per favore questa dichiarazione di John Kerry, perché ne vale la pena. Ve lo riporto prima in inglese:
"The worst thing we can do is engage in trying to point fingers to one group or one form of sectarianism or another, one religion or another, those are not the values of our country". Cioè, molto letteralmente: “la cosa peggiore che potremmo fare è impegnarci a puntare il dito su un gruppo o su una forma di settarismo o su un altro, su una religione o su un’altra; questi non sono i valori del nostro paese.” (http://sputniknews.com/us/20160613/1041261540/orlando-massacre-kerry-religion.html)
Cioè, in sostanza, non parliamo dell’Islam, non parliamo del jihadismo, non parliamo di terrorismo islamico e non ne parliamo senza neanche dire che non parliamo di loro, perché anche questo è tabù. Anche Hillary Clinton ha detto cose non troppo diverse e Obama ha confermato il rifiuto di pronunciare le parole “terrorismo islamico” e perfino “radicalismo islamico”, anche solo per respingerle. I 50 morti di Orlando, come quelli di Parigi, di Bruxelles, di Tel Aviv e di Gerusalemme da chi sono stati ammazzati allora? “Da una forma o l’altra di settarismo”, “da una religione o un altra”, insomma da tutti e da nessuno, non c’è niente da fare. Mettiamoci l’anima in pace, il terrorismo è come una tromba marina o un infarto, senza colpa e senza autore, cose che capitano.
O meglio, un responsabile c’è, è la diagnosi comune dei cattivi maestri come Obama e Bergoglio. Sono le armi. Il ragionamento alla base può sembrare ragionevole: se qualcuno viene ammazzato, di solito l’assassino ha usato un’arma. Se non ci fossero le armi, dunque, uccidere sarebbe molto più difficile. La colpa è degli “strumenti di morte” e di chi li commercia, i “mercanti d’armi” che già non piacevano a George Bernard Shaw. Sarebbero loro a provocare le guerre, secondo un luogo comune che ripete il papa: per profitto, naturalmente. Più guerre ci sono, più i “venditori di morte” guadagnano. Peccato che sia un paradosso piuttosto stupido. Vi ricordate l’attentato alla maratona di Boston? Fu fatto con pentole a pressione, riempiti di concimi chimici che si trovano nei consorzi agrari. Proibiamo le pentole a pressione? E le Twin Towers? gli attentatori erano armati di taglierini da disegno... e di aerei civili. Proibiamo gli aerei? Accusiamo i negozi di casalinghi e i vivai di genocidio? E poi, sapete qual è l’arma preferita dell’ultima ondata terrorista in Israele? I coltelli. Proibiamo anche quelli? E i sassi sulle auto in corsa, difficili da eliminare nel paesaggio israeliano. Le bombe molotov, fatte con la benzina e magari con un po’ di sapone dentro per far durare di più la fiamma. Le cinture esplosive, fatte con esplosivi spesso artigianali. Vi sembrano facili da eliminare? E pensate anche che in tutt’Europa le armi sono proibite e sorvegliate attentamente. Questo ha impedito gli attentati di Parigi, di Bruxelles, di Londra, di Madrid eccetera eccetera? Siamo sicuri che il tasso di violenza del distretto musulmano di Malmoe sia inferiore a quello di Orlando?
Magari se l’assassino di Orlando non avesse avuto accesso legale alle armi, la strage gli sarebbe stata più difficile (ma di mestiere faceva la guardia giurata, gli avevano dato la licenza nonostante fosse un estremista islamico ben noto e con quel mestiere avrebbe avuto armi anche nella proibizionista Europa). Però magari se qualcuna delle vittime fosse stata armata, avrebbe potuto cercare di fermarlo, com’è spesso accaduto in Israele...
Insomma, al di là di tutte le speculazioni, quel che uccide non sono le armi, che da sole sono solo oggetti inanimati, ma i fanatici che le manovrano. Come la colpa degli assegni a vuoto non è delle penne ma dei truffatori che li firmano, e gli incidenti di macchina nella maggior parte non vengono da guasti delle macchine ma da imprudenze umane. Qualcuno pensa che la mafia e la camorra si fermino proibendo il commercio delle armi? E’ proibito da sempre, ma loro sono sempre lì.
Insomma è una sciocchezza, che a Obama serve a trovare un pretesto dietro a cui nascondere la sua debolezza (o magari complicità, come ha detto Trump) con il radicalismo islamico. Il punto è che bisogna individuare i nemici, non gli strumenti che usano e che possono essere diversissimi. E questo è esattamente ciò che Obama, Mogherini, Bergoglio, Merkel si rifiutano di fare.
Ugo Volli