A destra: dietro l'antisionismo si nasconde l'antisemitismo
Cari amici,
nella giustizia la responsabilità collettiva o indiretta non dovrebbe esistere, è un bruttissimo segno quando entra nei codici come nel reato ossimorico di “concorso esterno in associazione mafiosa” (come si fa a essere “esterni” “in” qualche cosa?). Ma in morale e in politica sì è possibile essere chiamati a rispondere di azioni collettive di una comunità di cui si fa parte, anche se non si è agito personalmente - a meno che non ci si sia opposti attivamente al malfatto. Per questa ragione alla Germania e più largamente all’Europa e non solo ai singoli criminali nazisti o ai loro “volonterosi” collaboratori va attribuita una responsabilità per la Shoà; alla Turchia una ancora maggiore per il genocidio armeno mai rinnegato. E per questo grandi esponenti del mondo cristiano, pur se personalmente innocenti, hanno ritenuto di dover chiedere personalmente scusa per quindici secoli di persecuzioni. Ancora per questa ragione gli antisemiti d’oggi, soprattutto quelli di sinistra, cercano di colpevolizzare Israele per giustificare il loro odio.
Come italiani, dobbiamo dunque chiederci se abbiamo oggi delle responsabilità collettive nell’ondata di anti-israelismo (che è un antisemitismo), imperversante nei media e nella politica occidentale. La risposta è sì e no. Partiamo dal no. Per molti versi l’Italia ha un buon rapporto con Israele. Era pessimo con i governi democristiani, con Moro e Andreotti, e anche con Craxi, per non parlare dei governi influenzati dalla sinistra comunista e post, per cui basta fare il nome di D’Alema. Migliorarono molto con Berlusconi, il che ai miei occhi basta a confermare che la sua leadership ha avuto numerosi aspetti positivi (e purtroppo anche gravi difetti). Oggi con Renzi siamo a metà strada, non all’odio che vorrebbe la sinistra di classe e di casta, ma neanche la motivata adesione degli anni del centrodestra. Comunque ci sono delle importanti iniziative buone, anche per merito degli ottimi diplomatici che hanno negli ultimi anni gestito le relazioni fra i due paesi, Francesco Maria Talò in Israele e Naor Gilon in Italia. Un esempio che non è stato pubblicizzato né lodato a sufficienza (provo a rimediare io qui alla dimenticanza) è la visita di una folta delegazione di accademici israeliani che si è svolta negli ultimi giorni ( http://www.haaretz.com/israel-news/1.722160), organizzata dall’ambasciata italiana in un senso esplicitamente anti-Bds.
Ed è complessivamente abbastanza buona la situazione nella vita sociale: salvo alcune organizzazioni nostalgiche (non si capisce se nostalgiche del fascismo o dell’antifascismo) come l’Anpi senza ormai più partigiani, la Fiom (senza più operai) e i soliti sindaci estremisti (da De Magistris a Orlando, e un paio di giornali, fra cui brilla il Manifesto, i boicottatori e gli odiatori espliciti di Israele hanno pochissimo spazio nella società e nella politica italiana. Anche le iniziative di boicottaggio universitario, non hanno raccolto più dello 0,5 per cento degli accademici. C’è una vasta area grigia di freddezza e di diffamazione, in cui primeggiano molti giornali apparentemente insospettabili (da Avvenire al Sole 24 Ore, da Repubblica all’ Osservatore Romano) e tanti politici soprattutto dell’estrema sinistra, inclusi i grillini.
Ma il punto più inquietante è la politica internazionale, ovvero l’azione del Ministero degli Esteri, che prosegue imperterrito nel vecchio filoarabismo democristiano, soprattutto per quel che riguarda le organizzazioni internazionali: non solo l’Europa, dove l’Italia è schiacciata sull’islamofilia pro-immigrazione di Bergoglio. Merkel e (si parva licet...) Mogherini. La stessa posizione vale per le organizzazioni dell’Onu. Vi faccio due esempi recenti. Il primo riguarda la delibera dell’Unesco che negava ogni radice ebraica nel Monte del Tempio (http://www.focusonisrael.org/2016/04/20/per-lunesco-il-monte-del-tempio-di-gerusalemme-non-ha-nulla-di-ebraico/) e in genere di Gerusalemme, contraddicendo non solo infiniti dati storici e archeologici, ma anche la testimonianza dei Vangeli. C’è stata molta polemica su questa votazione (http://it.israel-today.ru/unesco-ha-cercato-di-privare-gli-ebrei-i-diritti-sul-monte-del-tempio-commenti.html), tanto che la Francia che l’aveva approvata, è stata costretta a scusarsi ripetutamente dell’”equivoco” (http://it.israel-today.ru/primo-ministro-francese-ha-condannato-la-risoluzione-dellunesco-di-monte-del-tempio.html). La risoluzione è stata approvata con 33 voti a favore, 6 contrari e 17 astensioni. Fra i primi vi erano la Cina, la Russia, l’Egitto, l’Algeria, Il Bangladesh, il Marocco, l’Oman, il Qatar, il Nord Corea ma anche la Francia e la Spagna. Contro si sono espressi un gruppetto piccolo ma significativo di paesi occidentali: Usa, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Estonia, Lituania (http://www.dailypioneer.com/columnists/coffee-break/at-unesco-india-votes-to-deface-jewish-heritage.html). E l’Italia? Di fronte alla totale assurdità della delibera, non ha avuto la faccia tosta di aderire, ma neppure il coraggio di opporsi. E così, ipocritamente, si è astenuta. Non pervenuta.
Poi c’è stato l’altro caso, quello dell’organizzazione mondiale della sanità, che in mezzo a tutti i mali del mondo e in particolare alla catastrofe umanitaria del Medio Oriente con 400 mila morti in Siria e 100 mila in Yemen, non si sa quanti in Libia e altrove, il suo solo compito era di condannare Israele per i danni che Israele farebbe alla “salute fisica, mentale e ambientale dei Palestinesi e dei Siriani del Golan occupato” (!) - anche se ne cura molte migliaia all’anno, inclusi i parenti più prossimi dei capi di Hamas e dell’Autorità Palestinese, che si fidano degli ospedali israeliani e non di quelli arabi. Ecco qui alcuni esempi qui: la nipote di Hanyeh, http://www.haaretz.com/israel-news/1.559083, sua figlia http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/israel/11174416/Hamas-leaders-daughter-treated-in-Israeli-hospital.html; la sorella di Abu Marzuk http://www.timesofisrael.com/hamas-spokesmans-sister-treated-in-israeli-hospital/ - entrambi capi di Hamas; il cognato del dittatore dell’Autorità Palestinese Muhammed Abbas, http://www.jerusalemonline.com/news/middle-east/israeli-palestinian-relations/abu-mazens-brother-in-law-receives-surgery-in-israel-16616, suo fratello, http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/210808, e sua moglie http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/181740. Per non parlare del fatto che Israele è il solo paese confinante a curare i combattenti feriti nella guerra civile siriana, senza guardare alla loro appartenenza (tanto sono tutti nemici giurati dello stato ebraico, cui devono la vita): https://news.vice.com/article/inside-the-hospital-where-israeli-doctors-treat-syrian-patients; http://dailysignal.com/2015/07/21/how-an-israeli-hospital-builds-bridges-with-syria-by-caring-for-the-wars-wounded/.
Bene, come è stata accolta questa risoluzione ancor più ridicola che vergognosa? E’ stata approvata con la maggioranza bulgara di 104 a 8 con 8 astenuti. I coraggiosi paesi contrari sono stati Australia; Canada; Guatemala; Israel; Micronesia (Federated States of); Papua New Guinea; Paraguay; United States of America; gli astenuti Armenia; Cameroon; Colombia; Democratic Republic of the Congo; Fiji; Ghana; Honduras; New Zealand (http://www.humanrightsvoices.org/site/developments/?d=15173). I favorevoli tutti gli altri fra cui tutti i paesi dell’Unione Europea. E l’Italia? Fra loro naturalmente, allineata e coperta a denunciare i misfatti della sanità israeliana, la più inumana del mondo, anzi la sola inumana, in un panorama in cui brillano sistemi sanitari particolarmente accoglienti come quelli dell’Arabia Saudita e dell’Iran (dove il dissenso si cura a frustate e il furto con il taglio della mano) dell’Afghanistan, della Siria.
Insomma, l’immagine internazionale dell’Italia prodotta dall’azione dei nostri rappresentanti nelle organizzazioni internazionali (che agiscono su istruzioni della burocrazia del Ministero degli Esteri) è quella di uno stato succube delle idiozie terzomondiste e piuttosto antisraeliano. Certo, si tratta di stanchi rituali che si ripetono almeno dagli anni Settanta, dalla famigerata mozione dell’Assemblea dell’Onu fatta passare dall’Urss che equiparava il sionismo al razzismo. Ma che tutti sappiano che sono cose insensate e immeritate non toglie nulla al loro carattere velenoso, lo stesso che per secoli ha dipinto gli ebrei come deicidi, bevitori di sangue umano e avvelenatori. Tutte sciocchezze, lo sapevano tutte le persone di buon senso. Ma poi arrivava un inquisitore che aveva bisogno di un po’ di sangue per ottenere una promozione e bruciava qualche ebreo, con l’approvazione generale. O c’era una rivolta contro le tasse e si massacravano i nemici del popolo, i deicidi, insomma gli ebrei. O arrivava Hitler e... Lo stesso accumulo di odio si usa oggi contro Israele. Ricordiamocene, non siamo complici col nostro silenzio, chiediamone conto al governo, al ministro degli esteri, ai burocrati che decidono al posto suo o con il suo consenso.
Ugo Volli