Ho incontrato Marco Pannella per la prima volta parecchi decenni fa e quello che mi colpì di lui furono i suoi brillanti occhi celesti e la sua imponente bellezza. Quel giorno, sul tema del divorzio, nacque la nostra amicizia che poi continuò sull'aborto, sulla pena di morte, sui diritti civili per tutti perchè Marco li voleva, li pretendeva, li sperava anche per quelli che, secondo me, spesso non se li meritavano. Quello che mi fece appassionare a lui e a tutti quelli che lo seguivano fu il comune amore per Israele. Non potrò mai dimenticare i cartelli che solo i radicali avevano il coraggio di portare in un clima di fobia antisemita che aveva invaso l'Italia dagli anni 70 in poi e che si esprimeva con una violenza incredibile. Marco e gli altri amici radicali, venivano con noi a dimostrare, rischiando calci, sputi e sassaiole e l'isolamento politico. Spesso erano proprio loro a organizzare le manifestazioni contro chi ci odiava "Siamo tutti israeliani.... Siamo tutti ebrei.... Viva Israele, baluardo di democrazia", facendo venire le convulsioni ai tanti isterici e avvelenati nemici provenienti dai centri sociali e dei loro simpatizzanti in odore di fascismo che andava dal color rosso/ sangue al nero/ pece e che ci circondavano sbavando odio. Quando ebbero inizio gli attentati del dopo Oslo promessi da Arafat nel corso di una sua telefonata a re Hussein di Giordania, Marco Pannella arrivava in Israele con tutti gli amici per andare dove era stato versato sangue ebraico, non servivano parole, bastava la loro presenza per dire "Noi ci siamo! contro l'odio antisemita, contro il terrorismo, , per la giustizia, per la libertà, per tutto quello che rappresenta Israele!". Pannella veniva per dirci che amava e rispettava Israele, nello stesso periodo in cui altri parlamentari italiani arrivavano per fare intendere quanto ci odiassero, per andare ad abbracciare colui che organizzava la morte degli ebrei di Israele , per baciare la mano di Arafat. L'odio aumentava, l'esistenza di Israele era messa in discussione. Incredibile ma vero, nello stesso secolo che aveva visto la Shoah c'era chi voleva la distruzione totale del Paese degli ebrei e l'annegamento dei superstiti nel Mediterraneo. Alle minacce di Arafat i pacifisti e buona parte della sinistra rispondevano entusiasti e allora ecco che Marco incominciò a chiedere l'entrata di Israele in Europa, pareva una cosa logica non un'utopia.... solo l'essere parte dell'Europa potrebbe garantirne la sicurezza.... era il suo pensiero portato cocciutamente avanti per anni . Io credevo invece, più realisticamente, che L'Europa, il più grande cimitero ebraico del mondo, non aveva mai voluto Israele e mai avrebbe cambiato idea, l'odio atavico è più forte di tutto e lo vediamo in questo periodo in cui il boicottaggio contro lo stato ebraico è diventato globale. Ma lui ci credeva fermamente!, Ricordo che, durante uno degli ultimi incontri a Gerusalemme, nessuno riusciva a interrompere il suo intervento impetuoso e inarrestabile come sempre, con decine di divagazioni ma sempre in tema, io guardavo il traduttore simultaneo, chiuso nelle sua cabina, disperatamente stanco e sudato che quasi supplicava "basta, prego, bastaaaa" . Alla fne tutti ridevamo, Marco non capiva o fingeva di non capire. I suoi interventi, famosi per la loro lunghezza non perdevano mai interesse e soprattutto lui non perdeva mai il filo del discorso. Il ricordo più intenso che ho di lui è la sera in cui, sconvolti e praticamente muti per l'orrore, bevevamo decine di caffè e fumavamo insieme sulla terrazza del caffè Moment a Gerusalemme, pochi giorni dopo l'attentato che fece decine di morti e feriti. Marco Pannella è morto, l'ultimo grande uomo politico difensore di Israele se n'è andato. Quello che ha fatto dell'Italia un paese civile proviene da lui, dalle sue lotte, dai suoi digiuni, dal suo coraggio, spesso deriso e odiato, relegato tra i pazzi utopici, offeso dai mediocri, amato da tanti ma sempre troppo pochi. Oggi tutti, molti con il pelo sullo stomaco, lo onorano e ne parlano come di un gigante. Per me era un amico, un grande uomo pieno di coraggio cui posso dire solo "Addio Marco e grazie per tutto quello che hai fatto per Israele e per gli ebrei e, mai riconosciuto in vita, per l'Italia. "
Deborah Fait
Gerusalemme, Capitale di Israele, unica e indivisibile