A destra: François Hollande con Abu Mazen
Cari amici,
vi segnalo oggi un piccolo episodio curioso su cui vale la pena di riflettere che riguarda la molto propagandata conferenza sul Medio Oriente, fortissimamente voluta dal presidente François Hollande, dichiaratamente allo scopo di risolvere il conflitto fra Israele e palestinisti, o almeno, come si dice in diplomatichese di “stabilire i parametri per una soluzione, in assenza degli interessati, come vi ho raccontato l'altro giorno. Mi viene da chiedermi, credo assieme a voi, perché Hollande si avventurasse, nell'ultimo anno della sua sfortunata presidenza, a tentare un'impresa che non era riuscita neppure a Obama al pieno della sua potenza. In questa opinione interessante (http://www.gatestoneinstitute.org/8006/french-peace-initiative) si propone l'idea che Hollande voglia imitare il tradimento di Charles De Gaulle, che dopo una ventina d'anni di amicizia della Repubblica Francese con lo stato ebraico decise nel momento più critico della guerra del '67, quando Israele si trovava di fronte una poderosa coalizione di stati arabi appoggiati dall'Urss, di rompere i contratti di fornitura di armi e pezzi di ricambio da cui lo stato ebraico dipendeva pesantemente (tutti i suoi aerei di punta erano di fabbricazione francese) e di impedire ai rifornimenti americani di usare il suo spazio aereo per raggiungere Israele (in questo, va detto, uguale a tutti gli altri stati europei, Italia inclusa).
Il fatto è che Hollande non ha nulla da tradire, avendo regolarmente votato contro Israele in tutti i consessi internazionali e mostrato anche personalmente il suo fastidio per Netanyahu. E inoltre è chiaro a tutti (salvo forze a Haaretz, come vedete nell'articolo che ho citato) che la sua conferenza non ha la minima possibilità di portare risultati. Resta l'ipotesi spesso verificata, che “deus amentat quos perdere vult”, c'è un dio che rincretinisce quelli che vuole rovinare. O ancora, più probabile di ogni altra cosa, Hollande prepara una bella “operazione Soumission” così chiamata dal titolo del romanzo di Houllebecq, o dal significato della parola islam: dato che le analisi mostrano che già ha ottenuto la sua insperata vittoria elettorale alcuni anni fa grazie ai voti degli immigrati musulmani, rincarare la dose dell'appoggio all'islamismo per ottenerne di più.
Bene, l'episodio è questo: ieri sono successe due cose a proposito della conferenza. Il segretario generale dell'Organizzazione della Liberazione della Palestina e capo non-negoziatore dell'Autorità Palestinese (insomma l'erede presuntivo di Muhammed Abbas) e di nome fa Saeb Erekat, ha annunciato che Kerry, il cui arrivo alla conferenza era in dubbio da tempo, perché gli Usa non gradiscono l'invasione di campo della Francia, ha assicurato a Abbas in una telefonata che non sarebbe mancato (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/212372). E Hollande ha annunciato che la conferenza era rinviata per l'assenza di Kerry (http://www.dailymail.co.uk/wires/afp/article-3594272/Mideast-conference-Paris-May-30-postponed-Hollande.html): a data da destinarsi, non dei pochi giorni necessari a trovare un buco nell'agenda del Segretario di Stato americano, ormai abbastanza disoccupato negli ultimi mesi del suo incarico. Facile dubitare a questo punto che la Conferenza non si faccia mai, o non al livello di ufficialità richiesto dalla grandeur di Hollande.
Curioso, no? Difficile sottrarsi all'impressione che qualcuno abbia mentito. Non Kerry, immaginiamo, che semplicemente a Parigi non vuole andare, anche se poi magari, proprio tirato per la giacchetta, potrebbe anche fare una visita. Non Hollande, che ha annunciato con evidente malavoglia un primo fallimento. Restano i responsabili dell'autorità palestinese, evidentemente affetti da mania di grandezza e abitudine al bluff. E per una volta, non diamo la colpa ad Abbas. Ricordiamo che Erekat, di cui si sa che proviene da una famiglia di una tribù dell'Arabia immigrata in Terra di Israele poco più di un secolo fa, dichiarò a suo tempo di essere di origini filistee, natufiane, kenenite (per chi fosse incerto sul senso di queste attribuzioni, rimando a una mia cartolina di due anni fa in cui spiego tutta la faccenda: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=52493) e insomma di risiedere da quelle parti da 8000 anni. Un signore che le spara grosse. Ma, come ha commentato Netanyahu, è chiaro che la conferenza di Parigi, se mai si farà, servirà ai palestinisti come pretesto per evitare ancora una volta di entrare nelle trattative. Per questo ci sperano tanto. Altro che conferenza di pace, è un'altra cinica occasione dei politici occidentali di conquistare popolarità prolungando il conflitto.
Ugo Volli