(Traduzione di Angelo Pezzana)
Nel ricordare la ricorrenza nel giorno della Shoah, sarà bene esaminare i molti modi nel quali è cambiato l’antisemitismo. Identificarne i molti aspetti è importante, perchè rappresentano la continuazione dell’estremo odio che pose le basi in Europa del genocidio di sei milioni di ebrei. Il significato centrale è rimasto pressoché identico, almeno da duemila anni, anche se si è manifestato in modi diversi. L’idea ignobile che gli ebrei rappresentassero il male assoluto era stata introdotta dal Cristianesimo molti secoli fa e in parte in alcuni suoi settori è ancora presente, una demonizzazione che si basa sulla falsa accusa da sempre agli ebrei di essere stati responsabili della morte di Gesù. Il nazismo, l’ideologia più estrema dell’antisemitismo etnico/nazionale, l’ha trasformato in una classificazione pseudo-scientifica, definendo gli ebrei sub-umani, quindi rappresentandoli come il male assoluto. Da ciò, l’attuale equivalenza di Israele con lo stato nazista.
Come hanno dimostrato i sondaggi, il 40% degli europei crede che Israele stia conducendo una “ guerra di sterminio contro i palestinesi”. Concetti simili, per esempio “complotto ebraico”, è diventato “ cospirazione sionista”. L’accusa del sangue, una diffamazione di origine medievale, che accusava gli ebrei di usare il sangue dei bambini cristiani per cuocere il pane azzimo, anch’essa è entrata di diritto nel contesto anti-israeliano. Diversi anni fa, il più diffuso quotidiano svedese, il socialdemocratico Aftonbladet, pubblicava un articolo nel quale accusava Israele di uccidere i palestinesi per usare i loro organi. Accanto al ripetersi delle antiche accuse, ce ne sono di nuove nell’antisemitismo post-Shoah. Il più ovvio è la sua stessa negazione. Il concetto di base è semplice: gli ebrei sopravvissuti hanno inventato il genocidio di 6 milioni di correligionari da parte dei tedeschi e dei loro alleati per assumere il ruolo totalizzante di vittime e accusare con disonestà gli europei di un inesistente massacro di massa.
Oltre alla Shoah, numerosi altri fattori hanno nel dopo-guerra fortemente influenzato l’antisemitismo. Tra questi la creazione dello Stato d’Israele, che ha permesso agli antisemiti di trasferire il loro odio dagli ebrei sopravvissuti allo stato ebraico. Ne è un chiaro esempio la definizione di Israele quale stato nazista. Nell’analizzare questi nuovi elementi, vanno considerati tre fattori aggiuntivi, che giocano un ruolo chiave nelle manifestazioni attuali di questo fenomeno. Sono l’emergere di una nuova cultura del vittimismo del dopo-guerra, la forte crescita del post-modernismo e l’apparire di internet, insieme allo sviluppo dei social media. La cultura del vittimismo è la più semplice da analizzare. Si è sviluppata quale risultato della Shoah e si è concentrata all’inizio sugli ebrei. Gran parte del Mandato Britannico sulla Palestina è diventato uno Stato palestinese denominato oggi Giordania.
Mentre gli ebrei avevano accettato la partizione fra ebrei e quelli che ora vengono chiamati palestinesi, gli arabi la rifiutarono. Malgrado ciò, gli antisemiti hanno da allora trasformato gli arabi palestinesi in vittime. Questo nonostante il fatto che il partito Hamas, il più votato dai palestinesi, abbia uno statuto islamo-nazista che si propone il genocidio degli ebrei. Fa parte di questo processo Gesù, venerato dai cristiani come colui che è morto per l’intera umanità, ma che è diventato retroattivamente per alcuni cristiani un palestinese. Paragonano i palestinesi a Gesù sulla croce, malgrado i suoi insegnamenti fossero ben lontani dal promuovere un genocidio. Più difficile è l’analisi del post-modernismo. Una delle sue caratteristiche è la frammentazione, che vale anche per l’antisemitismo, dato che si è sviluppato in molti modi. Non è più identificabile come accadeva per esempio sul piano religioso con la chiesa cattolica o con le pratiche della Germania nazista.
Troviamo spesso categorie diverse che operano contro Israele, ve ne sono molte negli stati musulmani, fra i musulmani nel mondo occidentale, fra le classi dirigenti, i politici, i media, i sindacati, le Ong, l’estrema destra, associazioni di giuristi, le Nazioni Unite con i suoi forti pregiudizi, israeliani ed ebrei malati di auto-odio, internet ecc. Mentre la cristianità promuoveva l’antisemitismo soprattutto con la preghiera e l’insegnamento, oggi la comunicazione è cambiata. I media incitano all’antisemitismo attraverso editoriali e articoli pieni di pregiudizi, trasmettono odio ospitando opinionisti schierati contro Israele. Dall’Onu, il Segretario Generale Ban Ki-moon incita contro Israele con dichiarazioni e sostenendo le mozioni presentate dagli stati arabi.
Internet è diventato una enorme piattaforma che trasmette odio, una nuova forma di antisemitismo che ha causato una accelerazione nella diffusione dei messaggio ostili. Nel Medio Evo i monaci domenicani percorrevano le città, con costanza e fermezza nell’incitare all’odio contro gli ebrei. Internet può trasmettere e moltiplicare l’odio in tutto il mondo avendo sconfitto le distanze. Se questi cambiamenti non hanno alterato la natura centrale dell’antisemitismo, i metodi classici con i quali veniva studiato sono divenuti insufficienti per capire questo odio nel suo complesso. Anche i governi israeliani hanno fallito nel promuovere le analisi dell’anti-israelismo. Israele ne paga un prezzo alto, perché è fondamentale studiare a fondo le minacce per essere poi in grado di combatterle. La continua incompetenza dei governi israeliani su questi punti ha giocato un ruolo importante, rendendo possibile un attacco, finora verbale, alla sicurezza del paese.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.