Ho letto le dichiarazioni di Donald Trump sui suoi principi di politica estera: 'America first', difesa dei cristiani nel Vicino Oriente, niente armi nucleari all'Iran (ripetuto tre volte di fila in un suo discorso). Idee chiare e sensate. Il fatto che queste cose le dica soltanto lui tra i candidati presidenziali e che addirittura venga osteggiato dal suo partito la dice lunga sullo stato di quella che dovrebbe essere la potenza guida dell'Occidente. L'articolo del prof. Volli che descrive la situazione nelle università , all'indirizzo http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=62200 , è molto importante perchè è nelle università che si formano i dirigenti della politica, dell'economia e dei media. Molte università (e scuole) si sono da tempo trasformate in fabbriche ideologiche antioccidentali, filoislamiche e antisemite, soprattutto nelle facoltà di Scienze sociali o storia contemporanea. Vi 'insegnano' non solo islamofili di vario genere ma anche personaggi che non lo sono ma che nutrono risentimenti verso l'Occidente o l''uomo bianco' come la razzista afroamericana Angela Davis, che all'Università della California detiene la cattedra di un corso denominato 'Storia della coscienza' e sostenitrice del movimento BDS, per il quale ha tenuto a marzo una conferenza all'Università Roma Tre.
Scrive il professore, cogliendo il problema di chi si allea con i propri nemici o con quelli del proprio gruppo di appartenenza: "Non si sono salvati dalla Shoah gli ebrei fascisti, non si sono salvati dalle persecuzioni dell'URSS gli ebrei comunisti, non si salveranno dall'islamismo gli ebrei palestinisti.".
Ragionamento analogo vale per gli europei che fanno una politica (immigratoria, economica, militare) contro gli interessi delle nazioni europee o contro uno stato amico come Israele. Sul perchè un ebreo possa fare una politica antisemita, o un europeo possa farne una antieuropea, ci sono varie ipotesi: per ottenere soldi e potere adagiandosi sull'ideologia del 'politically correct'; perchè è in fondo un nichilista; perchè crede a una versione perversa dei diritti umani come un diritto all'immigrazione o all'assistenzialismo, ecc. Il tutto con la convinzione di poter comunque emigrare verso 'lidi' migliori nel caso le cose si mettessero male.
Roberto Acquino
Condividiamo, tranne l'ultima affermazione, la buona fede va concessa, ce lo insegna la storia del popolo ebraico negli ultimi due millenni. Sno sempre le minoranze a precorrere i tempi e a fare la storia.
IC Redazione