Zeitgeist 01/05/2016
Autore: Ugo Volli

Zeitgeist
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

se seguite un po’ la cronaca, avete certamente avuto notizia dei “problemi” che il Labour Party inglese ha con l’antisemitismo; probabilmente avete visto l’articolo del Corriere riportato l’altro ieri da IC (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=62236 ) e forse anche questo di Repubblica (http://www.repubblica.it/esteri/2016/04/28/news/londra_antisemitismo_pregiudizio-138628286/ ). La vicenda di cui si parla inizia con un tweet di una deputata laburista Naz Shah che sembra proporre la deportazione di tutti gli ebrei israeliani negli Stati Uniti, continua con l’appoggio dell’ex sindaco di Londra Linvingston alla deputata con la motivazione che è giusto essere antisionisti, perché anche Hitler era un sionista (e dunque implicitamente i sionisti sono hitleriani) prosegue con la sospensione di entrambi dal Labour, decisa in ritardo e controvoglia dal leader del partito Corbyn (http://www.jpost.com/International/UK-Labor-leader-denies-anti-Semitic-crisis-within-party-after-suspensions-452628 ), che è in sostanza loro amico e alleato e condivide da sempre molte delle loro convinzioni (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=62236 http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=60042 ). Ha ammesso di aver incontrato rappresentanti di Hamas, movimento giudicato terrorista non solo da Israele ma anche da Usa e Unione Europea e di considerarlo “amico” (https://richardmillett.wordpress.com/2015/07/21/corbyn-slams-israel-at-jw3-admits-he-met-hamas/ ). Finanzia e sponsorizza una Ong chiamata Interpal, che ha contribuito a organizzare l’addestramento genocida dei bambini di Gaza e dei film che lo esaltano (http://www.dailymail.co.uk/news/article-3561337/As-Labour-anti-Semitism-row-deepens-revealed-Jeremy-Corbyn-s-pet-charity-funded-Palestinian-festival-hate-children-dressed-terrorists-acted-murdering-Jews.html ).

Una questione locale che ha a che fare col palese estremismo l’altrettanto palese inadeguatezxza del nuovo leader dei laburisti, magari in relazione alla battaglia elettorale per il sindaco di Londra, che sarà votato fra qualche giorno?
Sarebbe tranquillizzante poter pensare questo, anche se l’idea di un piccolo clan di antisionisti che fosse riuscito a impadronirsi del partito laburista sarebbe comunque piuttosto sgradevole.
Purtroppo la faccenda è molto più grossa.

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Corbyn e Sanders in una caricatura

Non solo perché sul piano internazionale Corbyn ha molti simili, dal candidato democratico alla Casa Bianca Bernie Sanders, ai governanti socialisti di Svezia e Francia, in buona parte affetti dalla stessa sindrome antisionista. Ma anche perché sul piano interno questo è solo l’ultimo di una serie di scandali che negli ultimi anni ha coinvolto parlamentari sempre laburisti (http://antisemitismo46.rssing.com/browser.php?indx=38168752&item=2 ), docenti di scuole famose (http://antisemitismo46.rssing.com/browser.php?indx=38168752&item=5 ), l’associazione laburista degli studenti di Oxford (http://www.tcs.cam.ac.uk/news/0035269-anti-semitism-allegations-fly-in-oxford-labour.html , http://thetab.com/uk/cambridge/2016/02/16/co-chair-of-oxford-university-labour-club-resigns-over-allegations-of-anti-semitism-69252 , http://www.osservatorioantisemitismo.it/articoli/antisemitismo-alluniversita-di-oxford/ ) e di Cambridge (http://antisemitismo46.rssing.com/browser.php?indx=38168752&item=1 ) , dove si forma la classe dirigente del paese e più in generale le università britanniche (http://www.independent.co.uk/news/education/education-news/anti-semitism-a-major-problem-in-uk-universities-says-former-co-chair-of-oxford-university-labour-a6879701.html ).

Anche per questo vi sono ragioni contingenti. Per esempio i soldi dei paesi del Golfo, che arrivano alle università britanniche (ma anche statunitensi, del continente europeo e perfino italiane) abbondantemente ma non senza condizioni sulla sostanza dell’insegnamento.
Tanto per fare un esempio, di recente l’ambiguo propagandista dell’islamismo Tariq Ramadan si è fatto “comprare” dal Qatar una cattedra proprio a Oxford (http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/04/22/qatar-cattedra-di-oxford-tariq-ramadan___1-v-141062-rubriche_c284.htm ). Non è difficile immaginare che cose insegni.

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Più in generale, l’influenza dell’immigrazione islamica pesa fortemente sulle posizioni dei partiti di sinistra, che sembrano ormai aver rinunciato all’idea di rappresentare le classi popolari dei loro paesi, che li hanno palesemente abbandonati, e immaginano di fare degli immigrati la loro base elettorale preferenziale – dimenticando magari la battuta programmatica detta da Erdogan una decina di anni fa, che ora risulta pienamente ispiratrice del suo programma politico: la democrazia per l’Islam è come un autobus, si sale, ci si fa portare dove si vuole, e poi la si lascia senza problemi.

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Oliver Cromwell

E c’è naturalmente un’antica antipatia: l’Inghilterra è il primo stato europeo ad avere espulso gli ebrei, nel 1290; l’interdizione restò totale fino alla rivoluzione di Cromwell nel 1664, quando a un piccolo gruppo di sefarditi fu concesso di stabilirsi e venne abrogata formalmente solo a metà dell’Ottocento, dopo più di mezzo millennio ( https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_Jews_in_England ).
O se vogliamo essere più vicini e concreti, c’è la lunga lotta della Gran Bretagna col sionismo che segue all’immediato pentimento inglese per aver promesso agli ebrei la sovranità sulla loro terra ancestrale con la dichiarazione Balfour, rischiando così di danneggiare i loro interessi coloniali.
E’ un pentimento che dura ancora e che coinvolge oggi l’Occidente, sempre per la stessa matrice neocolonialista, che è la vera molla della politica europea e americana contro Israele.

Ma queste sono ragioni in qualche modo contingenti. Certo, esse si vanno allargando. Per esempio, nonostante la conclamata influenza di qualche esponente della locale comunità ebraica, a Milano il Pd ha candidato al consiglio comunale una donna esplicitamente legata a organizzazioni promananti dalla Fratellanza Musulmana, e che ha spesso espresso il suo odio per Israele (una buona ragione per NON VOTARE per Sala, anche per chi si sente di sinistra. Ma per capire non solo il successo di due poveretti che sono stati proiettati (si spera per un attimo) sulla ribalta del loro paese, come Corbyn e Sanders, e anche dei mascalzoni come quelli cui quest’ultimo ha di malavoglia fischiato un fallo, bisogna allargare lo sguardo e chiedersi perché li votano, nonostante queste gaffes, o forse anche a causa di esse. Perché dei modelli di domocrazia, o così si è a lungo pensato, come il “glorioso” Labour Party e le gloriose democrazie nordiche, e un bel pezzo dei democratici americani e tutta la compagnia cantante degli intellettuali progressisti abbia appoggiato questi personaggi patetici, le loro politiche in generale incartapecorite e senza rapporto con la realtà, ma in particolare le loro tendenze antisioniste al limite – diciamo così per essere generosi- dell’antisemitismo.

Lasciando stare quel che c’è di vecchio, di antimoderno, di servile negli atteggiamenti politici generale di questo elettorato di sinistra e soprattutto dei loro intellettuali, limitiamoci a discutere il fatto che l’odio per Israele e la – diciamo così – diffidenza per il popolo ebraico di questi movimenti non li emargini.
La ragione è semplice. I cancelli di Auschwitz si sono aperti più di settant’anni fa e l’Europa è stufa della sospensione di uno dei suoi sport preferiti da duemila anni, la caccia all’ebreo. Che Hitler non abbia terminato il suo lavoro in fondo non le dispiace, avrebbe perso il suo capro espiatorio preferito.
E poi, che corrida si può fare,se i tori si estinguono? Ma che gli ebrei abbiano avuto la faccia tosata di prendere sul serio la promessa di uno stato ebraico, fatta per pura propaganda dagli inglesi nel '17 e poi giocata dai russi come arma antibritannica nel '47; che l’abbiano proclamato, difeso dagli attacchi arabi sollecitati e militarmente coordinati proprio dagli ufficiali di sua maestà britannica, che abbiano avuto successo agricolo, economico, scientifico e tecnologico, proprio mentre l’Europa miseramente affondava in un delirio burocratico; che si presentino liberi e sicuri di sé nonostante i richiami dei padroni arabi ed europei – questo proprio non si può sopportare.
Perfino la Germania, che si è sentita più a lungo in debito morale di fronte alla Shoah, ha deciso di cambiare politica (http://www.jpost.com/Breaking-News/Report-Germany-rethinks-its-policy-of-automatic-support-for-Israel-452722 ).

L’Europa è stanca, come si è espressa una volta Mogherini. Tanto stanca che sta cercando di suicidarsi diventando islamica. E che ci siano degli ebrei a dissentire è ancora più intollerabile. E i vari Corbyn, il ministro degli esteri svedese Margot Wallström, il presidente francese Hollande, gli antisemiti che si annidano non fra gli estremisti, ma nei pacifici e popolari movimenti socialisti, sono l’avanguardia di questa stanchezza.

Il fatto che fra loro vi siano degli ebrei non cambia la situazione: una certa propensione all’autodistruzione c’è sempre stata nel popolo ebraico. C’è chi si è illuso di vivere più comodamente in Egitto, che allora era il faro della civiltà, piuttosto che seguire quel fanatico nazionalista religioso di Mosè. E c’è chi ha cercato, con diverso successo, di assimilarsi e dimenticare del fastidio di essere ebreo in Persia e Babilonia, Spagna e Germania. Oggi questo atteggiamento è diffuso soprattutto negli Stati Uniti, ma anche fra i più acuti e responsabili intellettuali ebrei europei, che, avendo letto Marx, sanno che il modo migliore di risolvere la questione ebraica è di far sparire gli ebrei, o almeno l’ebraismo (che oggi sono rappresentati da Israele).

Insomma, guardiamo Corbyn e compagnia e rendiamoci conto che abbiamo di fronte lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, almeno come lo interpretano le menti più eccelse della politica e della cultura. Se ci si vuole suicidare basta sottomettersi (Islam vuol dire sottomissione). Oppure bisogna organizzare la resistenza, come peraltro i popoli europei stanno facendo per conto loro.
Purtroppo non c’è un’offerta politica adeguata e rischiano di cadere dalla padella alla brace, dall’islamismo al fascismo. Ma, vedete, la storia insegna che i fascismi in qualche decennio cadono, come è successo in Italia, in Germania (con l’aiuto degli alleati), ma anche in Spagna e Portogallo, senza il loro soccorso.
Mentre dove l’Islam si instaura, dura per secoli. La padella e la brace non sono uguali.

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Ugo Volli