Il Direttorino 17/04/2016
Autore: Ugo Volli

Il Direttorino
Cartoiline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

sapete di chi è la colpa se la televisione italiana diffonde vergognose trasmissione anti-sioniste e antisraeliane? Del direttore di Rete 3, di nomina politica di sinistra? Del conduttore di queste trasmissioni, che ha dato prova di parzialità e di inimicizia per Israele? Di chi ha collaborato con lui, magari provenendo dalla gloriosa redazione dei media dell’Unione delle Comunità Ebraiche? Ma no, Severgnini non c’entra è “uno dei migliori e dei più onesti giornalisti italiani che si avvale fra l’altro di uno staff di prim’ordine”. Della Rai non si parla, dello “staff” figuriamoci.

No, no, la colpa è nostra, di noi “esibizionisti incompetenti” di Informazione Corretta, che sfruttiamo cinicamente la “demenza digitale”. Non ci credete? Leggete qui per capire meglio – se ci riuscite:

“E il mondo ebraico, la società civile che difende Israele, sono contemporaneamente i primi danneggiati, ma anche corresponsabili di questo disastro. Recentemente siamo arrivati a toccare il fondo con la grottesca intimazione di un improbabile personaggio rivolta all’ambasciata di Israele e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. A quel tale non bastava dissentire, magari a sproposito, ciò che ovviamente è lecito. Ma pretendeva che al più illustre dei demografi dell’Università ebraica di Gerusalemme, uno dei massimi studiosi e analisti del mondo ebraico, il consigliere strategico di tanti Esecutivi e in particolare di Ariel Sharon, fosse impedito di esprimersi in quanto alcune opinioni da lui espresse non erano di suo garbo. Va bene, nessuno si sarà degnato di prendere sul serio un messaggio del genere, ma vogliamo renderci conto del degrado, del danno generato da questi piazzisti della propaganda? Sono anni che all’immagine dell’ebraismo italiano e dello Stato di Israele viene inflitto il danno di esibizionisti incompetenti che senza alcuna reale cognizione, senza alcun ritegno e senza alcun senso di responsabilità rumoreggiano a sproposito. E chi specula sui meccanismi perversi della demenza digitale e dei social network dovrebbe pure saperne qualcosa. Se siamo noi i primi a tollerare questo scempio di informazione corretta riguardo a Israele, a consentire che chiunque, al solo fine di dare sfogo alle sue smanie, grafomane o esibizionista che sia, parli a sproposito di Israele, come possiamo pretendere che l’emittenza pubblica e la televisione di massa eviti di esporre indecorosamente al pubblico le intemperanze di personaggi che dovrebbero rimanere circoscritti al repertorio del teatro comico?” (http://moked.it/blog/2016/04/15/lerba-della-rai-il-vero-israele-e-quello-di-beppe/)

Ho tratto queste righe (troppe, lo ammetto e troppo violente e pasticciate) da un editoriale pubblicato venerdì su Moked, l’organo online dell’Unione delle Comunità Ebraiche, a firma del suo direttore. Se non vi siete impantanati nella sua prosa non proprio limpida, vi sarete certamente convinti che la colpa è proprio di Informazione Corretta (anzi, con la minuscola: “informazione corretta”). Essa ha infatti il torto di dissentire dalle nobili idee dell’autore. Dato che non siamo d’accordo con lui, non gli obbediamo e anzi difendiamo sempre Israele, cosa che lui non si sogna di fare, siamo “piazzisti della propaganda”, “senza alcuna cognizione” (quindi probabilmente da ricoverare al neurodeliri, perché “cognizione” è la “facoltà di conoscere, come capacità di apprendere e valutare la realtà circostante” - così la Treccani ), “pratichiamo uno scempio”, non senza fatica dato che sempre per la Treccani “scempio” è “atto di violenza crudele e raccapricciante”. Purtroppo, dice l’articolo, il mondo ebraico “è il primo a tollerare” questi nostri sconvolgenti delitti. Che peccato. Non solo i delitti, voglio dire: peccato anche la tolleranza.
Ripeto, l’autore di quelle righe ha qualche evidente difficoltà con la lingua italiana, anche se ha una tessera da giornalista in tasca. Ma non è a suo agio neppure con la logica, sebbene discetti da maestrino di cognizione e demenza: trovare un senso nell’accumulo dei suoi insulti non è compito semplice. Il nesso fra la scandalosa trasmissione di Severgnini e quel che scriviamo noi è – diciamo – piuttosto ardito. Bisogna dedurre dal testo che il direttore/maestrino (Direttorino, quindi) sostenga che la televisione italiana fa trasmissioni contro Israele anche perché il mondo ebraico “tollera” me, i miei colleghi e il giornale online sui cui leggete queste righe.
Non trovate quest’idea un po’ bizzarra? Perché la “tolleranza” degli ebrei italiani nei nostri confronti interessi alla Rai e la faccia così arrabbiare – non con noi né con “il mondo ebraico” ma con Israele, tanto da diffamarlo selvaggiamente, è francamente misterioso. Forse il Direttorino l’ha saputo dai suoi amici in Vaticano. O forse dal fatto che ha le mani in pasta, avendo di recente aggiunto alle sue numerose direzioni la trasmissione di cultura ebraica “Sorgente di vita”, che è realizzata proprio dalla Rai.

Ma bisogna anche interrogarsi sul mondo ebraico che disgraziatamente ci “tollera”. Che cosa dovrebbe fare? Espellere me dalla comunità di Trieste cui sono iscritto dalla nascita (e cui pago le tasse che contribuiscono a mantenere anche l’Ucei)? Mettere a tutti noi il cappello dell’asino e confinarci dietro la lavagna, come le scuole di una volta facevano con i discoli? Punirci obbligando a ricopiare la prosa del direttore di Moked per una cento volte? Schiaffeggiarci? Sfidarci a duello? Non è chiaro.

Ma certamente vale la pena di notare che al Direttorino, pur avendo promosso pensosi seminari sull’etica ebraica dell’informazione, nel merito del dissenso la pensa un po’ come Erdogan: in teoria tutto è permesso, in pratica va bene quello che non dispiace troppo a lui. Ha iniziato alcuni anni fa promettendo una “piazza comune” a tutto il mondo ebraico, ma poi ha in realtà costruito un organo di propaganda per una parte sola (quella “diversamente sionista”), tanto da costringere me e alcuni altri alle dimissioni, tanto era insopportabile l’atmosfera che ci aveva creato intorno.

Oggi il Direttorino si agita per il prossimo rinnovamento della cariche dell’Unione. Ma gli manca la lucidità e l’equilibrio necessario anche per essere un buon pubblicitario. Sa solo scomunicare scompostamente chi lo critica, sparare insulti a destra e a manca, fare lezioni al mondo e lasciar uno spazio esagerato ai suoi compagni, anche quando scrivono bestialità insensate oltre il limite della fantastoria. Come iscritto a una comunità ebraica, soprattutto in questo periodo elettorale, ho certamente il diritto di esprimere la mia opinione sul direttorino del dipartimento comunicazione dell’Ucei e di chiederne il licenziamento. La sua è una carica sostanzialmente politica di parte: l’ha resa lui tale. Che se ne vada se perde le elezioni (perché è parte in causa, non facciamo finta di non saperlo) è il minimo.

PS: Mentre il Direttorino scriveva il suo sermone per invitare il mondo ebraico italiano a non “tollerare” più Informazione Corretta, al Tribunale di Torino si apriva il processo contro due personaggi del sottobosco antisemita di destra che avevano pubblicato su Facebook l’invito a bruciare la libreria storica del direttore di IC, “con il ratto dentro” (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=62070). Io non intendo dire che l’attacco furibondo del Direttorino a Informazione Corretta sia la stessa cosa dell’incitamento dei due teppisti; ma certo essi condividono la medesima insofferenza per il lavoro e la libertà di questo sito e del suo direttore. Il “mondo ebraico”, più che “tolleranza” deve molta stima e gratitudine a un non ebreo come Angelo Pezzana che da decenni si batte per Israele e contro l’antisemitismo per senso di solidarietà e di giustizia. Se vogliamo trarre una morale da questa coincidenza, dobbiamo vedervi una prova in più che l’antisionismo (e anche il “diverso sionismo” di sinistra) e l’antisemitismo di estrema destra condividono molto: se non ciò che piace loro, almeno ciò che li disturba e li fa infuriare.
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Ugo Volli