Urbi et orbi... ma manca qualcuno 28/03/2016
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Urbi et orbi... ma manca qualcuno
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Papa Francesco

"... In questa festa di Pasqua la nostra vicinanza alle vittime del terrorismo, forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di spargere sangue innocente in diverse parti del mondo, come è avvenuto nei recenti attentati in Belgio, Turchia, Nigeria, Ciad, Camerun e Costa d’Avorio”.

Un altro passaggio del messaggio Urbi et Orbi pronunciato da Papa Bergoglio nel giorno di Pasqua: "Sia pace in Siria, Iraq, Yemen, Libia, Terrasanta, Ucraina".

Non vorrei essere pedante ma è mai possibile che Israele debba essere sempre dimenticata quando si parla di guerre e terrorismo? E' mai possibile che si auguri la pace alla Terrasanta senza nominare il Paese, la nazione che subisce terrorismo palestinese e guerre dal momento della sua fondazione? Durante il periodo delle stragi, che ha avuto inzio più vent'anni fa, ci schernivano, si burlavano dei nostri morti, dicevano "vi sta bene, occupate la loro terra(!), andate via di là", nessuno ha mai avuto il cuore di mandare a Israele un minimo di solidarietà, nessuno si sognava di alzare cartelli "Siamo tutti Israele". Sì, lo facevano i radicali insieme a noi, eravamo quattro gatti a dire "siamo tutti ebrei" e tutto finiva lì tra le maledizioni di quelli che ci stavano a guardare sghignazzando e urlando cattiverie.

Oggi non ci sono più nemmeno i radicali a solidarizzare con questo Paese che, nonostante tutto, riesce sempre a sperare, ad essere felice e ad amare la vita. Gli altri, e mi riferisco all'opinione pubblica, ai governi, a ministri, a capi di stato, ai media, niente, nemmeno una parola se non di spregio, sui social network scrivevano "Vi lamentate sempre, tornate in Polonia, fuori dalla Palestina". I pacifisti (!) bruciavano le bandiere, organizzavano manifestazioni di odio in tutta Europa, "Kill the Jews...kill the Jews...kill...kill..." Infatti i loro amici arabi uccidevano, massacravano donne, bambini, nonni, senza pietà, mentre loro, le organizzazione pacifiste, senza pietà, li applaudivano.

Il sito Israele.net ha pubblicato un articolo che ricorda le terribili stragi degli anni 90: http://www.israele.net/dedicato-a-quelli-che-e-tutta-colpa-dellintransigenza-di-israele Askelon, 13 morti. Tel Aviv, 14 morti. Gerusalemme, 12 morti. Sempre a Gerusalemme altro autobus, 20 morti. Tel Aviv, 22 morti. Beit Lid, 21 morti. Tel Aviv, Dolphinarum, 21 morti (tutti ragazzini). Gerusalemme, pizzeria Sbarro, 15 morti. Gerusalemme, Ben Yehuda 11 morti. Haifa, 15 morti. Massacro di Pesach, Netanya, 30 morti. Haifa, ristorante, 15 morti. Rishon Le Zion, 15 morti. Megiddo, 17 morti. Gerusalemme, autobus, 19 morti. Potrei continuare per un bel po', questi sono solamente alcuni degli attentati che hanno colpito Israele negli ultimi 20 anni, dal 2000 al 2005 nessuno sapeva se sarebbe tornato a casa vivo, i terroristi suicidi erano in fila, da Ramallah a Gaza, per venire a farsi esplodere su un autobus, in un ristorante, in un teatro, nelle scuole. Bombe, mostri suicidi, raffiche di mitra, cecchini che prendevano di mira la testa dei bambini nei parchi con una quotidianità inesorabile.


Un autobus sventrato in Israele durante la seconda intifada

Dal 2005 sono iniziati i missili da Gaza, più di 10.000 missili su Israele in pochi anni e quando Israele ha reagito, il mondo si è sollevato contro di noi. Oggi siamo in piena intifada dei coltelli con orde di giovani palestinesi educati a uccidere ebrei piantando le lame dei loro coltelli nel collo o nella schiena di chiunque capiti loro a tiro. Come è possibile che il Papa, nel suo messaggio al mondo, abbia "dimenticato" di pronunciare quella parola, quel nome, il nome di quel Paese che più di ogni altro al mondo è stato colpito dal terrorismo arabo-islamico? La risposta è semplice quanto aberrante, il terrorismo contro gli ebrei non è considerato tale ma una giusta punizione per un popolo, cui nei millenni è stato tolto tutto, che cocciutamente vuole vivere, amare e sperare nel futuro. Tutto questo fa rabbia, una rabbia immensa e allora non se ne pronuncia il nome, si delegittima, si boicotta, si marchiano i suoi prodotti in perfetto stile nazista, ci si rifiuta di riconoscere la bestialità del terrorismo palestinese il cui obiettivo è la distruzione di Israele.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"


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