A destra: la minaccia su Israele dei centomila missili di Hezbollah
Cari amici,
classificare i nemici di Israele, che sono tanti, può essere un passatempo acidamente curioso. Ce n’è di interni e di esterni, di armati e di politici, di vicini e di lontani. E naturalmente di più o meno pericolosi. Interni armati ma poco pericolosi sul piano militare sono gli accoltellatori di quest’ondata di “terrorismo popolare”. Esterni politici lontani ma molto pericolosi sono gli obamiti e la dirigenza europea. Esterni lontani (ma in avvicinamento) armati e pericolosi sono gli iraniani. Interni per lo più lontani e variamente pericolosi (ma quanto fastidiosi…) sono i diversamente ebrei, da Chomsky, Butler, Goldstone, Falk, Pappé, fino ai loro ridicoli nipotini italiani; ma naturalmente ce n’è anche una variante interna, quelle Ong pagate da stati nemici di Israele di cui vi ho raccontato le imprese (o solo alcune, giusto l’altro ieri il presidente di “Peace Now”, Yariv Oppenhaimer, ha protestato per l’autodifesa dagli attentati di questi giorni, definendola “esecuzioni extragiudiziarie”, subito naturalmente citato con soddisfazione dai palestinisti: http://english.palinfo.com/site/pages/details.aspx?itemid=77309).
La bandiera di Hezbollah: islam e armi per distruggere Israele e imporre una teocrazia sciita
I pericoli più urgenti vengono però dai nemici esterni, vicini, pesantemente armati e aggressivi. Che sono grosso modo tre: Hamas al Sud e in Giudea e Samaria, Hezbollah al Nord, le bande legate all’Isis, ad Al Qaeda e ad altre centrali del terrore in Siria e Sinai. Questi ultimi al momento sono soprattutto occupati a lottare contro nemici prossimi: il governo siriano e quello egiziano (che proprio per questa ragione si sono riavvicinati), altre bande e sette musulmane. Vanno tenuti d’occhio, ogni tanto fanno dichiarazioni di guerra a Israele e sparano qualche razzo o colpo di mortaio, ma non sono un pericolo imminente. Hamas sta facendo un grosso sforzo per rimettersi in condizione di fare la guerra a Israele, fra l’altro sottraendo tutte le risorse alla popolazione di Gaza che controlla per dedicarle a missili e tunnel. Ma ha alcuni problemi. Intanto il governo egiziano è ben determinato a chiudere le sue fonti di rifornimento e questo incide sull’industria missilistica, che ormai ha per lo più prodotti “fatti in casa” e dunque di cattiva qualità. In secondo luogo, un anno dopo che l’esercito israeliano aveva annunciato uno sforzo decisivo per risolvere il problema dei tunnel d’attacco di Gaza, che sono stati la principale difficoltà nell’ultima operazione contro Hamas e soprattutto minacciano le cittadine e i villaggi prossimi alla Striscia, i tunnel dei terroristi hanno cominciato a crollare qua e là, facendo decine di vittime fra coloro che li scavano, tanto che a quanto pare ne è nato una specie di sciopero, il rifiuto o almeno la paura a lavorarci ancora. Questi sono tutti argomenti segretissimi, naturalmente, magari l’arma anti-tunnel di Israele non c’è ancora e i crolli sono dovuti a errori; ma già il dubbio cambia il gioco.
Più pericoloso di Hamas è Hezbollah, che ha più di centomila missili puntati contro Israele e capaci di raggiungerne tutto il territorio, truppe ben allenate e esperte e una base di massa fra gli sciti libanesi, alimentata anche con le notizie più ridicole, come quella che l’esercito israeliano ruberebbe le capre dei villaggi libanesi (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/shiite-lebanese-mp-israeli-forces-stole-our-goats/2016/02/14/). Ma anche qui il gioco è complicato. Sembra che l’organizzazione terroristica sciita, pesantemente impegnata nel conflitto siriano, vi abbia subito perdite per un terzo delle sue truppe, comunque pesantissime (http://www.algemeiner.com/2015/12/15/report-israel-estimates-massive-hezbollah-losses-in-syria/, http://www.timesofisrael.com/a-third-of-hezbollahs-fighters-said-killed-or-injured-in-syria/).
Ma i danni politici non sono minori. Gli stati del Golfo, compresa l'Arabia Saudita, hanno inserito Hezbollah nella lista dei gruppi terroristi (http://www.jpost.com/Middle-East/Gulf-Arab-states-designate-Hezbollah-a-terrorist-group-446625), la Lega Araba intera ha accolto all'unanimità questa decisione, salvo alcune riserve del Libano che è dominato da Hezbollah (http://www.timesofisrael.com/arab-league-declares-hezbollah-a-terrorist-organization/), come del resto avevano già fatto da molti anni gli Stati Uniti - ma non l'Unione Europea, soprattutto per la resistenza di un gruppetto di Stati guidati dall'Italia, limitandosi a mettere in quarantena la sua "ala militare", il che non ha conseguenze pratiche (http://www.theguardian.com/world/2013/jul/22/eu-ban-hezbollah-terrorist-wing). Un aspetto interessante di questa storia è che i partiti arabi della Knesset si sono dissociati da questa decisione (http://www1.cbn.com/cbnnews/insideisrael/2016/March/Arab-Parties-Condemn-Gulf-States-Decision-on-Hezbollah), anche se le armi di Hezbollah minacciano pure i loro elettori, com'è accaduto quando un mese fa Hezbollah ha minacciato di bombardare le fabbriche chimiche di Haifa, la città più multietnica di Israele, circondata da villaggi arabi, definendole "la nostra bomba atomica" (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/208143).
Infine c'è una decisione della corte penale internazionale per il Libano, che è stata scandalosamente taciuta dalla stampa europea. La corte è stata istituita per indagare sull'omicidio del premier libanese Hariri, avvenuto una dozzina di anni fa, con un'autobomba, secondo le abitudini della dialettica politica del Paese dei Cedri (http://www.ilpost.it/2015/02/14/rafiq-hariri/). La corte aveva già identificato nel 2011 quatto miliziani di Hezbollah come responsabili (http://www.aljazeera.com/news/middleeast/2011/06/2011630103132763170.html). Ora però ha cambiato l'accusa e ha deciso di mettere sotto processo direttamente i vertici dell'organizzazione come mandanti dell'omicidio: un'altra prova del carattere terroristico del "partito politico" cui Massimo d'Alema ha spesso espresso solidarietà - è rimasta famosa la fotografia della passeggiata a braccetto per Beirut con il responsabile degli armamenti di Hezbollah (http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/esteri/medio-oriente-15/dalema-hezbollah/dalema-hezbollah.html).
Insomma, anche il peggior nemico vicino di Israele (quello lontano è il suo burattinaio Iran) ha i suoi guai. Non sembra in grado in questo momento di muovere guerra anche a Israele, anche se vi si prepara apertamente, e Israele naturalmente prepara la difesa, che in una prossima guerra dovrà essere molto aggressiva. Peccato solo che tutti i difensori dei diritti umani e della pace (nemici non militari e lontani ma pericolosi) non si sognino affatto di dedicare ai delitti di Hezbollah un centesimo dell'attenzione che dedicano alla costruzione di qualche pollaio israeliano in Giudea e Samaria.
Ugo Volli