La padella o la brace? 13/03/2016
Autore: Ugo Volli

La padella o la brace?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

forse non ce l’ha spiegato abbastanza nessuno, perché è una scadenza che ai buoni europeisti non conviene sottolineare, ma oggi domenica 13 marzo 2016 è una giornata importante per l’Europa. Non perché ricorra uno di quegli anniversari con cui ci affliggono i giornali, come se il centenario della nascita di questo o quel personaggio o la ricorrenza di una pace o di una battaglia fosse una notizia, ma perché oggi finalmente si vota in Germania. E la Germania, non occorre neanche dirlo, è la potenza egemone in Europa, quel che accade nel suo sistema politico influenza tutto il panorama europeo.

Non sono elezioni nazionali, si vota in tre Laender o regioni (il Baden-Wuerttemberg, la Renania-Palatinato e la Sassonia-Anhalt) che però assieme rappresentano il 20 per cento dell’elettorato. Se i sondaggi non mentono, si prospetta l’affermazione di un partito di destra, Alternative fur Deutschland (AFD), che alle recenti elezioni locali in Assia, la regione di Francoforte, ha ottenuto il 13% dei voti, diventando così più o meno virtualmente il terzo partito della Germania.
Nelle elezioni di oggi gli si attribuiscono fra il 10 e il 20% dei voti, abbastanza per scardinare il bipolarismo dei partiti tedeschi e mettere in crisi la “Grosse Koalition” su cui si regge il governo di Angela Merkel. Ma i voti potrebbero essere anche di più perché l’esperienza dice che la scelta di partiti antisistema è spesso nascosta ai sondaggi.

Non è certamente compito di IC prendere posizione su elezioni regionali di un paese straniero, ma certo qualche riflessione è opportuna. La prima e ovvia è che in Germania come in tutt’Europa si consolida una resistenza dell’elettorato all’immigrazione.
Merkel ha responsabilità immense nell’aver aiutato a entrare in Europa un’ondata islamica gigantesca (un milione l’anno scorso solo in Germania), di cui ci dovremo far carico per sempre, e nel continuare a favorire l’afflusso nonostante la dimostrazione ormai palese del pericolo che gli immigranti clandestini rappresentano per la convivenza civile e la libertà dell’Europa.

Continua a rifiutarsi di fare quel che tutti gli stati fanno, cioè decidere chi ammettere, a che condizioni, in che tempi. Rifiuta di sentir parlare di quote, di programmazione, di limiti – che pure esistono perfino negli Stati Uniti di Obama.
Il solo rimedio che ha voluto proporre è peggiore del male: un accordo con la Turchia, ormai sempre più vicina alla dittatura aperta di Erdogan. In cambio di un freno dubbio, molto dubbio e sempre soggetto a diventare ricatto, freno che la Turchia dovrebbe esercitare sull’emigrazione clandestina verso l’Europa, la Germania vuole regalare al “sultano” miliardi di euro dalle nostre tasse, fare procedere la pratica da tempo bloccata (soprattutto per le continue violazioni dei diritti umani) dell’ammissione della Turchia in Europa e nel frattempo togliere il visto e dunque ogni limite all’immigrazione dei turchi, che sono ottanta milioni e in grande maggioranza non migliori degli immigrati attuali.
Una ricetta sicura per trasformare l’ondata migratoria musulmana in un’alluvione e distruggere definitivamente l’identità dell’Europa.

Da questo punto di vista che l’elettorato punisca Merkel come ha fatto con Hollande, con i socialisti nordici e polacchi, coi laburisti inglesi e così via, mi sembra non solo un fatto positivo, ma necessario. Solo la sconfitta della Merkel, possibilmente la sua estromissione dal cancellierato può dare una speranza ai popoli europei che non vogliono farsi annettere al Medio Oriente, con tutto il contesto di terrorismo, antisemitismo, oppressione che conosciamo benissimo.

Ma c’è un ma. Un partito di destra antisistema in Germania non può che suscitare paura. Io non so abbastanza dell’AFD per avere un’opinione. So che la loro leader Frauke Petry nega di essere neonazista; ma non so quanto queste dichiarazioni siano solo tattica. Certo che ancora una volta ci ritroviamo di fronte al rischio di un’alternativa fra islamismo, sostenuto dalla sinistra e magari dal centrosinistra) e fascismo o peggio. La causa è l’assenza in molti paesi di una destra democratica capace di opporsi all’invasione migratoria, all’islamismo, al terrorismo senza assimilarsi alle ideologie fasciste.

Molti si aspettavano che la CDU tedesca fosse questo, ne aveva la forza e la tradizione. Ma non è andata così. Merkel si è assunta la responsabilità di liquidare una destra democratica contro l’immigrazione e di spingere tutta l’Unione Europea su posizioni suicide, che l’elettorato respinge. Noi possiamo solo stare a vedere, e chiederci se finiremo nella padella o nella brace o se ancora in Europa ci sarà spazio per la speranza di una continuazione della democrazia. Nel frattempo, prima gli elettori puniranno i terribili errori di Merkel, meno pericolo vi sarà di vittorie islamiste o fasciste.

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Ugo Volli