Cari amici,
dato che sono stato coinvolto da una citazione giornalistica in merito al grottesco tentativo di boicottaggio del Politecnico di Haifa, il “Technion” (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=61584), inevitabilmente un po' veloce, sento l'opportunità di spiegarvi la mia posizione in maniera un po' più articolata. Non che ci voglia molto; la parola “grottesco” è fin troppo generosa. Perché il Technion è una delle migliori università del mondo, solo secondo in Israele ma classificata fra il quarantesimo(http://www.windbusinessfactor.it/news-eventi/internet-e-business/universita-facolta-tech-migliori-mondo/27651) il settantasettesimo posto (http://www.shanghairanking.com/ARWU2013.html) al mondo, mentre le università italiane sono molto più giù: “tra tutte svetta il Politecnico di Milano (187) che entra per la prima volta tra le migliori duecento al mondo, seguito dall’Università di Bologna (204) e dall’Università degli Studi di Roma - La Sapienza (213). Tra le prime 400 al mondo troviamo l’Università degli Studi di Milano (306), l’Università degli Studi di Padova (309), il Politecnico di Torino (314) e l’Università degli Studi di Pisa (367)” (http://www.lastampa.it/2015/09/14/italia/cronache/il-politecnico-di-milano-al-top-tra-gli-atenei-italiani-Vilg6KlT3CzpNm38PrHz8L/pagina.html). Israele è anche il primo per numero di premiati nella classifica dei finanziamenti europei ERC. E quindi boicottare dall'Italia le università israeliane ricorda quella dichiarazione che stava affissa credo nel porto di Messina un giorno di maltempo: “a causa delle condizioni del mare, il continente è isolato”.
Ma questo non è un punto su cui annoiarvi troppo: sono profondamente convinto che ognuno ha diritto di rendersi ridicolo come vuole, soprattutto se crede di ottenere un po' di pubblicità abbaiando alla luna. Se considerate che fra i circa 200 firmatari dell'appello contro il Technion (su 60 mila docenti regolarmente assunti dall'Università italiana, fa circa lo 0,3%) vi era un congruo numero di pensionati, dottorandi, “cervelli” in fuga all'estero, capite bene che costoro non possono per fortuna ambire ad alcuna rappresentanza del mondo accademico italiano - come del resto ci vuole un po' di coraggio a definire “gli studenti” la solita decina di professionisti della contestazione in servizio permanente effettivo nei centri sociali, siano essi regolarmente iscritti o meno (io credo meno) a un corso di laurea. E' la stessa situazione che si verifica a Bologna con le aggressioni al prof. Panebianco, ad opera dei soliti noti agitatori. Informazione Corretta vi ha regolarmente informati di questo scandalo nazionale, cui non si riesce o non si vuole mettere fine con una bella denuncia per interruzione di pubblico servizio, violenza privata e associazione a delinquere e i provvedimenti di restrizione della libertà personale di quelli che hanno dimostrato di voler reiterare i reati.
BDS istiga all'odio razzista
Torniamo al boicottaggio, che è il tema vero. Perché questi signori vorrebbero boicottare proprio il Technion (che per chi non lo sapesse è un politecnico, con forte impegno nelle tecnologie mediche, biologiche, informatiche, nelle nanotecnologie ecc.)? Perché parteciperebbe all' "apartheid” israeliano dei palestinesi, dicono. E' una pura e semplice menzogna. In Israele non c'è apartheid, nelle scuoile, nelle università, in Parlamento, nel sistema della giustizia come in spiaggia e nei supermercati non esiste alcuna divisione etnica o religiosa. Tutti hanno gli stessi diritti e doveri, che siano ebrei o musulmani o cristiani, arabi o drusi o beduini. Gli arabi hanno il privilegio di poter non fare il militare (ma non la proibizione di farlo, se vogliono, e parecchi lo fanno). In particolare Haifa è una città di convivenza molto mista, ci ho vissuto parecchi mesi e lo so bene, e le università, in particolare il Technion, hanno una presenza araba diffusa, molto attiva e visibile. Dunque non c'è apartheid, è una bugia bella e buona, come chiunque può constatare coi suoi occhi. Un pretesto propagandistico.
Ma, ribattono i boicottatori, il Technion collabora con le forze armate israeliane nella preparazione di armi moderne. E' vero. Ma quale università tecnica al mondo non partecipa a quello che la nostra Costituzione (art. 42) chiama “sacro dovere di difendere la patria”? Voi pensate che le più centrali università del mondo, dal MIT alle università di Mosca di Pechino e nel loro piccolo anche di Hanoi e dell'Avana non facciano ricerca militare? E in Italia i Politecnici di Milano e di Torino? Chi progetta i sistemi d'arma? E per restare a Torino, dove mi onoro di insegnare, non partecipa (insieme all'università di Modena) alla formazione dei nostri quadri militari con un corso di laurea in Scienze Strategiche? Perché dunque i boicottatori non se la prendono con le università cui appartengono, o con qualunque altra, ma solo con quelle israeliane? Forse solo in Israele c'è un conflitto (di cui gli israeliani sono vittime e non aggressori, sia detto per inciso)? Ci sono truppe iraniane in Siria e in Yemen, ben lontane dai loro confini. Le università iraniane collaborano ai progetti di armamento nucleare e missilistico degli ayatollah, è tutto pubblico. Per quale strano motivo non sono interessati a quelle? O alle università cinesi, russe, turche ecc. ecc. che collaborano allo sforzo bellico di quegli stati?
C'è un'evidente unilateralità in questa campagna contro le università dello stato ebraico. Vorrei capire dalle persone oneste, se ce n'è, in mezzo ai boicottatori, il perché di questa scelta. O vorrei da qualcuno l'esempio di un solo boicottaggio contro qualunque istituzione di insegnamento superiore che non siano le 8 università dello stato di Israele, in cui si insegna in ebraico. La ragione, ai miei occhi è evidente. I boicottatori, che si ritengono sufficientemente morali da esercitare il diritto di punire chi non piace loro, stanno semplicemente continuando il lavoro dell'inquisizione, delle cacciate degli ebrei da mezz'Europa - o più semplicemente stanno continuando l'azione del nazismo. Il progetto di isolare, impoverire, umiliare gli ebrei (le università degli ebrei, le industrie degli ebrei, i negozi degli ebrei) è esattamente lo stesso predicato e realizzato da Hitler (e Mussolini e i loro volonterosi carnefici in tutt'Europa) settant'anni fa. In breve, i boicottatori sono neonazisti, peggiori dei vari gruppuscoli tipo Stormfront per due motivi: perché cercano di agire invece di propagandare solo l'antisemitismo, e perché (spesso) non si rendono conto nemmeno di quel che pensano e di quel che fanno (il che è un'aggravante, non un'attenuante). Coloro che cercano di imporre il boicottaggio delle università israeliane sono, in sostanza dei neonazisti sciocchi, tanto incoscienti di quel che fanno da pensarsi come antifascisti. Non basta deriderli, come certamente meritano. Bisogna buttarli fuori dalle istituzioni di uno stato che è nato dal rifiuto della loro ideologia razzista.
Ugo Volli