L'antisemitismo islamico comincia nel Corano, ma i grandi giornali lasciano correre 24/02/2016
Analisi di Angelo Pezzana
Autore: Angelo Pezzana
Riprendiamo da SHALOM di febbraio 2016, a pag. 14, con il titolo "Rinasce l'antisemitismo e l'Europa si autoassolve", l'analisi di Angelo Pezzana.

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L'islamismo, erede dell'antisemitismo genocida nazista

È stato istruttivo leggere la descrizione e i commenti del tentato assassinio del professore ebreo di Marsiglia sulle testate internazionali più importanti, quelle che più spesso vengono citate sui nostri media. New York Times, Guardian, e Le Monde, soprattutto quest’ultimo, intanto perché la Francia è il paese nel quale c’è stato il più alto numero di ebrei morti per mano islamica in questi anni di inizio secolo, senza mettere in conto minacce, aggressioni, verbali e fisiche. Caduto il tentativo di archiviarli sotto l’etichetta “lupi solitari”, ci chiediamo che cosa debba ancora avvenire perché si possa decentemente pretendere un’informazione che affronti il problema alla radice, invece di continuare ad avvolgerlo nella nebbia del politicamente corretto. In questo caso nascondendo le radici che hanno permesso la rinascita dell’antisemitismo in un’Europa che si era ormai auto assolta per quanto avvenuto durante la Shoah.

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"Dio benedica Hitler"

Si è fatto invece di più e meglio, dal punto di vista della propaganda, come non era stato possibile con il nazismo, per definizione – finché non sono arrivati i negazionisti - il Male assoluto. Il Terzo Reich non c’era più, l’interesse di tanti, troppi, soprattutto fra i collaborazionisti, consisteva nel puntare il dito contro Hitler, la causa di tutto. Non è stato per caso che l’alleanza con il Gran Muftì di Gerusalemme non compaia nei libri di storia, non venga mai citata dai prolifici ‘esperti’ di storia mediorientale, anche perché qualcuno potrebbe incominciare a chiedersi se sia proprio vero che l’islam è una religione di pace, visto che sin dal suo nascere 1400 anni fa, proprio in Medio Oriente, aveva iniziato sterminando gli ebrei che non volevano convertirsi alla religione di Allah. Già, di Allah, ma non è lo stesso che viene invocato dopo ogni strage, assassinio, invocazione alla guerra santa?

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Fino a quando l’Occidente continuerà con questa tragica messinscena, visto che persino nel descrivere il minorenne mancato assassino di Marsiglia, non certo per sua volontà, è stato definito dal direttore di Le Monde “un liceale curdo, dichiaratosi seguace di Daesh”. Così, testuale (cifr. Le Monde del 15.1). Curdo e di origini turche, il che sarà anche vero, ma non ci risulta che i curdi, che invano lottano per avere un loro stato e per liberarsi dall’oppressione dei regimi arabo-musulmani che circondano i territori in cui vivono e che, tra l’altro, hanno sempre avuto un rapporto pacifico con Israele, quindi perché citare quell’etnia, se non per evitare di scrivere che mentre brandiva machete e coltello per uccidere un ebreo, urlava anche Allahu Akbar? Un grido che avrebbe fatto riflettere il lettore del prestigioso quotidiano che allora qualche richiamo al Corano c’è, ma è meglio non scriverlo.

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Anzi, nello stesso numero, in un commento interno, perché non dare spazio al rettore della moschea di Bordeaux, Tareq Oubrou, che ammette l’esistenza di giovani musulmani antisemiti, ma l’attribuisce all’ignoranza del Corano, la loro è soltanto volontà di combattere la ‘società’. Ma perché allora ammazzano gli ebrei? L’esimio rettore dà poi una versione del Corano come se fosse un testo scritto in collaborazione con ebrei e cristiani. Ma se è su Le Monde, allora deve essere vero, tanto chi si prende la briga di andarlo e verificare. A furia di Gesù palestinesi e di presepi con il Bambino avvolto nella mangiatoia in una Keffia, tra non molto diverrà storia vera nel nome del multiculturalismo. Già oggi l’islam viene presentato come una religione, nascondendo gli altri due aspetti, ideologico e politico, inseparabili da quello religioso.

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Ogni giorno ci viene detto il contrario. Il tutto condito con l’uso spregiudicato della parola “islamofobia”, soltanto perché lo Stato Islamico fa strage di musulmani che vivono in paesi che non vogliono perdere l’indipendenza sottomettendosi all’ultimo criminale - in ordine di tempo - che dice di voler conquistare il mondo. In Occidente nessuno, finora, ha mai odiato o visto con ostilità l’islam, si potevano trovare le regole islamiche poco adatte alle nostre, ma noi di qua, loro di là. Ora non è più così, eppure ce la contano ancora, in questo sta il dramma dell’Occidente, di non avere una leadership politica in grado di opporsi. Seriamente, perché dobbiamo sapere con certezza in quale società vivremo. Quella che ci promette l’islam la stiamo vedendo, non solo a Marsiglia o a Colonia, ma in tutta Europa.

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