Oggi un mio collega d'ufficio, non trovando evidentemente altro modo di palesare il suo disprezzo nei miei confronti, ha rtitenuto di insultarmi dandomi dell'«ebreo»: "Sei un ebreo, sei un filoisraeliano" ha ripetuto più volte, credendo evidentemente di offendermi; e per colmare la misura ha aggiunto le seguenti, testuali parole: "In quanto ebreo e filoisraeliano ti cadranno in testa tante bombe". Ora, in primo luogo intendo spiegare a voi lettori di questo post che io non mi sento per nulla offeso dall'essere chiamato "ebreo". Perché dovrei sentirmi offeso dall'essere annoverato quale membro del popolo che ha dato al mondo la Bibbia e i Dieci Comandamenti, cioè la più perfetta legge morale che l'umanità abbia mai concepito? Perché dovrei sentirmi offeso dall'essere annoverato quale membro del popolo dal quale, secondo la parola di San Paolo, provengono "la Legge e i profeti, la rivelazione, l'alleanza, le promesse", e dal quale, sempre secondo San Paolo, proviene "Gesù Cristo secondo la carne"? Perché dovrei sentirmi offeso dall'essere annoverato quale membro di un popolo che ha sempre avuto la popolazione più alfabetizzata della storia, che ha fra i suoi membri Albert Einstein, il più grande scienziato del Novecento, che conta sì gran numero di premi Nobel nelle scienze e nella letteratura, che dalle sue università e dalle sue aziende sforna ogni giorno nuovi talenti e nuove invenzioni? Si dovrebbe essere orgogliosi di un tale epiteto, "ebreo", e io orgoglioso mi sento, non certo offeso. Guardiamo invece ai palestinesi, agli amici - per sua stessa ammissione - del meschinello che ha creduto di offendermi chiamandomi "ebreo": cosa hanno fatto di buono per il genere umano i palestinesi? A quanto mi risulta, i palestinesi in 70 anni sono riusciti a produrre solo attentati terroristici a catena (in Italia due a Fiumicino, uno alla Sinagoga di Roma, e forse anche quello alla stazione di Bologna), dirottamenti di aerei e navi (anche la nostra Achille Lauro), destabilizzzioni di tutti gli Stati in cui si sono insediati e in cui non hanno mai voluto integrarsi, accoltellamenti, sgozzamenti... insomma, morte e distruzione. Paragonando dunque le opere degli ebrei a quelle dei palestinesi, chi mai sano di mente potrebbe sentirsi offeso dall'essere chaimato "ebreo" o "filoisraeliano"? È piuttosto il meschinello antisemita di cui sopra che dovrebbe sentirsi offeso dall'essere chiamato "filopalestinese", se avesse un po' di amor proprio e di senso della vergogna. Quanto poi all'augurio/minaccia che mi piova addosso un sacco di bombe "in quanto ebreo e filoisraeliano", che dire? Forse il meschinello antismeita non sa, o finge di non sapere, che su Israele piovono missili ogni giorno che il Signore manda in terra; forse non sa, o finge di non sapere, che in molte cirttà e villaggi di israele la gente ha solo 5 minuti di tempo, da quando suona la sirena d'allarme, per correre nei rifugi, e che queste corse disperate in quelle città e villaggi si rieteono ogni giorno, anche più volte al girono; e che nostante questo Israele continua ad essere l'unico Stato liberale e democratico in tutta la porzione di superficie terrestre che va da Casablanca a Karachi, l'unico Stato che, pur essendo minacciato ogni giorno di sterminio da decine di Paesi, si astiene dall'usare la sua pur imponente forza militare per sterminare preventivamente i suoi nemici. Per concludere, il meschinello antisemita di cui sopra merita solo di essere commiserato per la sua rozzezza spirituale, e ogni essere umano che non voglia vergognarsi di se stesso e sputarsi in faccia quando si guardi allo specchio dovrebbe dire alto e forte, come me, come Magdi Cristiano Allam e come tutti gli uomini liberi e giusti di questo mondo: VIVA ISRAELE!
Stefano Carloni
E' proprio l'antisemitismo sottile, quello di chi sostiene di non odiare gli ebrei, a essere il più diffuso. Lo stesso discorso vale per chi è contro Israele: la maggior parte di costoro sosterranno di non essere contro Israele, ma contro il suo governo. Falso nel 99% dei casi, perché è come minimo ipocrita essere contro l'unico governo democratico del Medio Oriente (a prescindere, poi, dal suo colore politico).
IC redazione