L'utopia del suicidio 07/02/2016
Autore: Ugo Volli

L'utopia del suicidio
Cartoline da Eurfabia, di Ugo Volli

Cari amici,

anche se questi scritti si chiamano “cartoline da Eurabia”, molto raramente vi parlo della politica interna europea, per la semplice ragione che questa politica è del tutto oscura, procede in parte per trattative dirette fra le parti forti (alcuni stati, alcuni complessi industriali, quelle strane figure che sono i commissari europei, ministri di un governo che non risponde a nessuno, la discreta ma potentissima alta burocrazia europea, che si perpetua per cooptazione ed è l'anima, se volete l'anima nera, di ciò che Enzesberger in un bel libretto di qualche anno fa ha chiamato "il mostro buono di Bruxelles”.

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Hans Magnus Enzensberger

In buona parte essa è condotta direttamente da tale “mostro buono” (mostro per dimensioni e potere, buono perché si ritiene tale e questa convinzione lo autorizza ad agire come crede). Né d'altro canto vi parlo mai di Scalfari, quesl giornalista che iniziò il suo successo diventando a diciott'anni caporedattore di “Roma fascista” e da allora non ha mai abbandonato la sua frequentazione con i potenti di turno, salvo atteggiarsi in tarda età a padre della patria e a filosofo, né di Laura Boldrini, il presidente della Camera più politicamente discusso e ideologico dai tempi di Irene Pivetti. E però contraddirsi qualche volta è utile, sicché oggi vi segnalo un'intervista di Scalfari a Boldrini a proposito di Europa. Se vi interessa leggerla, la trovate qui: http://www.repubblica.it/politica/2016/02/05/news/boldrini_l_europa_e_a_pezzi_rilanciamo_l_utopia_dei_fondatori_-132751465/ .

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Boldrini e Scalfari

Io però mi permetto di consigliarvi la critica devastante che ne ha fatto Luciano Capone sul “Foglio” riassumendo così nei titoli il suo contenuto: “Eurotopia, il golem figlio di Scalfari e Boldrini”. La trovate qui: http://www.ilfoglio.it/politica/2016/02/05/eurotopia-il-golem-figlio-di-scalfari-e-boldrini___1-v-137916-rubriche_c172.htm .
“Eurotopia” è un bl-nome, pensando che ci sono sì le utopie (luoghi che con sono da nessuna parte), ma nella letteratura contemporanea prevalgono le distopie (i brutti luoghi), mentre non si registra il termine eutopia (luoghi buoni).
Ma soprattutto è giusto caratterizzare la distopia europea che Scalfari augura a tutti con la pretesa che sia buona (e non c'è nulla di peggio di un cattivo che pensa di essere buono, come sa Enzesberger) chiamandola “golem”, quella ingombrante creatura artificiale frutto di magia, una specie di Frankenstein ante litteram, che una tradizione letteraria (sbagliata) attribuisce al grande rabbino di Praga, il Maharal, che l'avrebbe creata e poi distrutta perché pericolosa.

L'Europa non è certo stata creata da maghi né da rabbini, ma è ingombrante, goffa e pericolosa come un Golem. E forse non andrebbe proprio distrutta, ma ridimensionata, privata di fondi e di poteri, e riportata sotto il controllo degli elettori.
L'aspetto più interessante dell'intervista è il richiamo ai “padri fondatori”, cioè al manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, al confino nell'isola tirrenica, in cui si immaginava una “rivoluzione europea. Molti fanno omaggio a questo documento, anche Renzi di recente ha fatto un pellegrinaggio a Ventotene.
E si tratta di un omaggio dovuto, perché è un testo davvero profetico, che immaginava in forma piuttosto visionaria per quel tempo la necessità dell'Europa unita.

Ma pochi l'hanno letto davvero, anche se sono solo tre o quattro paginette (se vi interessa le potete trovare qui: http://www.italialibri.net/contributi/0407-1.html.
L'aspetto più interessante e più occultato di qusto appello è la seconda parte, in cui si spiega in sostanza che la futura Europa servirà a distruggere le nazioni e gli stati che sono la base per il potere delle cattive élites reazionarie, che probabilmente esse resisteranno, anche travestendosi da democratiche e potrebbero convincere l'elettorato, e che dunque l'Europa dovrà nascere da una rivoluzione in forma di dittatura allo scopo di fare il socialismo, anche se naturalmente non proprio quello che vorrebbero i comunisti, e che solo così in futuro, sconfitti i reazionari antieuropeisti, si apriranno i veri spazi democratici e le forme di libertà più elevate - che è il discorso con cui si sono fondate tutte le dittature di sinistra.

Le cose per fortuna non sono andate come volevano Spinelli e Rossi, alla fine della guerra non c'è stata la rivoluzione europea e neppure la costruzione del socialismo, almeno nella parte occidentale del continente. I vecchi stati, soprattutto la Gran Bretagna e in parte la Francia, hanno saputo opporsi all'eurotopia. Ci sono stati così risparmiati i lutti e l'oppressione vissuta all'Est.
Ma l'idea che gli Stati europei andassero sostituiti con istituzioni continentali ha camminato per conto suo e con essa quella che il compito fondamentale di queste istituzioni non fosse di coordinare le politiche nazionali, di favorire la pace e lo sviluppo economico collettivo, ma la fondazione di un superstato che spiantasse le nazioni e rifondasse completamente la civiltà europea, che piacesse o meno agli europei.

Come documenta Enzesberger, quest'idea non è solo degli utopisti italiani, ma anche di altri “padri dell'Europa” ed è l'ideologia del “Mostro buono”. Per questa ragione la burocrazia europea vede volentieri ogni occasione di intervento nel funzionamento degli stati e negli ultimi anni cerca di modificarne la demografia favorendo l'immigrazione.
Non occorre essere complottisti per vedere che l'attuale crisi, l'ondata migratoria con cui abbiamo a che fare è stata provocata dalle politiche di apertura dell'Unione Europea e non viceversa; che l'Unione Europea favorisce un rapporto con le masse islamiche non solo per un malinteso senso di giustizia storica anticolonialista, ma proprio per modificare e possibilmente distruggere le identità nazionali, come strumento di quell'internazionalismo, che viene presentato come valore supremo nel manifesto di Ventotene: lo stesso valore, soprattutto se accostato, com'è nel testo, al “socialismo” e al “proletariato”, che era l'ideologia della vecchia Unione Sovietica.

Ed è per questa ragione che l'UE è anche nemica di Israele, perché gli arabi lo sono, perché Israle difende la sua identità nazionale, perché l'economia israeliana è libera e fiorente, a differenza di quella europea oppressa dalla burocrazia. All'inizio l'operazione eurotopia fallì, ma poi fu portata avanti con ostinazione dal gruppo autoreferenziale del Mostro buono. Ora essa si trova alla svolta decisiva, perché è riuscita a incidere pesantemente sulla demografia del nostro continente contro l'evidente volontà dei suoi cittadini. Se le cose nelle istituzioni europee andassero normalmente o democraticamente, il gruppo che la regge dovrebbe essere sostituito e le sue politiche rovesciate.

Ma l'Europa è sostanzialmente una dittatura, benché morbida. Le sue politiche non sono soggette davvero alla volontà dell'elettorato. E dunque c'è chi cerca di forzare la situazione, chiedendo “più Europa”, cioè più immigrazione, più interferenze, e per quel che ci riguarda più ostilità per Israele. E' necessario resistere a questa tendenza e spiegare a tutti che l'eurotopia di Boldrini e Scalfari e di tanti altri è la strada della distruzione della nostra libertò, della nostra cultura, della nostra identità. In sostanza, la via del suicidio.

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Ugo Volli